Sanzioni alla Russia, l’Europa alza il tiro: tetto al petrolio e Swift limitato
Nuove sanzioni dell'Europa alla Russia: tetto al greggio a 45 dollari, blocco Nord Stream e Swift per 22 banche: ecco le misure proposte.
Le sanzioni alla Russia si stringono come una vera e propria morsa, segnando una nuova svolta nella strategia di Bruxelles. Non si tratta di un semplice giro di vite, ma di un’azione coordinata e articolata, capace di colpire in profondità i nervi scoperti del Cremlino. Nel cuore di questa nuova offensiva, spicca la proposta di abbassare il tetto del petrolio russo, oggi fissato a 60 dollari al barile, portandolo a 45 dollari.
In questo scenario, Bruxelles non si limita a intervenire sul fronte petrolifero. Con un colpo di spugna, l’Unione Europea intende chiudere ogni spiraglio sui gasdotti Nord Stream I e II, vietando in modo definitivo qualsiasi coinvolgimento di operatori europei nelle transazioni, dirette o indirette, legate a queste infrastrutture. È un segnale chiaro, quasi simbolico, che sottolinea la volontà dell’Europa di recidere ogni legame energetico con Mosca, chiudendo una stagione di dipendenza che per anni ha condizionato le scelte strategiche del Vecchio Continente. L’obiettivo non è solo economico, ma anche politico: spezzare il ricatto energetico e dimostrare che la solidarietà europea può resistere alle pressioni del Cremlino.
Sanzioni alla Russia: l’Europa prevede l’esclusione di altre banche
Sul fronte finanziario, la stretta si fa ancora più decisa. Il nuovo pacchetto prevede l’esclusione di altre banche russe dal sistema Swift, portando a ventidue il numero degli istituti tagliati fuori dal circuito internazionale dei pagamenti. Un vero e proprio isolamento che mira a rendere sempre più difficile per la Russia accedere ai capitali esteri e condurre operazioni finanziarie su scala globale. Ma non basta: nel mirino finiscono anche le banche di paesi terzi che, in un gioco di sponda, cercano di aggirare le restrizioni e offrire a Mosca una via di fuga. La Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, ha promesso tolleranza zero contro chiunque provi a eludere le sanzioni, minacciando misure severe e sanzioni mirate.
Non mancano, però, gli ostacoli interni. L’approvazione del nuovo pacchetto richiede l’unanimità degli Stati membri e, come spesso accade, alcuni governi – in particolare Ungheria e Slovacchia – fanno sentire la loro voce, sollevando dubbi e riserve. La Commissione potrebbe essere costretta a negoziare, limare le proposte e cercare compromessi per non far saltare l’intero impianto. È una partita delicata, in cui ogni dettaglio può fare la differenza e in cui la posta in gioco è altissima: da una parte la credibilità dell’Unione Europea, dall’altra la capacità di incidere davvero sulle scelte di Mosca.
Fondo Russo sotto il mirino
Il nuovo pacchetto delle sanzioni alla Russia non si limita a colpire il settore energetico e finanziario. Nel mirino finiscono anche il Fondo Russo per gli Investimenti Diretti e le sue filiali, strumenti chiave per la modernizzazione dell’economia russa. L’obiettivo è chiaro: prosciugare le risorse destinate all’innovazione e al rilancio, costringendo la Russia a rivedere le proprie priorità e, forse, ad ammorbidire la propria posizione sul conflitto in Ucraina. Si tratta di una strategia a tenaglia, che mira a indebolire il sistema economico russo su più fronti, senza lasciare spazi di manovra.
Alla fine, la domanda resta una sola: riusciranno queste nuove sanzioni contro la Russia a cambiare davvero le carte in tavola? O si tratta solo di un’altra tappa in una lunga partita a scacchi, in cui ogni mossa genera nuove contromosse? Quel che è certo è che la sfida tra Bruxelles e Mosca entra in una fase cruciale, e il futuro dell’Europa si gioca anche – e soprattutto – sulla capacità di far valere il proprio peso economico e politico.
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