Proxima Fusion raccoglie 130 milioni: il sogno della fusione nucleare si avvicina
La startup tedesca Proxima Fusion raccoglie fondi record per sviluppare centrali a fusione nucleare su stellarator.
Nel panorama europeo dell’innovazione energetica, una notizia ha fatto breccia come poche: Proxima Fusion, giovane realtà nel settore della fusione nucleare, ha messo a segno un finanziamento record da 130 milioni di euro. Un traguardo che non si era mai visto nel Vecchio Continente, e che proietta la startup tedesca direttamente tra i protagonisti della corsa globale verso la produzione di energia pulita e inesauribile.
Fondata nel 2023 come spin-off dell’Istituto Max Planck per la Fisica del Plasma, Proxima Fusion si è guadagnata la fiducia di investitori di peso come Cherry Ventures e Balderton Capital. Il loro entusiasmo nasce dalla convinzione che la tecnologia degli stellarator quasi-isodinamici, cuore pulsante del progetto, possa davvero cambiare le regole del gioco. Si parla di dispositivi in grado di offrire una stabilità del plasma superiore rispetto ai tradizionali tokamak, grazie a una configurazione magnetica più sofisticata e capace di assicurare una produzione di energia continua, senza le interruzioni che oggi rappresentano uno dei principali ostacoli tecnici.
Il percorso di Proxima Fusion per la fusione nucleare
Il percorso tracciato da Proxima Fusion è chiaro e scandito da tappe ben definite: entro il 2027 verrà costruito lo Stellarator Model Coil, nel 2031 sarà la volta di un impianto dimostrativo, e l’obiettivo finale è quello di inaugurare la prima centrale elettrica commerciale a fusione prima della fine del decennio. Un piano ambizioso, che ha già suscitato l’interesse del Cancelliere tedesco Friedrich Merz, pronto a sostenere la realizzazione del primo impianto commerciale proprio in Germania.
Il fermento intorno all’energia di fusione non riguarda solo l’Europa: negli Stati Uniti, realtà come Commonwealth Fusion Systems e Helion stanno attirando cifre da capogiro, ma il nodo cruciale resta sempre lo stesso: riuscire a produrre più energia di quanta se ne consumi. Su questo fronte, la startup tedesca punta forte sulle proprie avanzate capacità di simulazione e su un team di eccellenza, elementi che potrebbero fare la differenza nella corsa alla fusione nucleare.
Gli investitori sono convinti: se il progetto dovesse centrare gli obiettivi prefissati, l’Europa potrebbe finalmente indossare il ruolo di leader mondiale in un settore destinato a plasmare il futuro energetico del pianeta. E a giudicare dal finanziamento record raccolto da Proxima Fusion, il cammino è appena iniziato, ma la direzione è quella giusta. La sfida è lanciata: il futuro dell’energia potrebbe parlare tedesco.
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