Finanza Personale Oltre 5,7 milioni di italiani in povertà, record tra i minori

Oltre 5,7 milioni di italiani in povertà, record tra i minori

Istat 2024: oltre 2,2 milioni di famiglie italiane in povertà assoluta. Analisi su distribuzione territoriale, fasce d'età colpite e fattori protettivi.

15 Ottobre 2025 17:50

Non si può ignorare la portata del fenomeno della povertà assoluta quando, secondo l’ISTAT, oltre 5,7 milioni di persone in Italia vivono in condizioni di estrema difficoltà economica. Questi dati non sorprendono più di tanto se si pensa che l’8,4% delle famiglie italiane fatica a soddisfare i propri bisogni essenziali, mentre il 9,8% dell’intera popolazione si colloca al di sotto della soglia di sussistenza.

Ancora più drammatico è il quadro relativo ai minori, con il 13,8% di bambini e adolescenti coinvolti, il che equivale a circa 1,3 milioni di giovanissimi. Un segnale lampante che, sebbene il tessuto sociale abbia un forte radicamento nella solidarietà, spesso gli strumenti di supporto non risultano sufficienti per mitigare una situazione ormai radicata.

La fotografia della distribuzione e dell’intensità della povertà

Vale la pena sottolineare come la distribuzione territoriale della povertà confermi un forte divario tra Nord e Sud. Nell’area meridionale, il 10,5% delle famiglie versa in condizioni critiche, seguito dal Nord-Ovest (8,1%), dal Nord-Est (7,6%) e infine dal Centro con il 6,5%. Questa concentrazione al Sud si intreccia con un’intensità della povertà, compresa tra il 17,6% e il 19%, che risulta comunque piuttosto omogenea nelle diverse aree.

Per quanto riguarda l’anello più debole, è allarmante vedere come i profili più colpiti rientrino tra i giovani tra 18 e 34 anni (11,7%) e gli adulti tra 35 e 64 anni (9,5%), mentre gli anziani oltre i 64 anni sono meno esposti (6,4%).

L’impatto sui gruppi più vulnerabili

Non stupisce che le famiglie composte da stranieri raggiungano addirittura il 30,4% di incidenza di indigenza, in netto contrasto con il 6,2% delle famiglie composte esclusivamente da italiani. Si tratta di una forbice che indica come l’inclusione sociale e le opportunità di integrazione possano risultare ancora fortemente limitate.

Del resto, la precarietà educativa incide in maniera profonda: quando il livello di istruzione è basso, il 14,4% delle famiglie rischia di trovarsi sotto la soglia di povertà, mentre tra diplomati e laureati questa percentuale si riduce drasticamente al 4,2%. È evidente come lo status formativo giochi un ruolo cruciale per la mobilità economica.

I fattori che proteggono e le possibili soluzioni

Tra i principali fattori protettivi identificati dai ricercatori vi è la proprietà dell’abitazione, in quanto solo il 6,1% dei proprietari si trova in condizioni di disagio estremo, a fronte di un 32,3% di chi paga l’affitto. Interventi di sostegno mirato, capaci di accompagnare la persona nella ricerca di una casa e nell’investimento in istruzione, potrebbero dunque segnare la differenza.

In quest’ottica, un rafforzamento delle politiche di inclusione sociale, unito a programmi che rendano accessibili mutui e incentivi alle famiglie a basso reddito, restituirebbe dignità e prospettive a chi si trova in difficoltà. Infine, risulta essenziale promuovere strategie integrate capaci di agire sia sul rafforzamento delle competenze professionali, sia sulla riduzione del divario territoriale, così da allentare il crescente divario socio-economico e ridare ossigeno alla crescita complessiva del Paese.

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