Notiziario Notizie Altri paesi Europa Economia migliora ancora in Europa, ripresa in vista. Ma ora preoccupa il calo del lavoro

Economia migliora ancora in Europa, ripresa in vista. Ma ora preoccupa il calo del lavoro

23 Giugno 2020 11:13

L’economia dell’Eurozona mostra a giugno un forte miglioramento per il secondo mese consecutivo, grazie all’ulteriore allentamento delle misure restrittive adottate per contenere il contagio da Covid-19. Le indicazioni che giungono dall’indice Pmi (Purchasing Managers Index), che misura le opinioni dei direttori d’acquisto delle principali aziende dell’area, infondono fiducia per una ripresa nel terzo trimestre. Tuttavia, rimangono ancora diverse incognite all’orizzonte. In particolare sul mercato del lavoro, che continua a peggiorare destando le maggiori preoccupazioni.

“Sebbene il Pil dell’Eurozona nel secondo trimestre diminuirà probabilmente a un tasso mai osservato in precedenza, l’aumento del Pmi fa ben sperare che, andando sempre più verso l’estate, l’allentamento delle misure restrittive agevolerà la fine della contrazione”, commenta Chris Williamson, Chief Business Economist presso l’istituto IHS Markit. Secondo l’esperto, però si dovrà tenere sotto osservazione il mercato del lavoro che desta le preoccupazioni maggiori, specialmente se nei prossimi mesi non si vedrà una forte ripresa della domanda. Per questa ragione, “nel corso del 2020 continuiamo a prevedere un crollo del Pil di oltre l’8% e, nonostante forse assisteremo a una ripresa durante il terzo trimestre, l’entità potrebbe presto affievolirsi”. Ciò significa che si dovrà forse attendere fino a tre anni prima che il Pil dell’Eurozona raggiunga i livelli che avevamo prima della pandemia.

Secondo la lettura preliminare, l’indice Pmi Composito dell’Eurozona, calcolato dall’istituto IHS Markit, è aumentato ulteriormente rispetto al record minimo storico di 13,6 punti di aprile, toccando a giugno quota 47,5 da 31,9 di maggio. Il rialzo di ben 15,6 punti è finora il maggiore della storia dell’indagine con l’eccezione del rimbalzo record di maggio scorso. Nonostante indichi ancora un calo generale della produzione economica, quest’ultima ripresa ha portato il Pmi al valore più alto da febbraio. Entrambe le componenti, manifattura e servizi, sono salite, facendo meglio del previsto e attestandosi ai valori più alti degli ultimi quattro mesi.

La pandemia rimane comunque ancora un ostacolo. I dati raccolti hanno continuato a segnalare la persistente chiusura di settori economici, in particolare alberghi, ristoranti, viaggi e turismo ed altri ancora a diretto contatti col cliente. Molte altre aziende, visto che i clienti del settore industriale e dei servizi hanno mantenuto un atteggiamento di cautela sugli acquisti, hanno registrato comunque un indebolimento della domanda. Tuttavia, l’allentamento di alcune restrizioni e la pianificazione di ulteriori riaperture nei prossimi mesi ha favorito la ricrescita della fiducia negli affari per i prossimi 12 mesi, che ha toccato il valore più alto da febbraio. Per la prima volta in quattro mesi, il numero di aziende che hanno segnalato ottimismo ha superato la percentuale di pessimismo.

C’è da aggiungere però che a giugno, visto che l’assenza di domanda continua a preoccupare le aziende, si è avuta una riduzione della forza lavoro per il quarto mese consecutivo. Se il tasso relativo ai tagli occupazionali è diminuito in entrambi i settori per il secondo mese consecutivo, il personale delle fabbriche ha continuato a ridursi a un ritmo particolarmente elevato poiché i produttori hanno alleggerito la loro capacità operativa.

Tra i singoli paesi, la Francia, spinta dall’impennata della produzione manifatturiera, ha mostrato il miglioramento più evidente tornando a crescere per la prima volta da febbraio. Subito dopo, la Germania che stenta nella sua ripresa e che registra il calo maggiore della produzione rispetto al resto dell’Eurozona. Tuttavia, c’è da dire che negli ultimi quattro mesi la Germania ha indicato il declino più superficiale.