Finanza Notizie Italia Commissione Ue boccia l’Italia: squilibri eccessivi. Il debito è troppo elevato e mancano riforme

Commissione Ue boccia l’Italia: squilibri eccessivi. Il debito è troppo elevato e mancano riforme

27 Febbraio 2019 15:23

L’Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. E’ questo il giudizio della Commissione europea, al termine della valutazione della situazione economica e sociale negli Stati membri. Lo stesso verdetto è stato riservato soltanto ad altri due paesi: Cipro e Grecia.

Il debito rischia di diventare insostenibile
A preoccupare Bruxelles è soprattutto l’elevato debito, che con il tempo potrebbe diventare insostenibile. “L’alto debito pubblico italiano rimane una grande vulnerabilità – si legge nel rapporto stilato dalla Commissione – Nel medio e lungo termine, l’elevato ammontare, la sua sensibilità agli shock macroeconomici e i futuri costi legati all’invecchiamento della popolazione rappresentano forti rischi di sostenibilità”. Considerato anche il contesto economico, che si sta indebolendo. Dopo una solida crescita nel 2017, con il Pil cresciuto dell’1,6%, l’attività economica italiana ha rallentato, segnando un +1% nel 2018. Una decelerazione che proseguirà “in modo considerevole nel 2019, tra l’elevata incertezza sulle politiche interne e le prospettive globali, prima di una ripresa nel 2020”.

Quota 100 e decreto Dignità bocciati dalla Commissione
Il giudizio della Commissione è negativo anche per quanto riguarda la manovra elaborata dal governo per il 2019. A cominciare da Quota 100. “Le nuove misure che hanno introdotto la possibilità di pensionamento anticipato, facendo marcia indietro sulle precedenti riforme pensionistiche, aumenteranno la spesa pensionistica e rischiano di peggiorare la sostenibilità del debito in futuro, anche a causa di possibili effetti negativi sul potenziale di crescita”, tuonano da Bruxelles, che storce il naso anche sul decreto Dignità. “Nonostante le recenti misure, le politiche attive del mercato del lavoro rimangono deboli e scarsamente integrate con le politiche sociali”. Insomma, la Ue non rileva alcun progresso da parte dell’Italia in termini di tassazione (mancanza di una imposta patrimoniale), pensioni, giustizia, competitività e lavoro.

E adesso?
Questa è la relazione che valuta i progressi compiuti da ogni Stato membro nell’attuare le raccomandazioni specifiche formulate da Bruxelles lo scorso luglio. I risultati saranno discussi in sede di Consiglio. Nei prossimi mesi la Commissione si recherà negli Stati membri per incontrare gli esponenti di governo e discutere sulle loro scelte politiche in vista dei programmi nazionali da adottare in aprile e porterà, alla fine della primavera, alla formulazione delle raccomandazioni specifiche per paese annuali.