Finanza Notizie Italia Imprese: novembre è il mese delle tasse, ma poche holding le pagano qui

Imprese: novembre è il mese delle tasse, ma poche holding le pagano qui

4 Novembre 2019 09:51

Novembre è il mese delle tasse per le imprese e i lavoratori autonomi. Tra le ritenute dei dipendenti, degli autonomi e dei collaboratori, gli acconti Iva, Ires, Irpef, Irap e le addizionali comunali e regionali Irpef, questo mese si verseranno al Fisco 55 miliardi di euro, secondo le stime della Cgia di Mestre. In Italia la pressione fiscale sulle imprese è al 59%, la più alta d’Europa dopo la Francia. Non solo. In Italia l’iter per pagare le tasse è il più complicato e lungo d’Europa, insieme al Portogallo. Peccato che questo sforzo sia quasi esclusivamente sulle spalle delle piccole e medie imprese, mentre le grandi holding sempre più spesso spostano la sede fuori dal paese e versano le tasse altrove.

 

Solo i francesi sono più tartassati di noi
Sebbene sia una comparazione che va analizzata con molta prudenza, secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, solo la Francia con il 60,7% presenta un carico fiscale sulle imprese (in percentuale sui profitti commerciali) superiore a quello dell’Italia, dove si ferma al 59,1%. La media dell’area euro è pari al 42,8%, vale a dire ben 16 punti in meno che da noi e la Germania, principale economia europea, registra il 48,8%.

 

Il peggior sistema burocratico insieme al Portogallo
Oltre ad avere la pressione fiscale sulle imprese tra le più elevate d’Europa, l’Italia è, assieme al Portogallo, il paese dove pagare le tasse è più difficile, a causa di una burocrazia lunga e complessa. Sempre dai dati della Banca Mondiale risulta che in Italia sono necessari 30 giorni solo per raccogliere tutte le informazioni necessarie per calcolare le imposte dovute, per completare tutte le dichiarazioni dei redditi e per presentarle all’amministrazione finanziaria ed effettuare il pagamento. In Francia, l’unico Paese Ue con un carico fiscale sulle imprese superiore al nostro, per espletare le incombenze burocratiche sono necessari solo 17 giorni, mentre la media dell’area dell’euro è di 18 giorni.

 

Le holding versano le tasse altrove, sforzo fiscale è sulle spalle delle Pmi
Se fino a 35 anni fa anche le grandi imprese davano un contributo importante in termini di gettito, da qualche decennio questo apporto si è praticamente esaurito. Sino alla prima metà degli anni ’80, ad esempio, l’Italia era tra i leader mondiali nella chimica, nella plastica, nella gomma, nella siderurgia, nell’alluminio, nell’informatica e nella farmaceutica. Grazie al ruolo e al peso di tante grandi imprese pubbliche e private (Montedison, Eni, Montefibre, Pirelli, Italsider, Alumix, Olivetti, Angelini, etc.), lo sviluppo economico ed occupazionale ruotava attorno a questi comparti e il fisco ne traeva un grande beneficio.

A distanza di quasi 40 anni, invece, molte di queste realtà si sono estinte e una parte dei pochi grandi player rimasti, inoltre, ha deciso di trasferirsi dove si pagano meno tasse. Come sottolinea la Cgia di Mestre, son sono poche le holding italiane (FCA, Eni, Enel, Ferrero, Telecom, Saipem, Luxottica Group, Illy, etc.) che da qualche anno hanno trasferito la sede legale principale, o di una consociata, nei Paesi Bassi per beneficiare anche della fiscalità di
vantaggio offerta da questo paese.

 

Quale è l’imposta più onerosa per le imprese?
Tornando alle tasse che le imprese e i lavoratori autonomi dovranno pagare questo mese, l’imposta più onerosa sarà l’Iva, che comporterà un incasso per l’erario di 15 miliardi di euro. Segue l’acconto Ires in capo alle società di capitali (Spa, Srl, Società cooperative, etc.): queste ultime anticiperanno al fisco 13,3 miliardi di euro. I collaboratori e i lavoratori dipendenti, attraverso i rispettivi datori di lavoro, “daranno” al fisco le ritenute per un importo pari a
11,9 miliardi di euro. L’acconto Irpef, invece, costerà alle aziende e ai percettori di redditi diversi (fitti, plusvalenze, lavoro occasionale, etc.) 6,2 miliardi di euro, mentre l’Irap implicherà un prelievo di 6,1 miliardi. L’addizionale regionale Irpef garantirà ai governatori 1 miliardo, mentre le ritenute dei lavoratori autonomi peseranno sulle tasche di questi ultimi per 950 milioni di euro. Le addizionali comunali Irpef, infine, permetteranno ai sindaci di incassare 413 milioni di euro e dalle ritenute dei bonifici delle detrazioni Irpef l’erario incamererà 190 milioni.

 

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