Notiziario Notizie Italia Indagine Acri-Ipsos: italiani più pessimisti su economia, per 35% ideale è non investire

Indagine Acri-Ipsos: italiani più pessimisti su economia, per 35% ideale è non investire

30 Ottobre 2019 13:43

Italiani che riescono a risparmiare di più, senza fare troppe rinunce. Italiani che amano risparmiare e che amano la liquidità, il cash. Ma italiani, anche, che guardano con un pessimismo crescente alle dinamiche dell’economia del loro paese. E che sono spaventati al punto da rinunciare a cercare anche l’investimento ideale: meglio spenderli, a quel punto, i soldi, oppure conservarli. Dunque, risparmiare. E’ la fotografia che emerge dall’indagine annuale realizzata dall’Acri, (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio), in collaborazione con l’Ipsos, in vista della 95esima Giornata mondiale del risparmio, in calendario nella giornata di domani, 31 ottobre. L’evento avrà luogo presso l’Angelicum Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, a Roma.

Dalla serie di scatti fatti per valutare la propensione al risparmio e agli investimenti degli italiani, risulta, anche, che i cittadini sono sempre più attenti al clima e agli investimenti green.

“Si affaccia con prepotenza – sottolinea l’Acri – la volontà di investire in attività con un impatto positivo su ambiente e società, anche mettendo il rendimento in secondo piano, sia pur preservando come criterio principale l’attenzione al rischio”. Un interesse che è destinato a offrire, “per chi saprà coglierla, una nuova prospettiva per ridurre la preferenza per la liquidità e per aumentare l’investimento in attività di impatto sociale e ambientale”.

Sì, perchè l’amore degli italiani per il contante rimane solido, anche e/o soprattutto per l’incertezza che interessa l’economia globale. E così, si legge nel rapporto, nel gestire il risparmio si continua a preferire la liquidità(lo fa il 63% degli italiani), “sia per indole sia per trovarsi più preparati in un contesto incerto”. 

“Le preoccupazioni future, come motivazione del risparmio, salgono dal 37% al 48%. Rimane stabile al secondo posto (26%) la volontà di risparmiare per un progetto futuro. Il risparmio viene quindi tesaurizzato ancora in gran parte in liquidità, per una ridotta facilità di trovare un investimento ideale o per la diffidenza verso norme e istituzioni che lo tutelano (il 60% ritiene non sia adeguatamente tutelato)”.

Il pessimismo nei confronti della capacità di ripresa dell’economia italiana aumenta. È ancora diffusa “la sensazione che la crisi sia ancora lunga da superare (ci vorranno in media quasi cinque anni) ed è in serio aumento il pessimismo sull’Italia: il 39% è pessimista sui prossimi tre anni, mentre il 24% è ottimista”.

E, contestualmente, diminuisce anche la fiducia riposta nell’economia europea e mondiale (in un contesto che vede in primo piano i timori di un forte rallentamento, a causa degli impatti negativi provenienti dalla Brexit e dalla guerra commerciale Usa-Cina).

Detto questo, l’Acri rileva che, “nel momento in cui gli italiani riflettono sulla propria situazione personale e il proprio individuale futuro, le cose cambiano. Il 59% è soddisfatto della propria situazione economica, dato in crescita di quattro punti rispetto al 2018 e di 17 rispetto al 2013, il miglior dato dopo quello del 2001 (65%). E ancora un 24% ritiene che la propria situazione migliorerà nel corso del 2020, mentre solo il 14% è pessimista”. Questi dati positivi “non devono far dimenticare che quasi una famiglia su cinque è colpita dalla crisi in almeno uno dei componenti il nucleo familiare (18%), un dato in riduzione: nel 2018 era il 24%”.

Rimane però la nota stonata rappresentata dalla difficoltà a trovare il cosiddetto investimento migliore. Tanto che “per il 35% (degli italiani) l’ideale è proprio non investire, tenersi i soldi o spenderli”. Si tratta di una percentuale superiore di cinque punti rispetto al 2018, che raggiunge il massimo della serie (nel 2001 gli italiani che ritenevano fosse meglio non investire erano il 21%). Scende inoltre sei punti la percentuale di chi è attratto verso titoli considerati più sicuri, oggi ideali per il 25%.  Si confermano stabili il ‘mattone’ al 33% e gli investimenti più rischiosi al 7% .  Su base annua, dunque rispetto al 2018, crescono inoltre i correntisti (85%, +4 punti percentuali) e quelli che approcciano il risparmio gestito (16%, +4 punti)”.

INDAGINE ACRI IPSOS: PER 60% ITALIANI EURO SARA’ SEMPRE PIU’ UN VANTAGGIO

Per il 73% degli italiani sarebbe un grave errore uscire dall’Ue. Dal rapporto emerge comunque che gli italiani sono delusi dall’Europa, verso la quale hanno “reazioni ambivalenti: l’oggi delude molto, ma appena si sposta lo sguardo sul futuro si ritrova l’antico europeismo”.

Per il 60% “l’euro nel futuro sarà sempre più un vantaggio”. L’Unione Europea, “continua a dividere gli italiani: il 49% ne ha fiducia, mentre il 51% ne ha poca. Se questa bassa fiducia aleggia ormai da anni, come riportano anche i dati di Eurobarometro di giugno 2019 (il 55% non si fida dell’Ue), è anche vero che per il 65% dei nostri concittadini l’Europa andrà nella giusta direzione. Questo dato è in forte crescita rispetto al 2018 (+14 punti percentuali) e si contrappone al contenuto 24% che ritiene che l’Europa stia andando nella direzione sbagliata”. “Del resto anche nei confronti dell’euro le negatività si stanno attenuando: il 37% oggi è a favore, dato in crescita da cinque anni. Soprattutto i giovani ritengono che in prospettiva sia imprescindibile per il Paese: il 65% contro il 60% del totale Italia, in crescita di quattro punti dall’anno scorso e di 13 punti dal 2013”.