Finanza Notizie Italia Tav, Ue minaccia: ‘fondi a rischio’. Escalation tensioni governo, Salvini sbotta su caso Diciotti

Tav, Ue minaccia: ‘fondi a rischio’. Escalation tensioni governo, Salvini sbotta su caso Diciotti

5 Febbraio 2019 09:37

Mentre lo scontro sulla Tav tra il M5S e la Lega si fa più acceso, aprendo una grande crepa all’interno della maggioranza, da Bruxelles arriva l’ultimatum-minaccia.

Le incertezze sulla realizzazione della Torino-Lione fanno scattare sull’attenti la Commissione europea, con un portavoce che dice chiaro e tondo:

“Non possiamo escludere, se ci sono ritardi prolungati, di dover chiedere all’Italia i contributi già versati” per la Tav e, anche, il “rischio che, se i fondi non sono impiegati, possano essere allocati ad altri progetti” in Europa.

Viene ribadita inoltre la perplessità per l’analisi costi-benefici sul progetto che “non è stata richiesta dalla Commissione”, in quanto già presentata nel 2015.

“Dobbiamo stare attenti ai ritardi che già ci sono a causa della sospensione degli appalti”, ha detto il portavoce, che ha ricordato che i fondi europei che sono stati approvati e stanziati per la realizzazione della Tav ammontano a  813,8 milioni di euro.

Dal canto suo, in un’intervista rilasciata a La 7, il ministro Danilo Toninelli ha affermato che il governo “non cadrà sulla TAV, precisando che lanalisi costi benefici verrà resa pubblica tra pochissimo tempo, giorni, per dire “finalmente a tutti i cittadini se quel buco nella montagna serve oppure no”.

Il ministro ha sottolineato a tal proposito che, a suo avviso, a Torino servirebbe “più una seconda linea metropolitana che un buco nella montagna”. Rispondendo a tono a quanto detto dal portavoce dell’Ue sui fondi per la TAV a rischio, ha sottolineato con un post su Twitter:

“L’analisi costi benefici sulla Tav è stata decisa da un Governo sovrano che vuole spendere al meglio i fondi pubblici. Ue stia tranquilla, tra pochi giorni avrà, come da accordi, tutta la documentazione”.  

Tutto questo, mentre il Corriere della Sera riporta come il ministro dell’Interno e vicepremer Matteo Salvini starebbe per sbottare. Non tanto per la TAV, ma per il rischio che “il capo del M5S (Luigi Di Maio) — pressato da Alessandro Di Battista e dalla fronda del presidente Roberto Fico — non regga il peso di una storica inversione sul fronte giustizia. E maturi, dopo un durissimo scontro interno, il sì all’autorizzazione a procedere per il presunto reato di sequestro di persona” contro il suo collega vicepremier, nel caso Diciotti, con i giudici di Catania che lo vogliono processare.

“Per una volta sente che i sondaggi non bastano a coprirgli le spalle, servono i voti in Parlamento – si legge nell’articolo del Corriere -. E l’idea di essere nelle mani dei Cinque Stelle lo fa impazzire. Eppure, per tranquillizzare i suoi, ripete il suo mantra: «Non perdiamo la testa, manteniamo la lucidità». Salvini vuole metterci la faccia nell’Aula del Senato e sta preparando una memoria da scandire davanti ai senatori, alla quale dovrebbero essere allegate le relazioni del premier, di Di Maio e del ministro Toninelli”.

Il quotidiano riporta che ieri Salvini ha incontrato il premier Giuseppe Conte, sfogandosi:

“Così non la reggiamo — è il senso dell’avviso di Salvini al capo del governo —. Io sono per il dialogo e il buon senso sempre e capisco le difficoltà interne di Di Maio, ma qui mi pare che si stia esagerando». Un monito rivolto indirettamente al vicepremier pentastellato, che lo tiene sulla corda e non scioglie la riserva su come il Movimento voterà sulla Diciotti. «Vogliono mandarmi davanti ai giudici? — si è sfogato con i collaboratori Salvini —. Forse non hanno capito quali conseguenze avrebbe un voto contro il governo».

In più, “se il caso Diciotti non bastasse, anche gli insulti di Alessandro Di Battista stanno mettendo a dura prova i nervi del «Capitano» leghista, che ora comincia a pressare il capo politico del M5S perché si faccia carico del problema.

Di fatto, nella giornata di ieri, Di Maio non ha sciolto la riserva. Parlando da Pamigliano d’Arco sul caso Diciotti e sul voto sull’autorizzazione a procedere verso il ministro Salvini, il leader del M5S si è così espresso:

Non abbiamo preso una decisione. Il mio riferimento sono i senatori della Giunta per le autorizzazioni”. Dunque, “si deciderà dopo quello che si vedrà in Giunta, sulle carte, sulle autorizzazioni e sulle assunzioni di responsabilità mie, del ministro Toninelli e del premier Conte. Ci assumeremo in maniera collegiale le responsabilità di quelle decisioni prese in quei giorni per premere sulla Ue per la ridistribuzione dei migranti in tutti i paesi europei”.