Pensioni cresciute molto di più degli stipendi negli ultimi anni
Nel 2018 sono 16 milioni i beneficiari di prestazioni pensionistiche in Italia, un numero stabile rispetto al 2017. Ma è ampia la disuguaglianza di reddito tra i pensionati: al quinto con redditi pensionistici più alti va il 42,4% della spesa complessiva.
Così rende noto l’Istat nel report intitolato “Condizioni dei vita dei pensionati” in cui emerge come la spesa totale pensionistica (inclusa la componente assistenziale) nello stesso anno raggiunge i 293 miliardi di euro (+2,2% su variazione annuale).
Redditi pensionistici cresciuti molto più delle retribuzioni
Secondo l’Istat, al quinto più elevato (12,6%) è destinato il 32% del reddito, quota analoga a quella che va complessivamente ai due quinti più bassi.
In termini nominali, continua l’Istat, l’importo medio delle prestazioni del 2018 è aumentato del 70% rispetto a quello del 2000, con una dinamica più marcata rispetto a quella registrata dalle retribuzioni medie degli occupati dipendenti. Rispetto al 2000, infatti, le retribuzioni sono aumentate del 35% in un contesto di crisi economica che si è associata anche a provvedimenti di blocco dei rinnovi contrattuali nel settore pubblico.
Le reazioni delle associazioni dei consumatori
I dati sulle pensioni diffusi oggi dall’Istat rappresentano il simbolo delle disparità economiche e sociali esistenti in Italia. Lo afferma il Codacons. “La stragrande maggioranza dei pensionati italiani non riesce a condurre una vita dignitosa e può considerarsi a tutti gli effetti “povera”, mentre aumenta il divario tra i redditi della categoria – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Quasi 2 milioni di pensionati, il 12,2% del totale, ha ricevuto nel 2018 un importo mensile inferiore a 500 euro, cifra al di sotto della soglia di povertà relativa fissata dall’Istat e pari lo scorso anno a 657 euro per un nucleo di un solo componente”.
Critica anche l’Unione Nazionale Consumatori secondo cui “la disuguaglianza è un problema irrisolto di questo Paese di cui dovremmo vergognarci” afferma il presidente Massimiliano Dona. “Il dato di oggi si somma a quello dei giorni scorsi, secondo il quale il reddito totale del 20% delle famiglie più abbienti è più di sei volte quello del 20% delle famiglie più povere, un valore che colloca l’Italia tra i peggiori d’Europa” prosegue Dona.
“Considerati i diritti acquisiti dei pensionati, l’unica via per arginare il fenomeno è avere un Fisco più equo, rispettoso dell’art. 53 della Costituzione, ossia del criterio della capacità contributiva e della progressività del sistema tributario” conclude Dona.