Finanza Notizie Italia Moody’s alza outlook Italia. E le banche italiane tornano ad acquistare i BTP

Moody’s alza outlook Italia. E le banche italiane tornano ad acquistare i BTP

30 Agosto 2017 11:57

Moody’s rivede al rialzo le stime sulla crescita delle tre principali economie dell’Eurozona- Germania, Francia, Italia-, mentre taglia quelle relative agli Stati Uniti.  Per l’area euro, precisa l’agenzia, prevede “una crescita al di sopra del potenziale sia per quest’anno che per il prossimo”. In particolare, per la Germania Moody’s stima un rialzo del prodotto interno lordo del 2,2% quest’anno e del 2% l’anno prossimo; per la Francia l’outlook è stato rivisto dall’1,3% per il 2017 e +1,4% per il 2018 a +1,6% per entrambi gli anni. Scrive il Financial Times: “perfino l’Italia, che è rimasta indietro nel processo di ripresa che ha accelerato il passo nel resto del Continente, ora è prevista in crescita dell’1,3% nel 2017 e 2018, al di sopra delle precedenti previsioni, rispettivamente di un rafforzamento dello 0,8% e dell’1%.

Una buona notizia per l’Italia, in un momento in cui l’attenzione è focalizzata soprattutto sul suo debito e sulla sua sostenibilità, in atteso di un tapering del Quantitatiìve easing, o scudo BTP, che comunque ci sarà, nonostante Mario Draghi continui a tenere la bocca cucita. 

Nel suo rapporto “Global Macroeconomic Outlook (August 2017 Update): Above-potential growth in advanced economies propels economic expansion”, Madhavi Bokil, vice direttore dell’agenzia di rating, scrive di stimare una crescita del Pil dell’intera Eurozona del 2,1% nel 2017 e dell’1,9% nel 2018, dopo +1,7% del 2016. Nel caso dell’Italia, viene sottolineato che la ripresa continuerà a beneficiare delle politiche di stimoli fiscali e monetari. Fattore che, secondo gli esperti, è anche il motivo per cui bisogna mantenere alta la guardia. Un altro elemento che sosterrà l’Italia – scrive Moody’s – sarà la crescita dell’intero blocco.

A sostenere l’upgrade di Moody’s è il dato relativo alla fiducia sull’economia, che è stato reso noto proprio oggi, e che si è attestato al record degli ultimi 10 anni. L’a Commissione europea ha reso noto, di fatto, che l’indice del sentiment degli imprenditori e dei consumatori è salito ad agosto a 111,9 punti nell’Eurozona, dai 111,3 punti di luglio (dato rivisto al rialzo dai precedenti 112 punti comunicati). L’indicatore tocca il livello più alto dal 2007.

Le condizioni di salute dell’Eurozona e anche quelle dell’Italia sembrano così migliorare. Ma, come ha scritto recentemente un articolo di CNBC, diversi analisti continuano a definire l’Italia la minaccia più grande alla stabilità dell’Eurozona, anche con dati macroeconomici ben superiori alle attese.

Lo stesso Fondo Monetario Internazionale ha avvertito alla fine di luglio che “la ripresa dovrebbe continuare, ma andando avanti ci sono rischi significativi”. L’Fmi stesso ha rivisto al rialzo le stime sul Pil italiano, avvertendo tuttavia contestualmente che “i rischi al ribasso sono significativi”. Tali rischi includono “incertezze politiche, possibili dietrofront al processo di riforma, fragilità finanziarie, rivalutazione del rischio sul credito durante la normalizzazione della politica monetaria”.

Nello stesso articolo Erik Jones, professore di Economia politica internazionale presso la Johns Hopkins University, ha fatto notare che “esiste un ammontare gigantesco di NPL” in Italia e che, “se è vero che la ripresa economica sta andando avanti, è altrettanto vero che ciò sta avvenendo a un ritmo davvero lento..Ancora, ci sono rischi politici all’orizzonte con le elezioni politiche imminenti”.

Jones ha inoltre avvertito: “A un certo punto, in futuro, la Bce alzerà i tassi, e ciò alimenterà dubbi sulla sostenibilità del debito italiano”.

C’è poi la questione di quello che viene definito abbraccio mortale tra le banche italiane e i BTP. Una notizia confortante in tal senso è arrivata lo scorso lunedì 28 agosto. “Dopo due mesi che hanno innervosito alcuni investitori, i dati hanno mostrato che le banche italiane hanno aumentato la loro enorme esposizione ai bond governativi domestici, nel mese di luglio”, ha scritto Reuters.

Stando agli stessi calcoli di Reuters basati sui dati della Bce, l’esposizione verso il debito governativo italiano da parte degli istituti di credito del paese sono saliti di circa 5 miliardi di euro, a 381 miliardi di euro. E tale notizia smorza i timori delle ultime settimane, sul rischio che le banche italiane, in previsione del tapering della Bce, avessero iniziato a vendere i BTP.

Timori che inizialmente erano stati confermati dai dati di giugno, che avevano messo in evidenza un sell off di bond italiani per un valore di 20 miliardi di euro, al record.

 

 

 

 

 

(in fase di scrittura)

 

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