Finanza Notizie Italia Reddito cittadinanza: maxi taglio per chi ha una casa, somme da spendere in negozi italiani. Ma M5S pensa anche a ritorno urne

Reddito cittadinanza: maxi taglio per chi ha una casa, somme da spendere in negozi italiani. Ma M5S pensa anche a ritorno urne

3 Ottobre 2018 11:07

Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio fa nuove precisazioni su come sarà strutturato il reddito di cittadinanza e una precisazione sulla platea dei beneficiari arriva anche dal collega altro vicepremier, Matteo Salvini: “Anche ai rom se sono cittadini italiani per bene”, afferma il leader leghista, mentre infuria sui social proprio la polemica sulla possibilità che i rom possano beneficiare del reddito. Nelle ore precedenti erano arrivate altre conferme sul fatto che il cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle si farà. In particolare, lo stesso capogruppo della Lega Riccardo Molinari, aveva detto: “Il reddito di cittadinanza, la flat tax e la riforma delle pensioni fanno parte del nostro programma politico di governo che vogliamo realizzare”, tenendo a precisare di non aver mai detto che “il caos dei mercati” fosse causato dal “reddito di cittadinanza”.

In serata altre dichiarazioni sulla misura che ha assicurato il forte sostegno degli elettori, soprattutto del Sud, al M5S nelle ultime elezioni politiche sono state rilasciate da Laura Castelli, ad Agorà su Rai Tre, nella giornata di ieri.

“Parliamo di un flusso che per il reddito di cittadinanza vale 10 miliardi, con la riforma strutturale a regime dal primo di gennaio, più 1 miliardo per la riforma dei centri per l’impiego. Due persone nella stessa famiglia hanno diritto al reddito di cittadinanza calcolato con un coefficiente di equivalenza che va da 1 a 1,5, in relazione al numero di componenti del nucleo familiare”. Sulla questione di tracciabilità, il viceministro dell’economia aveva precisato: “nessuno controlla i cittadini, la cosa è diversa, stiamo dicendo che tracciare gli acquisti su una misura che serve ad aiutare le persone in difficoltà, che hanno perso il lavoro, serve per capire se faranno certi tipi di acquisti, di necessità. Non stiamo dicendo che li controlliamo. Ma qualora ci fossero delle stranezze, questo permetterebbe alla guardia di finanza di verificare se quella persona sia davvero in condizione di necessità”.

Castelli aveva anche precisato quanto è stato ribadito da Luigi Di Maio nelle ore successive: I soldi del reddito di cittadinanza non si possono mettere da parte “si devono spendere”.  Il vicepremier ha dato poi istruzioni su come spendere i soldi a disposizione:

“Il reddito di cittadinanza? Se uno imbroglia perde il reddito, se dichiara il falso ha sei anni di galera… Abbiamo messo in piedi un sistema informatico legato alla card che non ti permette di usarlo in alcuni negozi, si disabilita, non vogliamo che uno lo usi al gioco o per scommesse”, ha detto Di Maio, praticamente affermando che un sistema di controlli ci sarà eccome.

Così intervenendo nella trasmissione DiMartedì, Di Maio precisa: “Stiamo mettendo in piedi un sistema informatico con card elettronica che non permette di entrare in certi negozi”. Di fatto, è importante anche “controllare” che i fondi vengano spesi per beni che non sono reputati essenziali. Già prima, interpellato su rete 4 in ‘Quarta repubblica’ su Rete4 aveva affermato che “l’ideale sarebbe usare la tessera sanitaria ma nel frattempo sarà messo su una carta elettronica”.

Una precisazione fatta negli studi di DiMartedì è stata sul dove spendere le somme ricevute: imperativo che la spesa avvenga “negli esercizi commerciali in Italia per far crescere l’economia”. Per Di Maio questo significa che sarà necessario “limitare al massimo le spese fuori dall’Italia”. “Questi soldi si devono spendere presso gli esercizi commerciali italiani per far crescere l’economia”, ha sottolineato. Ma a tal proposito il quotidiano di Confindustria fa notare che sembra difficile la limitazione della spesa ai negozi italiani: “bisognerebbe risalire alla proprietà della miriade di esercizi commerciali presenti sul territorio, e poter bloccare in tempo reale il pagamento con la carrd (o chiederne la restituzione).

C’è però qualcosa che fa storcere il naso non a pochi, e che viene messo in evidenza oggi in un articolo de Il Sole 24 Ore: il reddito di cittadinanza sarà decurtato, praticamente dimezzato rispetto alla somma dei 780 euro al mese, se il beneficiario ha una casa di proprietà:

“Se hai un appartamento e chiedi il reddito di cittadinanza, ti viene stornato il cosiddetto affitto imputato, quindi dai 780 euro concessi ai redditi ‘zero’ arrivi a circa 400 euro”.

Lodando ancora l’iniziativa, il vicepremier ha sottolineato che la misura garantirà “un gettito superiore alle aspettative“, visto che “questi soldi inonderanno il commercio, negozi e piccole imprese”.

E comunque prima, sempre il vice ministro dell’economia Laura Castelli, aveva fatto un esempio sul bancomat per il reddito di cittadinanza:

“Poniamo che debba comprare del pane: basterà dare il “bancomat” al fornaio, che riconoscerà il codice della tesserina tramite un apposito software e scalerà la cifra dell’acquisto”. Così facendo, “non ci sarà alcuno scambio di denaro: il negoziante riavrà dallo Stato in giornata la cifra spesa dal singolo cittadino, come già avviene ora con i normali acquisti. E le banche di acquirente e venditore non avranno visionato nulla”.

Ma da Di Maio, nelle ultime ore, non arrivano solo promesse sul reddito di cittadinanza. Ci sono anche le minacce di un ritorno al voto, di cui parla oggi La Repubblica. Nel far riferimento alle indiscrezioni secondo cui Luigi Di Maio si sarebbe arreso, concordando sulla possibilità che il target sul deficit-Pil annunciato la scorsa settimana al 2,4% nell’intero triennio 2019-2021 venga invece lasciato al 2,4% solo per il 2019, poi portato al 2,2% nel 2020 e al 2% nel 2021, il quotidiano segnala comunque anche che “tra le file dei 5 Stelle sta crescendo il timore che le reazioni delle borse e dell’Europa finiscano per vanificare gli sforzi e per portare la manovra su un binario cieco. Per questo in molti si dicono pronti al piano B, ovvero al voto anticipato. Ipotesi che non dispiace, del resto, neanche all’alleato leghista”.