Bce di Lagarde verso Whatever It Takes contro l’inflazione, ma la crescita? Sell sui BTP
Bce guardinga sull’inflazione dell’area euro e su una sua eventuale accelerazione: in un discorso proferito da Sintra, Portogallo, dove è in corso il Forum annuale delle banche centrali organizzato dalla Bce, la padrona di casa Christine Lagarde torna suo malgrado a far salire i tassi sui BTP e di altri debiti sovrani del blocco, pur rimarcando l’impegno ad accelerare la creazione di un nuovo strumento scudo anti-spread salva BTP.
Il tema del forum della Bce, quest’anno, è “Challenges for monetary policy in a rapidly changing world”, ovvero “Sfide per la politica monetaria in un mondo che cambia rapidamente”.
L’evento, iniziato ieri lunedì 27 giugno durerà fino a domani, 29 giugno 2022.
Lagarde non teme la recessione in Eurozona, ma è consapevole del rischio che il trend dei prezzi non si sfiammi al ritmo e nei tempi desiderati. Di conseguenza, valutare l’opzione di rialzi dei tassi più aggressivi è d’obbligo.
Non per niente la Bce stima per quest’anno un’inflazione headline in crescita del 6,8% su base annua, ben oltre il target del 2% prefissato dalla banca centrale.
Riguardo all’espansione del Pil, ha detto Lagarde, “abbiamo rivisto al ribasso in modo significativo le nostre stime di crescita relative ai prossimi due anni. Ma ci aspettiamo ancora tassi di crescita positivi, grazie ai cuscinetti nazionali dispiegati contro la perdita del momentum”.
Vale la pena far notare che, a fronte della cautela di Jerome Powell, presidente della Fed, che ha appena ammesso che esiste il rischio che l’economia americana scivoli in recessione, la numero uno della Bce Lagarde, responsabile della politica monetaria di un’area, quella dell’Eurozona, molto più esposta alle conseguenze delle sanzioni che hanno colpito la Russia a causa della sua invasione dell’Ucraina e in generale al conflitto russo-ucraino, continua a sfoderare ottimismo sul Pil dell’area.
La preoccupazione sull’accelerazione dell’inflazione è invece più dominante, sebbene Lagarde cerchi di stemperare il suo lato diventato improvvisamente hawkish: la presidente della Bce conferma così l’intenzione di “alzare i tassi di 25 punti base a luglio” e parla anche dell’ “opzionalità di alzare i tassi anche oltre nel mese di settembre“. Ricordando che, in ogni caso, “l’impegno ad alzare i tassi dipende dai dati“.
Ma “chiaramente – continua la presidente dell’Eurotower – ci sono condizioni in cui il gradualismo (nel varare le strette monetarie) non sarebbe appropriato, come nel caso in cui dovessimo assistere a una inflazione più alta che minacciasse le aspettative sull’inflazione“. In quel caso “ritireremmo più velocemente le misure accomodanti”.
Insomma, “se l’outlook sull’inflazione non dovesse migliorare, disporremmo comunque di informazioni sufficienti per muoverci più velocemente (dunque con rialzi dei tassi più aggressivi) Questo impegno, tuttavia, dipende dai dati”.
Nessun dettaglio invece sullo scudo anti-frammentazione euro, in Italia noto anche come scudo anti-spread, che è stato annunciato dopo la fine della riunione di emergenza dell’Eurotower, indetta da Lagarde & Co per frenare l’ondata di sell off che si è abbattuta sui debiti sovrani, BTP in primis, e anche sulle borse a seguito dello shock del Bce-Day
Lagarde si limita a ribadire che “accelereremo il completamento di un nuovo strumento” e che la Bce, inoltre, “farà ricorso alla flessibilità riguardo ai reinvestimenti del capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del piano PEPP”.
E così, in assenza di ulteriori informazioni sul nuovo bazooka che Francoforte ha in cantiere, gli investitori ravvisano pochi motivi per posizionarsi sui titoli di stato, BTP in primis: il risultato è che, nell’arco di poche ore, i tassi sui BTP decennali salgono di ben 10 punti base, attestandosi al 3,55%, a fronte di uno spread BTP-Bund che rimane poco mosso attorno a 192 punti base, visto che a salire sono anche i rendimenti della carta tedesca.
Tra l’altro, non sono certo confortanti in questo contesto le dichiarazioni che sono arrivate dall’esponente indubbiamente falco del Consiglio direttivo della Bce, il membro lettone Martin Kazaks, che ha invitato proprio oggi la banca centrale a prendere in considerazione la possibilità di un rialzo di 50 punti base dei tassi a luglio, superiore ai 25 pb preannunciati.
Nel frattempo a credere all’impostazione sempre più hawkish della Bce sono sicuramente gli economisti di Goldman Sachs, che sottolineano che è “difficile essere bearish sull’euro”, visto il cambiamento di politica monetaria dell’istituzione. In una nota gli economisti scrivono di ritenere che la moneta unica continuerà a essere sostenuta nell’arco delle prossime settimane.
“I nostri economisti hanno un outlook sulla crescita inferiore a quello del consensus per la seconda metà dell’anno; noi riteniamo che ci siano ancora rischi significativi al ribasso a causa di ulteriori interruzioni nelle forniture di gas, fattore che porta le probabilità di una recessione, nel breve termine, attorno al 40% -, si legge nella nota di Goldman Sachs – Ma, allo stesso tempo, riteniamo che sia difficile essere bearish sull’euro, in un momento in cui la Bce si appresta a varare un cambiamento così importante della sua politica monetaria: porre fine ai tassi negativi dopo otto anni. Il meeting di Sintra di questa settimana probabilmente avallerà le attese di una imminente uscita dalla politica dei tassi negativi e del lancio di uno scudo contro la frammentazione” da parte della Bce di Christine Lagarde. Non per niente, nelle ultime ore il rapporto euro-dollaro è salito al di sopra della soglia di $1,06, al valore più alto dal 10 giugno scorso.