Finanza Notizie Italia Reddito pro-capite: in 10 anni persi 2.400 euro a testa, quello italiano è sotto la media europea

Reddito pro-capite: in 10 anni persi 2.400 euro a testa, quello italiano è sotto la media europea

3 Ottobre 2018 10:18

reddito

In dieci anni, dal 2007 al 2017, gli italiani hanno perso l’8,4% del loro reddito pro-capite, un calo pari a 2.400 euro a testa. Finendo sotto la media europea. E’ ciò che emerge dall’analisi condotta dal centro studi ImpresaLavoro, realizzata su elaborazione di dati Eurostat.

Nel 2017 (ultimo anno rilevato) il reddito pro-capite degli italiani risulta pari a 26.300 euro, contro i 28.700 del 2007, scivolando al di sotto della media sia dell’area euro (30.400 euro) sia dei Paesi dell’Unione Europea a 28 (27.700 euro). Negli ultimi dieci anni, peggio dell’Italia hanno fatto solo Cipro (-8,6%) e Grecia (-23,3%) mentre nelle altre grandi economie europee il dato sul reddito pro-capite appare costante o addirittura in aumento: +1,2% in Portogallo, +2,9% in Francia, +3,2% nel Regno Unito, +10,6% in Germania e addirittura +36,9% in Irlanda.

Tuttavia, in termini assoluti il reddito pro-capite degli italiani appare ancora superiore a quello degli spagnoli (24.500 euro), dei greci e dei portoghesi (17.400 euro) ma resta comunque di gran lunga inferiore a quello della maggior parte dei Paesi europei: Lussemburgo (81.800 euro), Irlanda (56.400 euro), Danimarca (46.500 euro), Svezia (43.000 euro), Paesi Bassi (40.700 euro), Austria (37.100 euro), Finlandia (35.700 euro) e Germania (35.500), Belgio (34.900 euro), Francia (32.300 euro) e Regno Unito (32.100 euro).

Va comunque osservato come nel 2017 è stato registrato un aumento del reddito pro-capite in Italia (+1,5%, pari a 400 euro), contenuto ma pur sempre superiore a quello ottenuto nello stesso periodo dal Regno Unito (+0,9%, pari a 300 euro) e dal Belgio (+1,5%, pari a 500 euro). “I timidi segnali di ripresa non devono illuderci – precisa Massimo Blasoni, presidente del centro studi ImpresaLavoro – La carenza di investimenti pubblici e le perduranti oppressioni fiscale e legislativa deprimono gli sforzi delle aziende e frenano un vero rilancio della nostra economia”. Trovare l’Italia in fondo a questa classifica internazionale suggerisce un progressivo impoverimento degli italiani e lancia il segnale di una difficile ripresa dei consumi interni.