Notiziario Notizie Italia Sì Senato a legge bilancio 2020, manovra potrebbe valere 32 miliardi. Niente Tobin Tax

Sì Senato a legge bilancio 2020, manovra potrebbe valere 32 miliardi. Niente Tobin Tax

17 Dicembre 2019 08:33

La legge di bilancio 2020 del governo M5S-PD incassa la fiducia del Senato, ma non senza polemiche, bagarre, scontri e anche prediche. Come quella del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che lancia un avvertimento alla maggioranza, facendo riferimento, anche, a tutti gli errori che, a suo avviso, sono stati commessi dal governo precedente M5S-Lega:

“Questo paese che doveva abolire la povertà ha abolito la crescita con errori clamorosi: quota 100, la strategia dei condoni fiscali e il reddito di cittadinanza. Non è stato un anno bellissimo“, dice, ironizzando sulla nota dichiarazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, a capo del governo M5S-Lega, aveva affermato che il 2019 sarebbe stato, per l’appunto, “un anno bellissimo”.

LA PREDICA DI RENZI: CHE FA UNA BATTUTA SU SALVINI

“Non neghiamo la fiducia al governo ma chiediamo un cambio di passo affinché il 2020 sia l’anno della ripartenza”, ha detto l’ex presidente del Consiglio nella dichiarazione di voto al Senato sulla legge di bilancio, parlando a nome di Italia Viva.

Renzi ha ricordato quelle misure che sono state per lui le più indigeste: “Sulla plastic tax e la sugar tax nei prossimi mesi il Parlamento dovrà intervenire. La plastic tax non consentirà ai mari di essere più puliti ma ai lavoratori a vivere con maggiore difficoltà. Lo stesso vale per la sugar tax. Si rischia di colpire le aziende italiane”.

E ancora: “Dobbiamo discutere dell’Italia dei prossimi dieci anni e non di misure semplicistiche e demagogiche”. Non è mancata una battuta sulla Lega: Quella che ha portato la Lega a “immaginare un governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi” è “una simpatica tarantella che merita di essere approfondita“. “I colleghi della Lega – nei giorni pari sono europeisti e in quelli dispari antieuropeisti”.

LEGGE DI BILANCIO, MALUMORI NEL M5S: PARAGONE VOTA NO, CINQUE ASSENTI

Renzi e Salvini a parte, la legge di bilancio ha ricevuto ieri il via libera del Senato, con 166 voti favorevoli e 128 contrari. Malumori interni al M5S: Gianluigi Paragone ha votato contro la manovra, mentre cinque sono stati gli assenti del Movimento 5 stelle sulla questione di fiducia posta dal governo: Vittoria Bogo Deledda, Lello Ciampolillo, Primo Di Nicola, Mario Giarrusso e Cataldo Mininno.

Tutti presenti invece i senatori di Pd e Leu. In Italia Viva assente soltanto la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, impegnata a Bruxelles. Così il senatore del M5S Paragone ha motivato il suo no alla manovra:

“Con rammarico mi trovo a votare in dissenso, non sono stato eletto per tenere gli italiani ingabbiati in un bilancio imposto dall’Europa. Dentro questa manovra trovo ancora una volta la logica della gabbia di Bruxelles. Quindi, purtroppo, devo votare no”.

MANOVRA: IL CONTO POTREBBE SALIRE A 32 MILIARDI

Non ci saranno più modifiche al testo della manovra che approderà alla Camera e che è ormai blindato. La manovra per il 2020 potrebbe arrivare a valere 32 miliardi, secondo quanto riferito da alcune fonti parlamentari.

Così ha commentato il passaggio del testo al Senato il ministro dell’economia Roberto Gualtieri:

“Il voto del Senato ci consegna una maggioranza solida e coesa e una manovra che esce non solo confermata ma anche rafforzata nel suo impianto. Con un governo insediato da pochi mesi, che ha ereditato una situazione difficile, questa legge di bilancio può essere considerata un piccolo miracolo“.

Ancora Gualtieri:”Dopo il voto finale alla Camera, partirà il lavoro sulle grandi riforme a partire dall’alleggerimento del carico fiscale per i redditi medi e bassi, e sugli investimenti e su una nuova politica industriale sempre più orientata all’innovazione, allo sviluppo e alla sostenibilità”.

LA MANOVRA

Il Messaggero riporta che le “modifiche più o meno grosse hanno fatto salire l’entità della manovra oltre i 31 miliardi e che vedono anche lo stralcio di 15 commi dichiarati inammissibili dalla Presidenza del Senato fra cui anche la contestata norma sulla cannabis light che liberalizza la vendita della canapa industriale purché il contenuto di Thc non superi lo 0,5%; il rinvio al 2022 della fine del regime di maggior tutela per le bollette elettriche e lo stop alla Tobin tax allo 0,04% sul trading online“.

La tassa sulla plastica è stata dimezzata, scendendo dalla versione iniziale di 1 euro al chilo a 45 centesimi a partire da luglio, la sugar tax da 10 centesimi al chilo è stata posticipata ad ottobre e la stretta sulle auto aziendali è stata allentata fino quasi essere azzerata.

Occhio invece all’ingresso della Robin tax sui concessionari: un aumento dell’Ires del 3,5%, dal 24 al 27,5%, per tre anni sugli utili delle concessionarie pubbliche di porti, aeroporti, autostrade e ferrovie. Dal 2021 arriverà inoltre una nuova stangata sulla benzina con un ritocco al rialzo delle clausole di salvaguardia sulle accise.

Dalla relazione tecnica al maxiemendamento emerge che nel 2020 il gettito della plastic tax si ridurrà da 1,79 miliardi previsti in origine a 140,5 milioni, la stretta sulle auto aziendali scenderà sempre nel 2020 da 330 milioni a 1 milione e la sugar tax garantirà 58,5 milioni, invece dei 233,8 indicati al momento del varo della manovra.

Da quota 100 sono attesi ulteriori risparmi per 300 milioni nel 2020, che salgono a 900 milioni nel 2021 e si attestano a 500 milioni nell’ultimo anno di previsione, il 2022.

Per il 2021 il governo, inoltre, dovrà sterilizzare 20,124 miliardi di clausole, tra Iva e accise, che diventano circa 27 miliardi nel 2022.

Aumenta la cosiddetta tassa sulla fortuna. Dal primo marzo il prelievo sulle vincite oltre i 500 euro sale al 20%, con un’entrata prevista di 308 milioni di euro. Sale dal 12% al 20% anche il prelievo sulle new slot sulle vincite sopra i 200 euro, che partirà dal 15 gennaio, e al 65% sul Preu e il payout, cioe’ la percentuale di somme giocate destinate alle vincite.

Ok alla detrazione Irpef al 22% a favore delle famiglie a basso reddito che iscrivono i figli alle scuole di musica e ai conservatori. C’è inoltre la proroga di due mesi, al 18 aprile dal 18 febbraio, per la formalizzazione delle istanze di rimborso al Fondo indennizzi da parte dei risparmiatori truffati dalle banche.

Il decreto per il prestito ponte ad Alitalia viene eliminato dalla manovra. Dovrà seguire un iter autonomo.

Niente proroga per la cedolare secca al 21% per gli affitti dei negozi. La norma introdotta lo scorso anno non è stata confermata per il 2020.

Per gli investimenti previsti dal Piano Impresa 4.0 il super e l’iperammortamento si trasformano in un credito d’imposta.

Salta il raddoppio da 300 a 600 euro, che sarebbe dovuto scattare da febbraio 2020, del costo per la domanda di cittadinanza italiana avanzata da parte dei discendenti di italiani residenti all’estero. Cancellato anche il nuovo diritto consolare per il ‘Documento di viaggio provvisorio’ che il ddl bilancio fissava in 50 euro. Inoltre, niente aumenti anche per il visto di lungo soggiorno da 116 a 130 euro e l’incremento del 20% per tutti i diritti consolari (dalle pubblicazioni di matrimonio ai visti richiesti all’estero).

Esenzione dal pagamento dell’Imu per i proprietari che trasferiscono a partire dal 2020 la propria abitazione, non di lusso, a società veicolo istituite ad hoc con finalità sociale. L’immobile continua a essere utilizzato dall’ex proprietario con contratto di affitto.