UE-Trump, scontro sui dazi e sulla tecnologia
Trump minaccia dazi UE per le regole sulle Big Tech. A rischio l’accordo commerciale transatlantico e nuove tensioni con l'Unione Europea.
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Se c’è una lezione che la storia ci ha insegnato, è che la stabilità tra grandi potenze si gioca spesso su un sottile filo di diplomazia commerciale. E proprio in questi giorni, la tensione sembra tornare a farsi sentire: Trump ha riacceso il dibattito sugli equilibri economici d’oltreoceano, minacciando dazi aggiuntivi contro l’UE.
L’accusa è che le normative digitali di Bruxelles, come il Digital Services Act e il Digital Markets Act, penalizzino intenzionalmente le Big Tech americane. Da qui, il rischio che l’attuale accordo commerciale transatlantico finisca per vacillare, portando con sé imprevedibili ripercussioni sugli scambi e gli investimenti globali.
L’UE ribadisce che ogni iniziativa per disciplinare le piattaforme online rispecchia principi di trasparenza e tutela della concorrenza. Tuttavia, la Trump interpreta queste disposizioni come vere e proprie barriere non tariffarie, tese a limitare la libertà di mercato delle aziende statunitensi.
In questo clima, i giganti della tecnologia hanno intensificato il dialogo con Washington, nel timore che il conflitto possa sfociare in sanzioni incrociate e in un ulteriore irrigidimento del sistema di dazi commerciali. L’idea che i vari attori cerchino di difendere i propri interessi appare palese, mentre i margini di mediazione bilaterale cominciano ad assottigliarsi.
UE, dazi e Trump: il ruolo della politica e del protezionismo
L’inasprimento retorico non è frutto di un caso isolato, ma di una ben più ampia strategia che vede l’amministrazione americana pronta a intervenire con misure restrittive. Le pressioni politiche si fanno sentire anche nei corridoi di Bruxelles, dove si discute di contrappesi adeguati a eventuali ritorsioni.
Il prezzo da pagare, però, potrebbe essere elevato: nuovi dazi sull’import e freni agli investimenti reciproci, capaci di rallentare l’intero flusso di scambi commerciali. Intanto, i rappresentanti delle imprese europee invitano a non abbandonare il tavolo del dialogo, auspicando un accordo che tuteli sia la libera concorrenza sia l’impegno comune alla crescita globale.
In un contesto già segnato da tensioni politiche e incertezze economiche, lo scontro sui dazi e sulla tecnologia diventano il punto cruciale della discussione tra UE-Trump. L’Europa si mostra determinata a difendere la propria autonomia, mentre gli Stati Uniti non intendono perdere ulteriore terreno in settori chiave come l’innovazione e lo sviluppo tecnologico.
Se non verrà trovato un compromesso condiviso, il rischio è che entrambe le parti inaspriscano ancora di più le rispettive politiche commerciali, generando un effetto domino su altri mercati. Solo un nuovo tessuto di negoziati, improntato alla reciproca fiducia, potrebbe evitare che il conflitto degeneri, preservando le prospettive di crescita e stabilità tanto a livello continentale quanto mondiale.
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