Finanza Debito pubblico torna sotto i 3mila mld ma la crescita del Pil è ferma

Debito pubblico torna sotto i 3mila mld ma la crescita del Pil è ferma

Pubblicato 14 Febbraio 2025 Aggiornato 17 Febbraio 2025 13:36

Il debito pubblico italiano ha raggiunto i 2.965,7 miliardi di euro al 31 dicembre 2024, segnando un incremento rispetto alla fine del 2023, quando si attestava a 2.868,4 miliardi (pari al 134,8% del Pil). Lo ha comunicato la Banca d’Italia nell’ultimo report sulla finanza pubblica, “Fabbisogno e debito“.

L’aumento annuale di 97,3 miliardi è stato principalmente determinato dal fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (105,7 miliardi) e dagli effetti combinati di scarti e premi all’emissione e al rimborso, rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e variazione del cambio (3,9 miliardi). Questi fattori sono stati solo in parte compensati dalla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro, diminuite di 12,3 miliardi, attestandosi a 37,6 miliardi.

I dati nel dettaglio

Per quanto riguarda la ripartizione del debito pubblico tra i vari sottosettori, i dati più recenti mostrano un incremento significativo del debito consolidato delle amministrazioni centrali, che è aumentato di 99,9 miliardi di euro, portandosi a un totale di 2.883,6 miliardi.

Al contrario, il debito delle Amministrazioni locali ha registrato una contrazione di 2,6 miliardi di euro, attestandosi a 82 miliardi. Questa riduzione può essere attribuita a una maggiore attenzione alla gestione finanziaria da parte degli enti territoriali, che hanno cercato di contenere le passività attraverso strategie di bilancio più prudenti e una minore esposizione al credito. Per quanto riguarda gli Enti di previdenza, il loro livello di indebitamento è rimasto sostanzialmente stabile, senza variazioni significative rispetto all’anno precedente.

Un altro elemento rilevante riguarda la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia, che nel corso del 2024 ha subito una riduzione, passando dal 24,2% registrato a fine 2023 al 21,7% al termine dell’anno.

Infine, la vita media residua del debito pubblico si è mantenuta sostanzialmente invariata nel corso dell’anno, chiudendo il 2024 con un valore di 7,9 anni, in linea con quello registrato alla fine del 2023. Questo dato indica una continuità nella gestione delle scadenze dei titoli di Stato, con un equilibrio tra emissioni a breve, medio e lungo termine volto a contenere il costo del debito e a garantire una distribuzione sostenibile delle obbligazioni nel tempo.

La aree più indebitate

L’ultima rilevazione della Banca d’Italia sul debito delle Amministrazioni locali, suddiviso per aree geografiche, evidenzia una riduzione complessiva nel 2024 rispetto all’anno precedente. A dicembre 2023, il debito delle Amministrazioni locali ammontava a 84,577 miliardi di euro, mentre alla fine del 2024 è sceso a 81,991 miliardi.

Osservando la distribuzione territoriale, il Nord-Ovest ha registrato una flessione da 22,573 miliardi a 22,072 miliardi, mentre il Nord-Est è passato da 10,716 miliardi a 10,006 miliardi. Anche il Centro ha visto una riduzione, con il debito in calo da 23,687 miliardi a 23,263 miliardi. Il Sud e le Isole hanno segnato rispettivamente una discesa da 18,827 miliardi a 18,315 miliardi e da 8,775 miliardi a 8,335 miliardi.

Nel corso del 2024, il debito ha mostrato una tendenza decrescente in tutte le aree, confermando un andamento favorevole rispetto al 2023.

Unc: “Non raggiunti i 3mila miliardi di debiti, una magra consolazione”

“Un record poco invidiabile”, secondo il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, nonostante non sia stata superata la soglia monstre dei 3 mila miliardi. Per Dona il risultato rimane comunque di una magra consolazione.

“Non è difficile prevedere, poi, che nel 2024 salirà anche il rapporto debito su Pil, che nel 2023 era già al 134,8 per cento del Pil. Anche se non si tratta di un primato e siamo ben lontani dal 154,9% del 2020, il quadro resta preoccupante, soprattutto perché ora il Paese è fermo e sia nel quarto che nel terzo trimestre del 2024 il Pil è rimasto stazionario. Inoltre, la crescita acquisita per il 2025 è nulla“, conclude Dona.