Finanza Mutuo fisso o variabile? Nei prossimi mesi si attende la svolta

Mutuo fisso o variabile? Nei prossimi mesi si attende la svolta

27 Gennaio 2025 15:12

Sale l’attesa per il Bce day, il primo meeting del 2025, in programma giovedì 30 gennaio. Giorno in cui l’istituto di Francoforte guidato da Christine Lagarde deciderà, secondo le attese degli esperti, per un ulteriore taglio del costo del denaro che sarà di un quarto di punto. Ma si prevede un secondo ribasso nella riunione di marzo. Cosa significherà per i mutui una nuova riduzione dei tassi di interesse?

A provare a fare i conti MutuiOnLine.it secondo cui, come sottolinea la portavoce Nicoletta Papucci, l’allentamento della politica monetaria della Banca Centrale Europea sta rendendo i tassi dei mutui sempre più vantaggiosi e il mercato ne sta giovando. Nel prossimo futuro sarà importante capire come si evolverà l’inflazione nell’Eurozona e quali saranno le decisioni di Bank of England e Federal Reserve, dal momento che divergenze in tema di politica monetaria potrebbero indebolire l’euro rispetto a dollaro e sterlina. In attesa dell’ufficialità di ulteriori tagli, le previsioni indicano che già a metà 2025 le migliori offerte dei mutui a tasso variabile potrebbero avere un TAN simile a quello attuale medio dei mutui a tasso fisso”.

Tassi mutui: quanto si risparmia con tre tagli

A dicembre, secondo i dati dell’Osservatorio di MutuiOnline.it, il TAN medio per i mutui a 20 e 30 anni a tasso variabile è sceso sotto il 4%, attestandosi al 3,93%, mentre le migliori offerte si fermano al 3,49%.

Se la Bce deciderà, come è probabile per una riduzione dei tassi di interesse di un quarto di punto percentuale, il TAN medio sarebbe al 3,68%, con il migliore che si abbasserebbe al 3,24%. In soldoni, considerando un mutuo da 150.000 euro della durata di 20 anni, la rata media potrebbe quindi scendere dai 903 attuali a 884 euro, per un risparmio fino a 19 euro al mese e 4.700 euro sugli interessi del finanziamento. Per le migliori offerte la rata passerebbe da 869 a 850 euro, per una spesa totale fino a 4.600 euro inferiore sull’intera durata del mutuo.

Se la Bce dovesse attuare altri due tagli da 25 punti nelle prossime tre riunioni – in programma a marzo, aprile e giugno – il TAN medio dei mutui a tasso variabile potrebbe scendere ancora al 3,18%, per rate mensili fino a 58 euro più leggere rispetto a oggi (845 €) e un risparmio di 13.900 € sugli interessi del mutuo.

Fisso vs variabile: quale conviene?

Ma fino ad allora, tuttavia, il tasso fisso continuerà a essere più conveniente, alla luce di tassi di interesse decisamente più bassi. Al momento su MutuiOnline.it la migliore offerta per un mutuo a tasso fisso con gli stessi parametri di quello preso in esame sopra ha infatti un TAN del 2,46% e una rata mensile di 792 euro. Ma se oggi il fisso rappresenta una scelta obbligata, la situazione potrebbe cambiare nel corso dei prossimi mesi ed entro la fine dell’anno, qualora le previsioni di ulteriori tagli da parte degli analisti dovessero essere confermate, le due tipologie di finanziamento potrebbero avere tassi di interesse equivalenti.

Non solo Bce: ecco cosa faranno le altre banche centrali

Prima della Bce, si riunirà la Federal Reserve, avviata vrso la decisione di lasciare inalterati i tassi di interesse, dopo i tre tagli consecutivi operati nella seconda metà del 2024 che hanno portato il tasso ufficiale nel range 4,25-4,50%. Tuttavia, per il momento non sembra esserci margine per ulteriori tagli, che sono rimandati alle prossime riunioni. Aleggia un clima di incertezza legato alle possibili decisioni dell’amministrazione Trump, tra cui l’introduzione dei dazi sulle importazioni dei beni di consumo che spingono la maggior parte degli analisti a prevedere tagli non oltre il mezzo punto percentuale nel corso di tutto il 2025.

Dopo la Bce e la Fed, sarà la volta della Bank of England che si riunirà la prima settimana di febbraio e secondo gli analisti il calo dell’inflazione (dal 2,6% di novembre al 2,5% di dicembre) e la crescita economica anemica nel Regno Unito spingeranno con buona probabilità l’istituto verso la strada dell’allentamento, con un taglio previsto di 25 punti base