Ponte sullo Stretto, tariffa 60 volte superiore alle autostrade
Il pedaggio del Ponte sullo Stretto di Messina costerà ai viaggiatori 60 volte di più dell'autostrada secondo alcune informazioni.
Fonte immagine: ANSA
In questi giorni si riaccendono i riflettori del ponte sullo stretto di Messina, un’opera che promette di collegare Sicilia e Calabria attraverso i suoi 3,66 km di lunghezza. Nelle dichiarazioni ufficiali si parla di tariffe accessibili e agevolazioni per il percorso di andata e ritorno nella stessa giornata.
Eppure, voci critiche e dati tecnici sembrano raccontare un’altra verità, sottolineando il rischio di un notevole squilibrio tra i costi dichiarati e quelli effettivi. Professori universitari, associazioni di consumatori e analisti finanziari dibattono sull’eventuale aumento dei costi di attraversamento, con un occhio di riguardo alle possibili conseguenze per pendolari e turisti, interessati a un transito quotidiano o occasionale.
Secondo alcune stime, il pedaggio del ponte sullo stretto che dovrebbe garantire la copertura dei 13,5 miliardi di euro investiti si collocherebbe in una fascia ben più alta rispetto alle cifre prospettate dalle fonti governative.
Mentre si discute di un prezzo compreso tra 4 e 7 euro per i singoli veicoli, gli studi di accademici della Bocconi rilevano un necessario innalzamento fino a 32-36 euro a macchina, ipotizzando un flusso medio di 35.000 veicoli al giorno.
Una differenza così marcata porta a interrogarsi sulla reale convenienza dell’infrastruttura e su quali possano essere gli eventuali margini di riduzione applicabili a pendolari e viaggiatori occasionali.
Ponte sullo Stretto: i timori sulla sostenibilità economica
L’analisi del Codacons evidenzia che, già ipotizzando un pedaggio del ponte sullo stretto di 10 euro, si arriverebbe a un costo di 2,73 euro al chilometro, ossia il 3.540% in più della media autostradale italiana.
Questi dati alimentano dubbi sulla sostenibilità economica di un’infrastruttura che rischia di diventare un peso finanziario per gli utenti, anziché una leva di sviluppo per la mobilità nell’area. Tale scenario pone interrogativi strategici anche per la gestione dei futuri flussi turistici, i quali potrebbero subire una flessione se i costi di viaggio dovessero risultare troppo elevati.
Un altro aspetto da considerare è il confronto con il traghetto, storicamente la soluzione privilegiata da chi attraversa lo Stretto. Per alcuni, una migliore organizzazione e potenziamento dei collegamenti navali potrebbe rivelarsi più efficiente dal punto di vista dei costi, mentre per altri il ponte sullo stretto rappresenta un’opportunità di modernizzazione e velocizzazione delle arterie di trasporto.
Resta il fatto che le cifre attuali e i dubbi sollevati gettano incertezza sul vero prezzo di questa grande opera. Se e quando il ponte diverrà realtà, sarà fondamentale monitorare le politiche tariffarie e gli impatti socio-economici, per garantire un equilibrio sostenibile tra investimenti pubblici, esigenze dei cittadini e benefici di lungo periodo.
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