Finanza Notizie Mondo JP Morgan, l’attenti del ceo Dimon: ‘Con guerra Ucraina Usa si preparino al peggio. Conseguenze imprevedibili’

JP Morgan, l’attenti del ceo Dimon: ‘Con guerra Ucraina Usa si preparino al peggio. Conseguenze imprevedibili’

4 Aprile 2022 14:48

Guerra in Ucraina e sanzioni contro la Russia: “l’America deve prepararsi alla possibilità di una guerra prolungata in Ucraina dalle conseguenze imprevedibili. Dovremmo tenerci pronti al peggio e sperare per il meglio“. Così il ceo del colosso bancario Usa JP Morgan, Jamie Dimon, nella lettera annuale agli azionisti. Lettera in cui dà anche consigli strategici agli Stati Uniti di Joe Biden: gli Usa aumentino la loro presenza militare in Europa, così come sviluppino un piano per garantire la sicurezza energetica a loro stessi e ai loro alleati.

Nessuna pietà nei confronti della Russia di Vladimir Putin: gli Stati Uniti dovrebbero aumentare le sanzioni “in qualsiasi modo gli esperti di sicurezza nazionale raccomandino per massimizzare gli esiti positivi”.

Un altro consiglio al governo Usa riguarda le relazioni con la Cina, quanto mai cruciali in un momento in cui la posizione di Pechino continua a essere ambigua:

in questo caso Jamie Dimon crede che l’America debba piuttosto rinnovare le proprie catene di approviggionamento limitandone l’uso ai fornitori degli Stati Uniti e includendo al massimo solo “alleati che siano totalmente amici”.

E’ inoltre necessario, secondo il presidente e amministratore delegato del colosso di Wall Street, che gli Usa rientrino a far parte del Trans-Pacific Partnership (TPP), ovvero dell’accordo commerciale internazionale tra i più importanti al mondo.

Jamie Dimon sta avendo molta voce in capitolo nelle decisioni che l’amministrazione di Joe Biden sta prendendo: è lui il regista di quello che è stato chiamato ‘Piano Marshall’ degli Stati Uniti per aumentare la produzione di gas naturale e di altre risorse energetiche, ad esempio riducendo i tempi di sviluppo per la produzione di energia rinnovabile come i parchi eolici.

Ed è con lui e altri grandi nomi della Corporate America che il presidente americano si è incontrato prima di annunciare, insieme alla numero uno della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il piano con cui l’America fornirà nel corso di quest’anno almeno 15 miliardi di metri cubi in più di LNG (gas naturale liquefatto) all’Europa, per poi far arrivare forniture tali da soddisfare una domanda di gas naturale liquefatto (LNG) Usa di 50 miliardi di metri cubi l’anno, almeno fino al 2030.

Anche nella sua missiva agli azionisti, Dimon ha consigliato agli Usa di aumentare la produzione energetica e a consegnare “immediatamente” agli alleati il proprio gas naturale liquefatto.

JP Morgan, Dimon: il mondo in mano a Covid, inflazione, Russia

E’ la 17esima lettera che Dimon scrive agli azionisti nelle vesti di ceo: le missive del banchiere vengono considerate un must da non perdere per le élite di Wall Street e per l’intero mondo della finanza.

Stavolta, la lettera viene pubblicata in una fase storica piena di incognite, con la guerra tra l’Ucraina di Zelensky e la Russia di Putin che continua a infuriare, a fronte di una spaccatura tra l’Occidente e Mosca che si fa ogni giorno frattura più profonda e insanabile.

In tutto il mondo torna a risuonare la parola recessione, proprio quando si era quasi sicuri che quella minaccia fosse, almeno per ora, alle spalle, grazie alla ripresa delle economie successiva alla pandemia Covid-19. E invece la storia ha presentato un’altra cattiva sorpresa, le cui conseguenze, come ha detto chiaro e tondo Dimon, sono imprevedibili.

Non si sa infatti quanto questa guerra durerà e quanto, di conseguenza, sarà il costo non solo in termini di vite umane ma anche economico che il mondo dovrà sostenere, in un contesto in cui, già prima dell’inizio della guerra del 24 febbraio scorso, diversi esperti avvertivano che la fiammata dell’inflazione post Covid non fosse affatto temporanea.

Ora, con la guerra in corso che coinvolge un peso massimo del settore delle materie prime, la Russia, il mondo si trova a fronteggiare un grande shock dell’offerta, con conseguente impennata storica dei prezzi.

Il numero uno di JP Morgan Jamie Dimon è stato così costretto ad accantonare il suo proverbiale ottimismo – confermato più volte nei confronti della sua America – e a unirsi al coro di voci che  lanciano ogni giorno avvertimenti di diversi tipi.

Dalle parole dell’AD emerge tutta la straordinarietà dei tempi che viviamo:

“Tre forze condizioneranno probabilmente il mondo nel corso dei prossimi decenni: l’economia americana in ripresa dalla pandemia Covid; l’elevata inflazione che inaugurerà l’era di aumenti dei tassi; e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia con la conseguente crisi umanitaria in atto”, ha detto Dimon. “Ognuno di questi tre fattori su menzionati è unico: la ripresa incredibile dal Covid scatenata da stimoli incredibili; la probabile necessità di alzare velocemente i tassi e ritirare rapidamente il QE, la guerra in Ucraina e le sanzioni contro la Russia”, ha continuato il numero uno di JP Morgan.

Questi fattori, “indicano circostanze completamente diverse rispetto a quelle che abbiamo vissuto in passato. E la loro convergenza potrebbe aumentare in modo drammatico i rischi che ci aspettano. Sebbene sia possibile, e lo speriamo, che tutti questi eventi si concludano in modo pacifico, dobbiamo tenerci pronti a esiti potenzialmente negativi”.

JP Morgan, Dimon: ‘Prepariamoci al peggio, sperando nel meglio’

In particolare, ha avvertito Dimon, “l’America deve tenersi pronta alla possibilità di una guerra duratura in Ucraina dalle conseguenze imprevedibili. Dovremmo prepararci al peggio, sperando nel meglio“.

“Come minimo, la guerra in Ucraina e le sanzioni contro la Russia rallenteranno l’economia globale, e la situazione potrebbe facilmente peggiorare”.

Il motivo alla base del rallentamento mondiale, ha spiegato Dimon, risiede nell’incertezza sul tempo di durata della guerra e sull’impatto che questa continuerà ad avere sulle catene di approviggionamento, soprattutto per quelle del settore energetico.

Il conto che la guerra presenterà al mondo sarà alto, in primis per la Russia, assediata e accerchiata da sanzioni che potrebbero farsi anche più severe. Nella giornata di ieri, per esempio, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha riferito che, nei prossimi giorni, le nazioni occidentali colpiranno la Russia con ulteriori misure punitive.

“Prevediamo che le conseguenze della guerra e delle relative sanzioni ridurranno il Pil della Russia del 12,5% entro la metà dell’anno – ha scritto Dimon – la flessione sarà dunque peggiore rispetto alla contrazione del 10% subìta a seguito del default del 1998″.

Dimon: Outlook Pil più che dimezzato per dipendenza da Russia

JP Morgan è stata costretta inoltre a sforbiciare l’outlook della crescita dell’area euro che, come ha detto lo stesso Dimon, “è fortemente dipendente dal petrolio e dal gas della Russia”:

“Al momento i nostri economisti ritengono che l’area euro, fortemente dipendente dal petrolio e dal gas della Russia, assisterà a una crescita del 2% circa nel 2022, rispetto all’elevato ritmo del 4,5% che avevamo previsto appena sei settimane fa”.

Per quanto riguarda l’impatto sull’economia Usa, le stime sono state riviste al ribasso dal +3% precedentemente atteso al ritmo di crescita pari a +2,5%. Tuttavia, ha avvertito il ceo, “avverto che queste stime si basano su una view piuttosto statica della guerra in Ucraina e delle sanzioni ora effettive”.

Il quadro potrebbe dunque mutare a seconda degli sviluppi della guerra (e anche delle sanzioni).

Dimon su Fed: non la invidio per quello che dovrà fare

In tutto questo ci sono le banche centrali, che devono districarsi evitando che si concretizzi il mix diabolico fatto di crescita stagnante e di boom dei prezzi: quello della stagflazione.

E’ dunque molto probabile che la Federal Reserve, ha avvertito Dimon, alzi i tassi di interesse più di quanto atteso dai mercati, con un ciclo di manovre restrittive che, già al momento, “non è in nessun modo tradizionale”.

Non è mancata una critica nei confronti della banca centrale americana, alle prese con una inflazione esacerbata dalla crisi energetica. Per Dimon, con il senno di poi, la liquidità massiccia erogata al sistema finanziario per blindarlo contro gli effetti della pandemia Covid,  unita agli stimoli fiscali della Casa Bianca, “è stata forse eccessiva ed è durata troppo”.

“Non invidio la Fed per quello che sarà costretta fare: più la ripresa è forte, più saranno alti i tassi che seguiranno. Se la Fed riuscirà a fare la cosa giusta, potremo avere anni di crescita, e alla fine l’inflazione inizierà a rallentare il passo. In ogni caso, questo processo potrebbe provocare grande confusione e mercati molto volatili“.

Dimon ha annunciato anche che JP Morgan potrebbe soffrire una perdita di 1 miliardo di dollari a causa della sua esposizione verso la Russia.

E’ la prima volta che Dimon rilascia dettagli sulle perdite potenziali della banca derivanti dalla guerra in corso in Ucraina. Il ceo non ha fornito però dettagli sull’arco temporale a cui la perdita potrebbe riferirsi, limitandosi a scrivere che la banca teme i cosiddetti effetti secondari della guerra su paesi e aziende.

Il banchiere ritiene comunque che JP Morgan presenti “un bilancio simile a una fortezza” e ha già detto in passato che la solidità della banca è tale da poter sopportare anche una perdita pari o superiore ai 10 miliardi di dollari e “rimanere ugualmente in ottime condizioni di salute”.