Notiziario Notizie Italia E’ il momento di Game of Rome. Priorità disinnescare mina Iva. Incognite inciucio M5S-Pd, Lega chiede voto

E’ il momento di Game of Rome. Priorità disinnescare mina Iva. Incognite inciucio M5S-Pd, Lega chiede voto

21 Agosto 2019 11:20

Su una cosa, in questo ennesimo grave momento di crisi politica esplosa in Italia, sembrano concordare tutti: è necessario disinnescare la mina vagante dell’Iva. 

L’urgenza che si respira da più parti, tuttavia, è anche quella di varare la manovra economica per il 2020 che, secondo alcune fonti, dovrebbe avere un valore minimo da 30 miliardi. Il Sole 24 Ore riporta tra l’altro che, in caso di un governo senza sovranisti, l’Unione europea potrebbe ritrovarsi a essere più magnanima nei confronti dell’Italia e decidere di concedere (nuovamente) margini di flessibilità: “nel caso di un governo senza sovranisti, Bruxelles potrebbe autorizzare un deficit aggiuntivo di 8-10 miliardi”.

Se poi il Colle decidesse di tornare al voto, prosegue il quotidiano di Confindustria, “il Governo di garanzia chiamato a gestire la ‘fase elettorale’ eviterebbe di varare una legge di bilancio classica e si limiterebbe a neutralizzare per soli 4 mesi (fino ad aprile 2020) le clausole di salvaguardia fiscali e a finanziare le spese obbligate più urgenti per garantire l’agibilità di gestione della Pa all’inizio del prossimo anno”. 

Mentre si tenta di capire quali saranno le prossime mosse dei partiti politici italiani – le consultazioni presso il Quirinale inizieranno oggi alle 16 ora italiana – vari analisti ed esperti di tutto il mondo stilano diversi scenari.

Nella terza parte del suo report “Game of Rome”, con cui viene parafrasata la nota serie televisiva “Games of Thrones”, la divisione di Barclays consiglia intanto ai suoi clienti di “procedere con cautela”, guardando all’Italia.

“Il dibattito che si è svolto al Senato nella giornata di martedì (successivo all’annuncio delle dimissioni del premier Giuseppe Conte, che si è poi effettivamente dimesso in serata salendo al Colle), non ha dato indicazioni chiare su ciò che avverrà ora – si legge nell’analisi – La crisi di governo rimane aperta a ogni possibile scenario: le elezioni anticipate sono sul tavolo così come sono sul tavolo scenari alternativi che potrebbero consentire alla legislatura di andare avanti. Noi raccomandiamo cautela visto che, in questo momento, la probabilità di scenari favorevoli al mercato (market-friendly) è praticamente uguale a quella di scenari non favorevoli”.

A tal proposito, lasciando perdere per un attimo il report di Barclays, sulla probabilità che si insedi un governo giallorosso, nuovi scenari sono emersi con un articolo del Corriere della Sera, che ha lanciato l’ipotesi di un “mandato esplorativo a Fico” per verificare la possibilità di una maggioranza M5s-Pd. Ma se il Pd è lacerato di fronte a una tale eventualità, altrettanto lo è il M5S di Luigi Di Maio che, in una nota, smentisce tra l’altro alcune ricostruzioni stampa: “Quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa è totalmente falso. Il Vicepresidente Luigi Di Maio non ha mai chiamato alcun leader politico. I contenuti delle stesse conversazioni attribuiti al vicepresidente sono pertanto falsi. Al contrario, sono invece numerose le sollecitazioni che il M5s riceve in queste ore da più parti…”.

Tornando a Barclays, la divisione di ricerca del colosso bancario britannico fa notare come la situazione sia alquanto nebulosa, come dimostrano gli interventi di ieri al Senato di esponenti del “M5S, Lega, e Pd”, che “non hanno fornito indicazioni chiari sulle loro strategie”.

Sulla base di questo dato di fatto, gli analisti scrivono: “Sebbene Salvini non abbia escluso una possibile continuazione dell’attuale governo anti-establishment, la forte retorica utilizzata da Conte e da diversi esponenti del M5S suggerisce che ci sia una scarsa propensione ad accettare il ramoscello di ulivo offerto da Salvini. Allo stesso tempo, sebbene l’ex premier Matteo Renzi abbia confermato che, a suo avviso, lo scenario di un ritorno al voto subito dovrebbe essere evitato, il segretario del Pd Nicola Zingaretti (che non è un membro del Parlamento) è stato più cauto su un accordo potenziale con il M5S”.

Dal canto loro i capigruppo della Lega Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari hanno appena scritto:

“La Lega è già tutta al lavoro per costruire l’Italia dei SÌ, fondata su un taglio di tasse per 10 milioni di cittadini, investimenti pubblici, infrastrutture, processi giusti e veloci, certezza della pena e bambini che tornano a nascere. Altri stanno pensando al governo dei NO e delle poltrone? Andiamo a elezioni e facciamo scegliere gli Italiani! Chi scappa dalle urne ha la coscienza sporca”.