Finanza Personale Made in Italy a rischio: 5 miliardi di euro in pericolo, l’allarme delle imprese

Made in Italy a rischio: 5 miliardi di euro in pericolo, l’allarme delle imprese

Dazi USA al 10% potrebbero colpire il Made in Italy, con perdite stimate di 5 miliardi: scatta l'allarme delle imprese in molte Regioni.

17 Giugno 2025 15:00

Le recenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea rischiano di mettere in seria difficoltà, minacciando il cuore pulsante del Made in Italy. In un contesto già fragile, il sistema manifatturiero italiano si trova ora a fronteggiare uno scenario in cui le esportazioni italiane verso il mercato americano potrebbero subire un duro colpo, con perdite stimate nell’ordine di quasi 5 miliardi di euro. L’ombra di una tassa del 10% sulle merci italiane pesa come una spada di Damocle, e le trattative tra Bruxelles e Washington sembrano più che mai un braccio di ferro senza esclusione di colpi.

Quando si parla di Made in Italy verso gli Stati Uniti, i riflettori si accendono su quattro protagoniste: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. Queste regioni, vere locomotive dell’industria nazionale, rappresentano il 56% del valore complessivo delle esportazioni dirette oltreoceano, per un giro d’affari che nel 2024 supera i 36 miliardi di euro.

Ma il rischio è che questo motore si inceppi: la Lombardia rischia di vedere sfumare ben 950 milioni di euro dei suoi 13,6 miliardi di export, mentre l’Emilia-Romagna potrebbe perdere 730 milioni su 10,4 miliardi. Il Veneto si trova di fronte a una possibile contrazione di 500 milioni su 7,1 miliardi, e il Piemonte dovrà stringere i denti per far fronte a una perdita di 355 milioni su 5 miliardi. Un quadro che, se confermato, avrebbe ripercussioni a catena su tutto il tessuto produttivo del Nord Italia.

Made in Italy: settori strategici in bilico

Il colpo di maglio dei dazi si abbatterebbe con particolare durezza su alcuni comparti chiave del Made in Italy. La meccanica di precisione e l’automotive rischiano di perdere appeal sul mercato americano, complice l’inevitabile aumento dei prezzi.

Ma a preoccupare è anche il destino del vino e dei prodotti alimentari, settori dove la sensibilità al prezzo è massima: qui, il pericolo è quello di una fuga dei consumatori statunitensi verso alternative locali, con una contrazione della domanda che potrebbe minare le fondamenta di filiere storiche e d’eccellenza.

Un contesto economico da non sottovalutare

Il rischio di nuove barriere commerciali si inserisce in un momento già delicato per l’economia nazionale. Il saldo commerciale italiano, che a marzo 2025 segna un deficit di 264 milioni di euro contro il surplus di 5,82 miliardi dell’anno precedente, racconta di una fragilità strutturale che non può essere ignorata.

In questo scenario, il manifatturiero italiano è chiamato a reinventarsi, cercando strategie innovative per mantenere la propria competitività sui mercati internazionali e tutelare il valore intrinseco del Made in Italy. L’urgenza è chiara: difendere il nostro export non è solo una questione di numeri, ma di identità e futuro per l’intero Paese.

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