Finanza Notizie Italia Decreto Carige divide l’Italia, Renzi: ‘si vergognino per offese e insulti’. Di Maio: ‘noi non la venderemo a due euro’

Decreto Carige divide l’Italia, Renzi: ‘si vergognino per offese e insulti’. Di Maio: ‘noi non la venderemo a due euro’

8 Gennaio 2019 15:27

Tweet infuocati e commenti al vetriolo, conditi di insulti, offese, rinfacci…principalmente di rabbia. E’ la rabbia dell’Italia che si divide in due grandi blocchi. Banca Carige diventa terreno di scontro tra la maggioranza M5S-Lega e le opposizioni al governo, che tuonano contro un decreto – quello approvato ieri dall’esecutivo gialloverde – che molti fanno notare essere una copia delle misure adottate dai precedenti governi: esattamente quelli contro cui sia la Lega di Matteo Salvini che il M5S di Luigi Di Maio si erano tanto accaniti negli ultimi anni, sbandieranno continuamente il mantra di “mai soldi pubblici alle banche”. E invece ora proprio loro, i populisti, potrebbero trovarsi costretti ad aiutare quel mondo che, in teoria, hanno sempre detestato, quelle banche che hanno sempre etichettato come poteri forti. Nel decreto di emergenza per Carige approvato ieri sera, sono contemplate infatti misure già note ai cittadini italiani: quella della garanzia pubblica sui bond, già applicata nella gestione della crisi dellebanche venete Popolare di Vicenza e Veneto Banca e, sebbene vista come ultima soluzione a cui ricorrere, quella della ricapitalizzazione pubblica precauzionale: strumento utilizzato per salvare Mps.

Il decreto legge, leggendo il comunicato, prevede la possibilità per Carige “di accedere a forme di sostegno pubblico della liquidità che consistono nella concessione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze della garanzia dello Stato su passività di nuova emissione ovvero su finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d’Italia“.

Sull’ipotesi di ricapitalizzazione di Stato, il comunicato prevede che “in considerazione degli esiti del recente esercizio di stress cui la banca è stata sottoposta viene prevista la possibilità per Carige di accedere – attraverso una richiesta specifica – a una ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale, volta a preservare il rispetto di tutti gli indici di patrimonializzazione anche in scenari ipotetici di particolare severità e altamente improbabili (cosiddetti scenari avversi dello stress test)”.

In realtà il vicepremier, ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini ha messo subito le mani in avanti facendo notare quelle che, a suo avviso, sarebbero le differenze tra questo decreto e le misure adottate dai governi Renzi e Gentiloni: “Mentre Renzi e Boschi i risparmiatori li hanno ignorati e dimenticati, noi siamo intervenuti subito a loro difesa senza fare favori alle banche, agli stranieri o agli amici degli amici. Bene l’azione a tutela dei risparmiatori liguri e italiani e bene il miliardo e mezzo stanziato in manovra per gli altri cittadini truffati”.

Immediata la reazione dell’opposizione, soprattutto del Pd chiamato direttamente in causa e dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi:

“Salvini e Di Maio si devono vergognare per quello che hanno detto per anni contro di noi. Si devono vergognare per le offese e gli insulti. Hanno truffato gli italiani raccontando storie non vere su di noi: sulla Tav, sulla Tap, sull’Ilva, sulle trivelle… Adesso persino sulle banche“. 

Così Ettore Rosato (PD): “Lo hanno fatto di notte. E’ durato 10 minuti, non hanno fatto una conferenza stampa per spiegarlo dopo. È il consiglio dei ministri che ha approvato il decreto salvabanche. Sì, proprio Salvini e Di Maio hanno fatto il decreto che ‘con i soldi degli italiani salvano le banche’, esattamente come dicevano di noi. Ma le banche non erano il nemico che bisognava far fallire? Mi sa che oggi continueranno a parlare tutto il giorno dei 49 disgraziati sul barcone per sviare l’attenzione”.

Mentre Così Francesco Boccia, deputato PD e candidato alla segreteria del Partito Democratico si è così espresso:

“Il governo mette a nudo tutti di fronte alla realtà e, giorno per giorno, ognuno può giudicare la qualità dell’azione pubblica. Ieri al governo Lega-M5S è toccato prendere in Consiglio dei Ministri, una decisione sulla crisi finanziaria della Banca genovese Carige. Anziché essere conseguenti con la propaganda becera fatta quando erano all’opposizione sul salvataggio delle banche in crisi, hanno utilizzato gli stessi strumenti di intervento statale, scaricando, come era inevitabile, il costo potenziale della crisi sui contribuenti italiani. Succede così quando l’obiettivo prioritario è salvare i risparmiatori. Certo, anche questa volta potrebbe avvenire come per il Montepaschi con il burden sharing, l’azzeramento dei soci e di alcune categorie di obbligazionisti, ma questo lo capiremo solo nei prossimi giorni e dipenderà dalle scelte che saranno fatte. Per il momento, limitiamoci a dare il benvenuto nel mondo reale a Salvini e Di Maio. Da professionisti della propaganda contro i salvataggi di Stato si sono trasformati in politici formalisti, con il comunicato di ieri che sembrava scritto da Dombrovskis o Shäuble che recitava così ‘le misure sono state prese in stretto raccordo con le istituzioni Comunitarie, tali garanzie saranno concesse nel pieno rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato’. Nulla di scandaloso, semplicemente l’arrivo di Lega e M5S nel mondo reale per salvare la banca dei genovesi”.

Ma il vicepremier, ministro dello Sviluppo economico  e leader del M5S Luigi Di Maio ha elencato in dieci punti su Facebook quelle che sarebbero le differenze tra gli interventi dei governi precedenti e il decreto approvato ieri dal governo M5S-Lega, dopo una riunione di emergenza sul caso Carige:

Quante balle dei giornali, di Renzi e della Boschi sulle banche. Proprio loro parlano! Le smonto tutte in 10 punti che vi prego di diffondere al massimo!”.

1. Non abbiamo dato un euro alle banche.

2. Abbiamo scritto in una legge che se serve lo stato potrà garantire nuovi titoli di Stato e potrà ricapitalizzare. Speriamo non serva.

3. Se si dovesse usare quella garanzia o se si dovessero mettere soldi pubblici, banca Carige deve diventare di proprietà dello Stato. Ovvero deve essere nazionalizzata.

4. In questo modo non ci sarà nessun regalo ai banchieri e nessun azionista e obbligazionista truffato.

5. Non sarà come Etruria perché salviamo tutti gli obbligazionisti e correntisti“.

“6. Non sarà come le banche venete perché non la venderemo a due euro dopo averla ripulita dei debiti con i soldi pubblici.

7. Renzi e la Boschi che fanno le vittime fanno ridere i polli: se avessero fatto come noi non ci sarebbero stati risparmiatori sul lastrico, ma evidentemente ai loro amici e parenti non conveniva.

8. Ora vedremo chi è stato a non restituire i soldi a Carige affossandola.

9. Ci batteremo in Europa per riformare il sistema di vigilanza bancaria e faremo la separazione tra banche commerciali e d’affari. Cose che nessuno si è mai sognato di fare.

10. Noi abbiamo messo 1,5 miliardi per i truffati delle banche di cui è responsabile il vecchio governo. Non ci saranno altri truffati”.

“Ps: ma secondo voi se stessimo aiutando le banche i media e questi politici falliti continuerebbero a farci la guerra? Svegliaaaaa!!! La Camera dei Deputati si muova ad approvare l’istituzione della commissione di inchiesta sulle banche. Ne vedremo delle belle”.

Sulla questione, è intervenuta anche la Codacons, che è scesa in campo lanciando una azione risarcitoria collettiva finalizzata ad ottenere il rimborso degli investimenti persi.

“Tutti gli azionisti e gli obbligazionisti che hanno acquistato titoli Carige tra gennaio 2012 e dicembre 2013, o che li hanno acquistati prima del gennaio 2012 senza venderli sino ai primi mesi del 2014 (quando è stata resa pubblica l’accusa rivolta agli attuali imputati di aver falsificato i bilanci relativi agli anni 2012 e 2013)  possono presentare la propria costituzione di parte civile nell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma e chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti e il rimborso delle perdite finanziarie legate ai titoli di banca Carige. Attraverso l’azione collettiva lanciata oggi, gli avvocati dell’Associazione procederanno alla redazione dell’atto e a rappresentare i risparmiatori in giudizio fino alla sentenza di primo grado, per chiedere il rimborso integrale degli investimenti oltre al risarcimento del danno morale pari a 10.000 euro ad investitore. Il danno verrà richiesto oltre che agli imputati, anche alla stessa banca Carige, in quanto datore di lavoro di tutti gli ex amministratori e dirigenti indagati.

Tutti gli interessati possono aderire all’azione entro il 25 febbraio 2019 scaricando l’apposita modulistica alla pagina del sito della Codacons.