Finanza Personale Quando e perché la banca può segnalarti come cattivo pagatore

Quando e perché la banca può segnalarti come cattivo pagatore

Scopri quali sono i criteri e gli obblighi per la segnalazione di un soggetto come cattivo pagatore: cause, conseguenze e diritti.

17 Maggio 2025 17:00

La temuta etichetta di cattivo pagatore può trasformare radicalmente la vita finanziaria di una persona, influenzando la capacità di accedere a crediti futuri e di pianificare progetti economici. Questa definizione si applica a chi viene segnalato nei Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC) o nella Centrale Rischi, a causa di inadempienze nei pagamenti.

Le conseguenze di tale classificazione possono essere devastanti, ma è essenziale comprendere i meccanismi e i diritti del consumatore per affrontare al meglio queste situazioni.

Quando la banca segnala un soggetto come cattivo pagatore

Essere considerato cattivo pagatore non è un evento casuale, ma deriva da specifiche condizioni. Tra le cause principali di segnalazione bancaria figurano ritardi significativi nel pagamento delle rate, mancati pagamenti superiori ai 90 giorni e sconfinamenti non autorizzati sul conto corrente.

Il Regolamento EBA del 2021 ha ulteriormente inasprito i criteri per classificare i clienti in default, rendendo la valutazione delle banche più rigorosa e dettagliata. Per procedere alla segnalazione, gli istituti di credito devono rispettare condizioni precise. Tra queste rientrano:

  • Il mancato pagamento di almeno due rate consecutive per finanziamenti rateali.
  • Debiti superiori a soglie minime, come i 30.000 euro per la Centrale Rischi di Banca d’Italia.
  • Persistenti inadempienze che comportano la decadenza dal beneficio del termine.
  • Stati di insolvenza prolungata, noti come sofferenze bancarie.

Quali sono le tutele per il consumatore

La normativa, tuttavia, prevede tutele importanti per il consumatore. Prima di procedere a segnalarti come un cattivo pagatore, la banca è obbligata a inviare un preavviso formale al cliente, in conformità all’articolo 4 del Codice deontologico per i SIC e all’articolo 125 del TUB. Questo avviso deve specificare chiaramente le motivazioni dell’inadempimento e offrire un periodo minimo di 15 giorni per regolarizzare la posizione. È essenziale che la comunicazione avvenga tramite modalità tracciabili, come raccomandata A/R o PEC, per garantire la trasparenza del processo.

In assenza di questo preavviso, il consumatore ha il diritto di contestare la segnalazione. Allo stesso modo, in caso di errori bancari o di debiti contestati, è possibile richiedere la rettifica o la cancellazione della segnalazione. Questo strumento di tutela rappresenta un’ancora di salvezza per chi si trova in difficoltà finanziarie, offrendo una possibilità di rimediare prima che le conseguenze diventino irreversibili.

Una volta registrato come cattivo pagatore, la segnalazione può compromettere gravemente la possibilità di accedere a nuovi finanziamenti, mutui o carte di credito. Ciò può ostacolare la realizzazione di progetti personali e professionali, creando un circolo vizioso difficile da interrompere. Tuttavia, essere informati sui propri diritti e sulle tutele previste dalla legge è il primo passo per prevenire o gestire segnalazioni potenzialmente ingiuste.

In conclusione, il tema del cattivo pagatore evidenzia l’importanza di una gestione finanziaria responsabile e della conoscenza delle normative vigenti. Solo attraverso una corretta informazione e un dialogo aperto con gli istituti di credito è possibile tutelarsi e garantire una maggiore stabilità economica a lungo termine.

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