Finanza Crollo Silicon Valley Bank: in Europa bruciati 291 miliardi di euro

Crollo Silicon Valley Bank: in Europa bruciati 291 miliardi di euro

14 Marzo 2023 11:18

Le Borse europee sono state messe letteralmente ko dal fallimento di Silicon Valley Bank. A preoccupare gli investitori sono stati principalmente i timori di un contagio, che potesse estendersi anche agli altri istituti bancari del Vecchio Continente. Un’ipotesi, comunque, che è stata esclusa da più fronti: nella giornata di ieri sono andati in fumo qualcosa come 291 miliardi di euro di capitalizzazione.

A pagare il dazio al crollo di Silicon Valley Bank sono stati principalmente il listino di Francoforte, dove il Dax ha perso il 3,04% a 14.959 punti, il Cac 40 di Parigi, che ha lasciato sul terreno il 2,9% a 7.011 punti, Londra, che ha perso il 2,58% e Madrid con il suo -3,55%. Una seduta da dimenticare anche per Piazza Affari, che è stata penalizzata da una forte esposizione al comparto bancario, perdendo, in chiusura di giornata, il 4,03% a 26.183 punti. Sono andati in fumo qualcosa come 24 miliardi di euro di capitalizzazione. Penalizzati dagli avvenimenti statunitensi, che hanno coinvolto Silicon Valley Bank, sono stati:

  • Bper: -9,5%;
  • Banco Bpm: -8%;
  • Unicredit: -9%.

Sono riusciti a resistere, invece, i titoli legati all’energia, tra i quali ricordiamo:

  • Italgas: +1% in scia ai conti;
  • Snam: +0,57%;
  • Terna: +0,61%.

Silicon Valley Bank, cosa sta succedendo alle banche statunitensi

Ma cosa sta accadendo, in queste ore, negli Stati Uniti. Ma soprattutto perché è necessario tenere i riflettori puntati sulla vicenda che coinvolge direttamente Silicon Valley Bank. Nel corso del fine settimana, il governo statunitense è sceso in campo e ha provveduto a rassicurare gli investitori. Tesoro, Fdic e Fed, attraverso una nota congiunta, hanno annunciato che tutti i depositi presso Svb, da ieri risultano essere disponibili. Arriva anche una buona notizia per i conti correnti oltre i 250.000 dollari, che saranno garantiti direttamente dalla Federal Deposit Insurance Corp.

La Fed, inoltre, ha messo a disposizione una nuova finestra di liquidità, il cui scopo è quello di aiutare le banche a far fronte alle richieste dei clienti in fuga. Joe Biden, riferendosi al collasso di Silicon Valley Bank, ha affermato che “gli americani possono stare tranquilli: i loro depositi sono al sicuro. Nessuna perdita sarà a carico dei contribuenti”.

Spread tra Btp e Bund

Ieri ha chiuso in rialzo lo spread tra Btp e Bund: il differenziale di è allargato a oltre 192 punti. Nell’Eurozona sono risultati in calo tutti i rendimenti dei Titoli di Stato: gli investitori rifanno i conti, tenendo in considerazione la dinamica dei tassi dopo il fallimento di Silicon Valley Bank. Scende di 13 punti al 4,17% il Btp a 10 anni. Strappi più importanti arrivano sui Titoli di Stato a due anni, dove il rendimento del Bund tedesco è sceso di 41 punti base, quello dell’Oat francese di 38, mentre quello del Btp è in calo di 30 punti.

Per il futuro rimane aperta l’incognita del rialzo dei tassi di interesse: la Fed al momento è all’angolo. Il rialzo dello 0,50% previsto nella riunione del 22 marzo appare, ora come ora, in bilico. A traballare, in questo momento, sembra essere tutta la tabella di marcia della Fed: l’andamento degli swap sembrerebbe indicare una pausa, almeno per il 2023 della campagna aggressiva con il rialzo del costo del denaro. Ma non solo: all’orizzonte vi è anche la speranza di un taglio del costo del denaro proprio quest’anno. Il fallimento di Silicon Valley Bank e di Signature Bank potrebbe indurre la Fed ad una maggiore cautela, anche se l’inflazione non dovesse mollare la presa. Le chance che la Fed non alzi i tassi di interesse alla prossima riunione di marzo sono al 66%.
Paschal Donohoe, presidente dell’Eurogruppo, ha spiegato che “l’esposizione dell’area dell’euro all’americana Svb è molto limitata”.

Il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione assicurandone così la stabilità. Apprezziamo la tempestività con cui le autorità americane sono intervenute – scrive il Mef – e confidiamo che, se necessario, anche le autorità europee intervengano con la medesima tempestività valutando anche le implicazioni per la condotta della politica monetaria e per la stabilità finanziaria.