Finanza Notizie Italia Manovra, c’è intesa governo: ecotassa solo auto extra lusso. Reddito cittadinanza ‘invariato’ ma costa meno

Manovra, c’è intesa governo: ecotassa solo auto extra lusso. Reddito cittadinanza ‘invariato’ ma costa meno

17 Dicembre 2018 08:28

Ecotassa sulle auto “ma solo quelle extra lusso”, tagli alle “pensioni d’oro” e riduzione delle tariffe Inail. E’ in questo modo che il governo M5S-Lega avrebbe trovato le risorse volte a garantire che il target sul deficit-Pil possa scendere dal 2,4% iniziale al 2,04% e sperare così che l’Italia possa evitare la procedura di infrazione Ue. E’ questo il risultato della riunione fiume che si è svolta ieri a Palazzo Chigi da cui, secondo fonti di governo, sarebbe stato partorito un “totale accordo tra Conte e i vice premier sui numeri e sui contenuti della proposta da mandare a Bruxelles”.

Sempre fonti di governo hanno precisato le minori risorse, 6,1 miliardi +1 miliardo per la riforma dei centri d’impiego, destinate alla riforma tanto voluta e sbandierata dal M5S di Luigi Di Maio: il reddito di cittadinanza.

La riduzione dei costi, si spiega, è dovuta al fatto che si partirà da fine marzo: i 9 miliardi iniziali erano previsti per il costo della misura per 12 mesi. Inoltre, sulla base delle relazioni tecniche si prevede che il 90% degli aventi diritto faccia richiesta del reddito, e dunque non tutti gli aventi diritto.

Nelle previsioni iniziali, spiegano le fonti di governo interpellate dall’Ansa, “abbiamo stimato che, nell’arco di 12 mesi per ognuno dei prossimi tre anni, i costi del Reddito di Cittadinanza sarebbero stati i seguenti: nel 2019, 9 miliardi e la stessa cifra anche nel 2020 e 2021. Le modifiche attuali sono dovute a due ragioni. La prima è una valutazione tecnico-statistica. Storicamente, le misure di sostegno sociale non sono richieste da tutti coloro che fanno parte della platea degli aventi diritto: sulla base dell’esperienza recente, la percentuale di chi fa richiesta non è stata superiore all’80%. Ad esempio, le domande per il Rei sono state presentate da circa il 50% di chi ne aveva diritto”.

Le fonti continuano, spiegando che “rispetto alla stima iniziale dei costi presentata a settembre, che si basava sull’ipotesi che tutti gli aventi diritto al Reddito di Cittadinanza ne facciano richiesta, le nuove relazioni tecniche sono comunque molto prudenti perché si basano sull’ipotesi che sia il 90% di chi ha diritto a fare richiesta. Si tratta ovviamente di una previsione, perché il diritto resta per tutti coloro che rispettano i parametri stabiliti, ma consente di stimare con più precisione lo stanziamento veramente necessario“.

“Il secondo motivo per cui le nostre stime di costi cambiano è che nel 2019 non serviranno più 9 miliardi, perché la misura partirà a fine marzo e dovrà essere finanziata solo per nove mesi. Quindi, se dividiamo i 9 miliardi per 12 mesi e moltiplichiamo per il costo mensile per 9 mesi, si ottengono 6,75 miliardi all’anno. In base all’aggiustamento tecnico-statistico, il 90% di 6.75 miliardi fa 6,1 miliardi. Sommando a questa cifra 1 miliardo necessario per i centri per l’impiego otteniamo 7,1 miliardi, il costo definitivo del Reddito di Cittadinanza per il 2019. Negli anni successivi 2020 e 2021 non sarà più necessario 1 miliardo all’anno per i centri per l’impiego, ma soltanto 300 milioni per pagare gli stipendi ai nuovi assunti, e anche questi sono stati previsti. Nel 2020 e 2021, sulla base dell’aggiustamento statistico, la misura costerà quindi circa 8,1 miliardi”, concludono le fonti.

Intanto, in attesa di capire se la Commissione europea apprezzerà la decisione del governo Conte di andare incontro alle sue richieste, il vicepremie e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio afferma:

“In questo momento è fondamentale la trattativa che Conte e Tria stanno portando avanti con l’Unione Europea che ci consentirà anche di evitare la procedura di infrazione. Insomma, sono le ore più importanti che stiamo vivendo dal 4 marzo a questa parte. E’ il momento quindi di essere compatti, di non cedere alle strumentalizzazioni e alle provocazioni di chi vorrebbe veder naufragare tutto quello per cui abbiamo lottato e che siamo a un passo dall’ottenere”.

Più provocatorie le dichiarazioni di Matteo Salvini:

“Nelle prossime ore ci sarà la cartina di tornasole. Scopriremo se a Bruxelles hanno voglia di costruire e portano rispetto o se invece prevale il pregiudizio, verso un governo dell’imprevisto. Noi siamo per loro un governo dell’imprevisto. In questo periodo storico c’è bisogno di imprevisti da gestire con l’intelligenza perché il calcolo delle probabilità ci ha portato nel burrone”.

“Siamo alla settimana decisiva -sottolinea il vicepremier da Milano – Sono convinto che con Giuseppe e con Luigi porteremo a casa un risultato che sarà di esempio anche a tutti gli altri governi e popoli europei. Volere è potere. Non chinare il capo, non calare le braghe, non andare in giro con un cappello in mano. Questo ho promesso di fare e vogliamo cominciare a fare”.