Finanza Notizie Italia Salvini a Bruxelles: ‘mandi pure 12 letterine fino a Natale’. Ma Ue avverte su debito: ‘37.000 euro a carico ogni cittadino’

Salvini a Bruxelles: ‘mandi pure 12 letterine fino a Natale’. Ma Ue avverte su debito: ‘37.000 euro a carico ogni cittadino’

24 Ottobre 2018 11:41

All’indomani della bocciatura ufficiale della legge di bilancio M5S-Lega da parte della Commissione europea, arrivano avvertimenti, dichiarazioni al vetriolo, provocazioni, minacce, da più parti. Una provocazione è sicuramente quella del vicepremier, leader leghista e ministro dell’Interno Matteo Salvini che, ai microfoni di Rtl 102,5, gela le speranze di chi, a Bruxelles, spera che l’Italia rinsavisca e chini il capo.

Niente di tutto questo: “Bruxelles può mandare 12 letterine, da qui fino a Natale”, ma la manovra “non cambia”.

“Siamo qua per lavorare, migliorare la vita degli italiani. Da Bruxelles dicono solo che non bisogna toccare la legge Fornero. Si commenta da sola. C’è un attacco all’economia italiana. Andiamo avanti – insiste Salvini – Non cambiamo qualcosa per la letterina”. E, “se insistono a tirare schiaffoni a caso, mi verrebbe voglia di dare più soldi agli italiani”.

Salvini si attiene così al copione, che lo vuole paladino dei diritti e dei bisogni degli italiani e dell’Italia, contro lo straniero che, in questo contesto, non è il migrante, ma Bruxelles. E ricorda: “Tutte le manovre passate negli anni scorsi a Bruxelles hanno fatto crescere il debito di 300 miliardi di euro”.

Un governo per il bene dell’Italia, dunque, che si contrappone alla Ue cattiva, in un momento in cui si iniziano a snocciolare numeri per avallare le proprie posizioni.

Di numeri ha parlato ieri la stessa Commissione europea, nel motivare la decisione di bocciare la manovra M5S-Lega: una scelta senza precedenti dalla nascita dell’euro, per quella che viene considerata una deviazione, da parte della manovra, altrettanto senza precedenti rispetto alle regole del Patto di stabilità e crescita.

A proposito di numeri, il Corriere della Sera riporta quella parte della lettera Ue all’Italia in cui il paese viene praticamente condannato per il “maxi debito pubblico al 131,2% del Pil, il secondo più alto dell’Ue, che nel 2017 significava “37.000 euro a carico di ogni cittadino italiano”.

Intervistato da La Repubblica dopo la conferenza stampa congiunta con il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, in cui sono state date motivazioni proprio alla bocciatura del progetto di bilancio italiano, anche il commissario Ue Pierre Moscoivici torna sui numeri:

Intanto, per il commissario francese, il progetto di bilancio non è affatto quella manovra del popolo di cui il governo va tanto fiero. Piuttosto, a suo avviso, viste le previsioni che l’Ue considera ottimistiche sulla crescita del Pil, il rapporto deficit-Pil rischia di sforare anche il tetto massimo del 2,4% deciso dal governo.

Di conseguenza, l’Italia dovrebbe prestare attenzione piuttosto al rischio di un rialzo della spesa per interessi, che al momento vale 65 miliardi: ‘quanto il paese spende per l’istruzione”, praticamente, per un valore pari a 1000 euro per ogni cittadino”.

In questo modo, costretta a saldare i suoi interessi sul debito, oltre al suo debito, l’Italia secondo Pierre Moscovici rischia di sottrarre risorse alla povertà e agli investimenti.

“Rimborsare il debito è la peggior spesa pubblica immaginabile, toglie risorse alla lotta contro la povertà, agli investimenti e alle infrastrutture”.

Il commissario non risparmia le accuse:

Conte e Tria rinnegano l’impegno firmato”, dice, facendo notare che “aumentare i debiti fa male agli italiani”.  In sostanza, “il debito è nemico del popolo”.

All’osservazione “Siamo allo scontro”, la risposta è un’ammissione:

“In effetti non è mai successo prima dalla nascita dell’euro, ma non è la fine della storia. Anzi, siamo ancora in un processo di dialogo costruttivo, sebbene all’interno di un quadro chiaro e di una decisione forte e senza precedenti”.

E porge poi un ramoscello d’ulivo: “La mia porta è sempre aperta e spero che il governo italiano ascolti questo messaggio”. Ma Salvini, almeno lui, ha già risposto, e la risposta per ora sembra proprio essere un secco no.