Finanza Mutui e Bce: rata ancora troppo alta, si spendono 5mila euro in più rispetto al 2021

Mutui e Bce: rata ancora troppo alta, si spendono 5mila euro in più rispetto al 2021

12 Aprile 2024 12:03

I tassi sono rimasti fermi ai massimi storici. Rispettando le attese della vigilia, la Banca centrale europea (Bce) ha deciso di non metterci mano, almeno per il momento, e, salvo sorprese, il primo taglio potrebbe arrivare nella riunione che è in calendario il prossimo 6  giugno. Ma quale impatto ha questa decisione sui mutui? Come si muoverà il mercato dei finanziamenti nel corso dei prossimi mesi e cosa si devono aspettare le famiglie alle prese con il pagamento delle rate mensili? Cerchiamo di rispondere velocemente a questa domanda. Stando alle rilevazioni effettuate da Mutuionline, l’Euribor a tre mesi, nel corso del mese di marzo è stato stabile al 3,92%, mentre quello ad un mese è stato in leggera flessione: 3,85% contro il 3,87% di febbraio.

Ma entriamo nel dettaglio e vediamo cosa ci si debba aspettare nel corso dei prossimi mesi.

Mutui, come reagiscono i mercati

Sul fronte tassi il condizionale resta d’obbligo sui mercati. Da parte della Bce, almeno per il momento, non sembrano arrivare dei segnali certi sul taglio dei tassi, che sono rimasti fermi dopo l’ultima riunione di politica monetaria. A marzo l’inflazione nell’Eurozona ha sfiorato il 2,4% e sembra avvicinarsi sempre di più al target del 2%: l’obiettivo che si è posta Christine Lagarde quando, nel corso del mese di luglio 2022, aveva iniziati ad alzare il costo del denaro.

Quale ripercussioni ha la scelta dell’istituto di Francoforte sui mutui? Secondo l’ultima analisi effettuata da Mutuionline, l’Euribor a tre mesi, a marzo, è rimasto stabile al 3,92%, mentre è stata registrata un piccolissima flessione di quello ad un mese, che è sceso al 3,85% dal 3,87% registrato a febbraio. Notizie migliori arrivano sul fronte dell’IRS per tutte le durate:

  • quello a 10 anni a marzo è sceso al 2,66% dal 2,74% di febbraio;
  • quello a 20 anni scende al 2,61% dal precedente 2,71%;
  • quello a 30 anni passa al 2,39% dal 2,50%.

Iniziano anche a sciogliersi i dubbi su quale possa essere la scelta del mutuo: il TAN medio dei mutui variabili si è attestato sul 5,13%, mentre quello dei tassi fissi è 3,22%. Questa situazione va ad impattare sostanzialmente su tutte le richieste di mutui del primo trimestre 2024, che, almeno nel 98,1% dei casi, sono orientate sul tasso fisso.

Auspichiamo che i dati sull’inflazione continuino a essere positivi anche ad aprile e a maggio in modo da vedere un taglio dei tassi, o quantomeno una forte apertura in tal senso, in occasione della prossima riunione di politica monetaria di giugno – spiega Nicoletta Papucci, portavoce di MutuiOnline.it -. Nel frattempo, sul mercato dei mutui, la soluzione più logica è rappresentata dal tasso fisso: l’Eurirs, infatti, continua la sua discesa e si attesta su livelli interessanti. Il miglior tasso fisso è sotto il 3%, costi più che convenienti. Il mercato sembra essere in ripresa rispetto al 2023 grazie a questi tassi interessanti: ulteriore testimonianza sono le richieste di surroga, che fanno registrare un aumento del 50% sul mix rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno. Interessante il risveglio del mercato dei mutui green con cui ormai è possibile risparmiare fino a 60 punti base sul tasso del mutuo. Il mercato oggi offre delle possibilità interessanti e l’orizzonte sembra essere decisamente più sereno per i mutuatari.

Mutui, non basta lasciare fermi i tassi

Non è sufficiente lasciare fermi i tassi perché la spesa delle rate dei mutui si riduca. E le famiglie possano tirare un sospiro di sollievo. Ne è certo il Codacons, che ha fatto il punto della situazione.

Nonostante il mercato si sia mosso in anticipo rispetto le decisioni della Bce, con i tassi sui finanziamenti che negli ultimi due mesi stanno calando sia per il fisso che per il variabile, le famiglie che hanno acceso un mutuo continuare a subire i pesanti effetti del caro-rata – spiega il Codacons -. Rispetto ai tassi medi di fine 2021, ad esempio, per alcune tipologie di mutuo a tasso variabile la maggiore spesa raggiunge oggi i 5mila euro l’anno rispetto ai tassi in vigore a fine 2021, e questo come conseguenza dei continui rialzi disposti dalla Bce.

Le rate troppo alte dei mutui stanno avendo un effetto sul fronte immobiliare. E su quello creditizio. Nel 2024, secondo il Codacons, sono state vendute poco meno di 710.000 immobili, registrando un calo del 9,5% rispetto al 2022.

La quota totale delle case acquistate tramite il ricorso al finanziamento è stata di poco superiore al 36%, il minimo storico, e la centrale rischi Crif ha registrato per il 2023 una diminuzione del 24% delle richieste di mutuo e del 24% nelle erogazioni – conclude il – conclude il Codacons -. Lo stock dei mutui è così sceso nel nostro Paese da 426,2 a 423,5 miliardi di euro, 2,7 miliardi di euro in meno, con effetti negativi indiretti sul comparto dell’edilizia, dei mobili e dell’arredamento.

Quanto costano i mutui

Per capire al meglio la situazione e quanto costa sottoscrivere un mutuo fisso o uno variabile ad aprile, Mutuionline ha elaborato un esempio pratico. Ipotizzando un mutuo del valore di 140.000 euro della durata di trent’anni, che viene richiesto da un quarantenne a Milano.

Per il mutuo a tasso fisso il miglior TAN del 2,59% porta ad una rata di 560 euro. Il miglior tasso variabile del 4,65% determina una rata da 715 euro. Questo significa mettere in conto una spesa da 115.000 euro di interessi per il mutuo variabile contro i 61.500 di quello fisso.