Finanza Personale Pensioni Pensioni precoci, posticipato il termine per inviare le domande: le nuove scadenze

Pensioni precoci, posticipato il termine per inviare le domande: le nuove scadenze

19 Febbraio 2025 16:10

A partire dal 2025, cambiano le modalità per la pensione anticipata dei lavoratori precoci: il termine finale è ora il 31 marzo, anziché il 1 marzo, con altre due possibili scadenze il 15 luglio e il 30 novembre, in caso di risorse residue. Questo aggiornamento allinea le scadenze con quelle previste per l’Ape sociale.

Il cambiamento è stato introdotto dall’articolo 29 della legge 203/2024 (Collegato Lavoro), che ha uniformato i termini di presentazione delle domande per l’accesso alla pensione anticipata a quelli dell’Ape sociale. L’Inps ha comunicato questa modifica con il messaggio n. 598 del 17 febbraio 2025.

Le nuove date

A partire dal 12 gennaio 2025, le richieste di pensione anticipata per i lavoratori precoci devono essere inviate entro le seguenti date:

  • 31 marzo (prima scadenza utile)
  • 15 luglio
  • 30 novembre (solo se ci sono risorse residue disponibili)

Cambiando anche i termini di comunicazione da parte dell’Inps, i cittadini riceveranno l’esito della domanda di pensione anticipata entro il 30 giugno per le richieste presentate il 31 marzo, entro il 15 ottobre per quelle inviate il 15 luglio, e infine entro il 31 dicembre per le domande presentate tra il 15 luglio e il 30 novembre.

Chi può richiedere la pensione per lavoratori precoci

La pensione per i lavoratori precoci è disciplinata dall’articolo 1, commi da 199 a 205, della legge 232/2016, conosciuta come legge di Bilancio 2017. Questa prestazione è destinata ai lavoratori che dimostrano di aver accumulato almeno 12 mesi di contribuzione effettiva prima dei 19 anni e che soddisfano altre condizioni specifiche previste dalla normativa. Per poter accedere alla pensione anticipata, è necessario raggiungere un totale di 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2026.

Inoltre, devono appartenere a almeno una delle seguenti categorie:

  • disoccupati da almeno tre mesi dopo aver ricevuto un trattamento di sostegno al reddito;
  • caregiver che assistono da almeno sei mesi un familiare convivente con grave disabilità;
  • invalidi con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%;
  • lavoratori impiegati in mansioni gravose per almeno sette anni negli ultimi dieci anni (o sei anni negli ultimi sette);
  • lavoratori impiegati in mansioni usuranti.

I lavoratori che soddisfano il requisito contributivo per accedere alla pensione anticipata potranno iniziare a percepire il trattamento pensionistico dopo tre mesi dalla maturazione del requisito stesso, ossia al termine della cosiddetta finestra. Inoltre, non sono previste penalizzazioni sull’importo della pensione per chi sceglie l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, grazie ai requisiti agevolati riservati ai lavoratori precoci.

Date allineate con la pensione Ape sociale

L’allineamento delle tempistiche per la pensione dei lavoratori precoci con quelle dell’Ape sociale ha l’obiettivo di semplificare il processo burocratico, eliminando sovrapposizioni e disallineamenti tra le diverse forme di pensionamento anticipato.

La revisione del calendario facilita così la gestione delle richieste da parte dell’Inps, permettendo una distribuzione più efficiente delle risorse disponibili. Inoltre, la sincronizzazione dei termini offre ai lavoratori una maggiore chiarezza nella pianificazione della domanda, mentre per l’Inps rappresenta un vantaggio operativo, consentendo un monitoraggio più efficace delle richieste e delle risorse a disposizione.

E intanto calano gli importi delle pensioni anticipate

Ma secondo gli ultimi dati diffusi dall’Inps, nel 2024 si è registrato un significativo calo dei nuovi trattamenti pensionistici concessi a soggetti con meno di 64 anni. Il numero di pensioni erogate a questa fascia di età è sceso a 261.300, con una riduzione di circa 50mila unità rispetto all’anno precedente, quando erano state 310mila. In termini percentuali, la quota di assegni destinati agli under 64 ha subito una contrazione del 16%, attestandosi al 41% del totale delle pensioni erogate dall’Inps.