Notiziario Notizie Italia Imprese: 650 mld di fatturato perso, nello scenario peggiore l’emergenza durerà tutto il 2020

Imprese: 650 mld di fatturato perso, nello scenario peggiore l’emergenza durerà tutto il 2020

17 Marzo 2020 14:55

Le imprese italiane potrebbero perdere tra i 270 e i 650 miliardi di fatturato nel biennio 2020-21 a causa del coronavirus, a seconda della durata dell’epidemia e della velocità di reazione del nostro sistema. La contrazione sarebbe particolarmente violenta quest’anno, con conseguenze senza precedenti per alcuni settori, come le strutture ricettive e la filiere automotive. È questo lo scenario che emerge dal nuovo Cerved Industry Forecast, dedicato agli impatti attesi del Covid-19 su oltre 200 settori dell’economia italiana, che include anche una stima degli effetti economici sui sistemi economici regionali. Soltanto l’anno prossimo, si prevede un rimbalzo, che riporterebbe i ricavi vicini e, in alcuni casi, al di sopra dei livelli del 2019.

Cerved considera due scenari possibili:
– Uno scenario base, secondo il quale l’emergenza terminerebbe a maggio 2020, sarebbero necessari due mesi per tornare alla normalità, con impatti molto importanti sulle economie mondiali e quindi sulle attività di import-export.

  • Uno scenario pessimistico, che prevede la durata dell’epidemia fino alla fine del 2020, sei mesi per tornare alla normalità e un completo isolamento dell’economia italiana.
  • In entrambi gli scenari si prevedono importanti sostegni pubblici a favore di imprese e famiglie e la tenuta dei mercati finanziari.

Gli effetti sulle imprese nello scenario migliore
In uno scenario di rapido rientro dell’emergenza, le imprese italiane perderebbero il 7,4% dei propri ricavi nel 2020, per poi riprendersi nell’anno successivo, in cui è previsto un aumento del 9,6%. Questo riporterebbe i fatturati di nuovo oltre i livelli del 2019. Rispetto a uno scenario senza epidemia, la perdita sarebbe comunque molto rilevante, pari a 220 miliardi nel 2020 e a 55 miliardi nel 2021.

imprese, coronavirus

In termini assoluti, quasi la metà della perdita del 2020 sarebbe concentrata tra le imprese che hanno sede in Lombardia (-62 miliardi) e nel Lazio (-47 miliardi). In termini percentuali, la caduta sarebbe tuttavia più pesante per la Basilicata (-11,1%) e per il Piemonte (-9,6%), che sarebbero penalizzati dalla specializzazione nella filiera dell’automotive.

Dal punto di vista settoriale, gli impatti sarebbero molto diversificati nell’economia: la previsione è di una perdita particolarmente consistente tra gli alberghi, le agenzie di viaggio, le strutture ricettive extra-alberghiere, i trasporti aerei, l’organizzazione di eventi, la produzione di rimorchi e allestimento di veicoli, i concessionari auto, che vedrebbero una riduzione di oltre un quarto dei propri ricavi. Viceversa, alcuni settori potrebbero beneficiare dell’emergenza: si prevede una crescita molto consistente con tassi a due cifre per il commercio online, per la distribuzione alimentare moderna e per gli apparecchi medicali.

Gli effetti sulle imprese nello scenario peggiore
Nel caso di durata prolungata dell’emergenza, la caduta dei ricavi per le imprese nell’anno in corso sarebbe molto consistente, pari al 17,8%. Questo equivarrebbe a una perdita di 470 miliardi rispetto a uno scenario senza epidemia, in base al quale i ricavi sarebbero aumentati dell’1,7% nel 2020. Nel 2021 si prevede un rimbalzo, con un aumento dei ricavi del 17,5%, insufficiente a recuperare i livelli del 2019 e con un’ulteriore perdita di 172 miliardi rispetto allo scenario tendenziale.

I settori con i maggiori impatti sarebbero sostanzialmente gli stessi individuati nello scenario base, ma con impatti in alcuni casi drammatici: gli alberghi perderebbero quasi tre quarti dei propri ricavi nell’anno in corso; agenzie di viaggi e strutture extra-alberghiere quasi due terzi; l’automotive e i trasporti intorno alla metà del proprio fatturato. In uno scenario così estremo, per alcuni settori anticiclici – come l’e-commerce, la distribuzione alimentare moderna, la farmaceutica e gli apparecchi medicali – le previsioni sono invece anche più positive rispetto allo scenario base. Nel caso del commercio elettronico, i ricavi crescerebbero addirittura del 55%.

Dal punto di vista territoriale, nessuna regione sarebbe in grado nel 2021 di recuperare i livelli di fatturato pre-coronavirus. Per sei regioni la perdita dei ricavi del 2020 sarebbe superiore al 20% (Basilicata, Abruzzo, Sardegna, Piemonte, Valle d’Aosta, Lazio); nelle altre regioni la caduta sarebbe comunque intorno al 15%.