Accordo UE-USA: tregua sui dazi, ma l’equilibrio resta fragile
Siglata intesa tra UE e USA: dazi al 15% sulle esportazioni europee, acquisti energetici e militari, tensioni tra Stati membri e rischi per il clima.
Fonte immagine: Finanza.com
La recente intesa tra la Unione Europea e gli Stati Uniti ha innalzato l’attenzione sulle tensioni commerciali e sul futuro delle relazioni transatlantiche. Originariamente annunciata come un possibile argine a tariffe draconiane, questa nuova fase di dialogo punta a superare attriti che sembravano destinati a esplodere.
Sebbene i dazi siano stati fissati a un livello più contenuto, il timore di una spirale di ritorsioni resta vivo, specie se l’equilibrio delicato tra diplomazia e interessi nazionali dovesse incrinarsi. In questo contesto, la firma dell’odierno accordo commerciale assume un significato politico di grande portata, anche perché l’ombra di Donald Trump e delle sue politiche protezionistiche ha pesato su ogni passaggio delle trattative.
Concessioni e interessi sul tavolo
L’intesa, concepita per evitare un’escalation tariffaria, prevede in pratica la riduzione dei dazi dal 30% al 15% su diverse categorie di esportazioni europee. Alcuni settori, come l’aviazione e la chimica, beneficiano di esenzioni parziali capaci di alleggerire il loro impatto.
Si tratta tuttavia di un equilibrio precario: a fronte di queste concessioni, la Commissione Europea ha rinunciato a un pacchetto di contromisure valutato intorno ai 90 miliardi di euro, attirando critiche interne. L’idea di alimentare una guerra commerciale non era mai stata popolare tra i governi, ma la ricerca di un compromesso veloce ha evidenziato una debolezza strutturale nella posizione negoziale dell’Europa.
Crescente peso degli impegni energetici
Tra i pilastri dell’accordo spiccano i massicci acquisti di gas naturale liquefatto a stelle e strisce, un progetto che apre interrogativi su ambizioni climatiche e sostenibilità. L’impegno a comprare energia per 640 miliardi di euro nei prossimi tre anni segnala la volontà di stabilizzare le forniture, ma si scontra con il dibattito interno sul graduale abbandono dei combustibili inquinanti.
Inoltre, i piani di difesa comuni prevedono nuove commesse militari di cui non è ancora chiaro il reale valore, un aspetto che alimenta riserve su possibili squilibri tra gli Stati membri e la direzione complessiva della politica europea di sicurezza.
Equilibri interni e prospettive future
La Germania, con un export verso gli USA di 161 miliardi di euro nel corso del 2024, ha favorito una linea moderata, mentre la Francia ha spinto per una reazione più incisiva. Le divisioni che serpeggiano all’interno del blocco europeo evidenziano la fragilità politica di fronte a dossier cruciali.
Se l’accordo rappresenta una tregua importante, è altrettanto vero che sottolinea la difficoltà dell’Unione Europea nel tutelare i propri interessi di fronte a pressioni crescenti.
L’auspicio è che questo passaggio non si limiti a scongiurare una crisi immediata, ma segnali un rilancio strategico capace di coniugare stabilità, difesa delle prerogative nazionali e un reale impegno verso la sostenibilità ambientale.
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