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Cyberattacchi agli aeroporti UE: un arresto in Gran Bretagna

Un arresto in Gran Bretagna dopo i cyberattacchi agli aeroporti in Europa che hanno causato ritardi, cancellazioni e nuove sfide.

25 Settembre 2025 12:30

Un turbinio di voli cancellati, procedure manuali e sistemi criptati: così si è presentato lo scenario in tre degli scali più trafficati dell’Europa nord-occidentale durante il weekend del 20-21 settembre 2025. I Cyberattacchi hanno mandato in tilt le operazioni di check in e gestione bagagli, lasciando migliaia di passeggeri in balia di ritardi e disagi all’interno dei più importanti aeroporti europei.

Di fronte a questa crisi, l’atmosfera si è fatta subito rovente: alcuni viaggiatori si sono ritrovati costretti a sostare per ore nelle sale d’attesa, mentre le compagnie aeree cercavano di gestire l’emergenza con sistemi manuali, rimarcando l’urgente necessità di investire in cybersicurezza di alto livello.

Cyberattacchi agli aeroporti: caos logistico e reazioni immediate

L’onda d’urto dei  Cyberattacchi si è propagata rapidamente, complicando i flussi di traffico aereo e paralizzando la regolare programmazione dei voli. A Bruxelles, la cancellazione di 44 voli su 257 ha attirato l’attenzione su quanto i sistemi informatici siano fondamentali per garantire servizi puntuali e affidabili.

Di fronte alla prospettiva di ulteriori ritardi, le autorità aeroportuali hanno invitato i passeggeri a completare le operazioni di imbarco online, nel tentativo di ridurre la congestione in loco. Nel frattempo, le squadre tecniche hanno lavorato febbrilmente per ripristinare i server più compromessi e supportare il personale di terra, impegnato a fronteggiare code interminabili e a riorganizzare i piani di volo nel rispetto della sicurezza di tutti.

L’indagine e l’arresto nel West Sussex

Sul fronte delle indagini per la sicurezza dei Cyberattacchi, la National Crime Agency britannica ha rapidamente individuato un sospetto: un quarantenne del West Sussex, fermato con l’accusa di aver violato il Computer Misuse Act.

Il responsabile dell’unità anticrimine informatico, Paul Foster, ha sottolineato come le forze dell’ordine stiano collaborando a livello internazionale per far luce su possibili altri complici. L’uomo è attualmente in libertà su cauzione, mentre si cerca di ricostruire i dettagli dell’operazione criminale che ha colpito questi snodi vitali del trasporto. La tempestività delle autorità dimostra quanto la cooperazione tra stati e agenzie di sicurezza risulti indispensabile per fronteggiare minacce sempre più complesse.

Abbiamo imparato qualcosa?

Oltre a chiarire l’ampia vulnerabilità delle infrastrutture strategiche, questa vicenda ha riacceso l’attenzione sull’importanza della direttiva NIS2, lo strumento normativo dell’Unione Europea concepito per rafforzare i protocolli di difesa digitale contro i cyberattacchi. L’episodio ha messo in luce quanto sia essenziale un adeguato investimento in tecnologie di protezione e prevenzione, affinché episodi simili non si ripetano.

Benché le linee guida europee mirino a standardizzare le soluzioni di sicurezza, resta cruciale integrare iniziative condivise con azioni mirate a livello nazionale e locale. La capacità di contrastare attacchi transfrontalieri si fonda su progetti di formazione, scambio di informazioni dettagliate e infrastrutture in grado di arginare falle informatiche prima che raggiungano dimensioni ingestibili. Una solida difesa digitale diventa così un requisito imprescindibile per proteggere cittadini, settori industriali e l’intero tessuto economico del continente.

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