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Lavoro, salute e terrorismo le ansie degli italiani

Pubblicato 29 Novembre 2017 Aggiornato 30 Maggio 2022 12:50

Oltre un italiano su tre ritiene di non avere una buona condizione di salute. Quasi uno su due è preoccupato per il terrorismo

Gli italiani? Un popolo di ansiosi. È quanto emerso dal Consumer attitudes survey di Aviva, studio internazionale condotto da Ipsos Mori su un campione di 1.000 adulti maggiorenni.

Solo gli indiani ci superano con un livello di ansia a 6 su una scala di dieci. Per l’Italia il livello di ansia relativo all’ultimo mese si è attestato a 4 su 10.

Le paure degli italiani

Ma cosa preoccupa di più gli italiani? Secondo la ricerca di Aviva siamo un po’ ipocondriaci. Nonostante gli italiani siano una delle popolazioni con la maggiore aspettativa di vita, uno su tre ritiene non avere una buona salute. Il 27% degli interpellati la ritiene media, il 7% pensa di essere cagionevole. Nel complesso il 41% teme di contrarre una malattia grave ma, in questo, non siamo diversi dal resto del mondo.

L’ansia maggiore è però data dal terrorismo, indicato dal 47% dei partecipanti al sondaggio seguito dal tema prettamente italiano del lavoro. 43 italiani su 100 temono infatti la precarietà, in aumento negli ultimi anni.

L’informazione via web

Nonostante gli italiani siano tra i meno attivi nell’utilizzo del web o delle app per effettuare pagamenti, il ricorso alla rete per informarsi sui sintomi e sulle patologie è molto diffuso, una pratica non sempre consigliabile.

Italiani e irlandesi (rispettivamente 41% e 39%) sono superati soltanto da turchi e indonesiani (rispettivamente 42% e 48%). Rispetto alla media degli altri paesi analizzati, gli italiani sono anche più propensi a leggere su forum e social media le esperienze di altre persone con stessi sintomi, patologie o disturbi.  

A fronte di tutta questa preoccupazione solo 1  su 10 ha dichiarato di possedere un prodotto assicurativo dedicato alla salute contro i valori più alti degli altri Paesi europei come ad esempio la Francia in cui la percentuale sale al 34%.