Finanza Notizie Italia Riapertura a ottobre? Oltre 50 miliardi di consumi in meno e calo del 3% del Pil

Riapertura a ottobre? Oltre 50 miliardi di consumi in meno e calo del 3% del Pil

26 Marzo 2020 15:31

La chiusure delle imprese, dei negozi e dei servizi potrebbe prolungarsi nel tempo, con effetti ancora più devastanti per la situazione economica e i consumi. Secondo Confcommercio, infatti, rischia di saltare la previsione più ottimistica che era quella della riapertura dell’Italia a giugno che avrebbe comportato, per il 2020, la perdita di 1 punto di Pil e 18 miliardi di consumi in meno. Si fa, invece, più realistica l’ipotesi della riapertura del Paese solo all’inizio di ottobre. Ciò comporterebbe una riduzione dei consumi di oltre 52 miliardi e un calo del Pil di circa il 3%. I settori che saranno più colpiti sono: alberghi e ristorazione (-23,4 miliardi di consumi nel 2020), trasporti e acquisto autoveicoli (-16,5 miliardi), cultura e tempo libero (-8,2 miliardi), abbigliamento (-6,6 miliardi).

“E’ evidente – conclude l’Ufficio Studi – che tutte le misure annunciate dalla Bce per evitare che dal settore reale la crisi migri a quello finanziario, così come i diversi interventi progettati a livello internazionale per assicurare un movimento ordinato del rendimento dei titoli sovrani dei diversi Paesi, non potranno evitare la recessione, ma ne mitigheranno l’impatto favorendo le condizioni di ripresa una volta superata l’emergenza sanitaria”.

 

Il Codacons condivide l’allarme lanciato oggi da Confcommercio. Secondo l’associazione, l’emergenza coronavirus rischia di determinare un crollo dei consumi pari a quasi -2.000 euro a famiglia, con danni inimmaginabili per l’economia nazionale. Allo stato attuale le restrizioni rischiano di determinare nel corso dell’anno una contrazione della spesa pari -1.994 euro a famiglia, con un crollo dei consumi che potrebbe raggiungere quota -6% su anno. La contrazione degli acquisti sarebbe pari a -862 euro a cittadino e coinvolgerebbe in particolar modo i servizi come turismo, trasporti, cultura e ristorazione, settori per i quali il giro d’affari può ridursi fino a un quinto (-20%). Al contrario comparti come alimentari e sanità registreranno a fine 2020 una sostanziale crescita della spesa.

“Ci attendiamo dal Governo misure concrete ed efficaci in grado di coprire i danni prodotti dall’emergenza coronavirus perché, senza un adeguato intervento da parte dello Stato, migliaia di attività andranno incontro alla chiusura, con effetti devastanti su Pil e occupazione e il rischio collasso per l’intera economia nazionale”, aggiunge il presidente di Codacons, Carlo Rienzi.