Cassazione: Bitcoin sono beni mobili, cambia la gestione delle criptovalute
La Cassazione stabilisce che i Bitcoin sono beni mobili: nuove tutele penali e responsabilità per trader e gestori di criptovalute.
Nel panorama giuridico italiano si è assistito a una vera e propria svolta che potrebbe riscrivere le regole del gioco per chi opera nel mondo delle Bitcoin e delle altre criptovalute. La recente sentenza della Cassazione (n. 20138/2025) ha infatti sancito un principio destinato a fare scuola: le criptovalute sono da considerarsi a tutti gli effetti beni mobili, con tutte le conseguenze legali che questa definizione comporta. Un passaggio che segna la fine di quell’epoca pionieristica spesso definita “far west digitale”, in cui le regole erano poche e poco chiare, lasciando ampio spazio a zone grigie e a interpretazioni controverse.
Il caso che ha portato a questa pronuncia riguarda un trader che aveva ricevuto in gestione delle criptovalute, nello specifico Bitcoin, con l’incarico di investirle trattenendo una commissione sui guadagni. Tuttavia, invece di procedere secondo gli accordi, il gestore ha trattenuto indebitamente i fondi, senza mai restituirli né investirli. Da qui la condanna per appropriazione indebita e la conseguente riflessione giuridica sullo statuto delle criptovalute nell’ordinamento italiano.
Bitcoin tutelati dalla legge italiana: la Cassazione fa chiarezza definitiva
La Suprema Corte ha respinto con decisione l’argomentazione difensiva secondo cui le criptovalute, in quanto entità digitali e prive di materialità fisica, non potrebbero essere ricondotte al concetto di beni mobili. I giudici hanno sottolineato come la struttura stessa delle criptovalute, costituite da dati informatici registrati su blockchain, garantisca loro una “fisicità strutturale” che le rende quantificabili, trasferibili e suscettibili di essere oggetto di appropriazione indebita. In altre parole, la natura immateriale non impedisce di riconoscere alle criptovalute una rilevanza patrimoniale analoga a quella dei beni tradizionali.
A rafforzare questa posizione è intervenuto anche il riferimento al regolamento UE 2023/1114 e al decreto legislativo italiano 204/2024, che definiscono le criptoattività come “rappresentazioni digitali di valore, trasferibili e memorizzabili elettronicamente”. Tale definizione, ormai pienamente recepita nell’ordinamento, sgombra il campo da ogni dubbio e consente di inquadrare il Bitcoin come bene mobile a tutti gli effetti. In quest’ottica, la protezione giuridica si estende anche alle situazioni in cui il proprietario delle criptovalute ne trasferisce il possesso, ma non la proprietà, a un soggetto terzo per finalità di gestione o investimento.
Criptovalute come beni mobili: la sentenza che rivoluziona il diritto italiano
Non meno significativa è la parte della sentenza dedicata al risarcimento danno. Nel caso di specie, il gestore aveva offerto una somma di 5.000 euro per chiudere la partita, ma la Corte ha giudicato l’offerta insufficiente rispetto al valore effettivo dei Bitcoin trattenuti, stimato in almeno 7.500 euro al momento della mancata restituzione. Questo aspetto mette in evidenza un principio chiave: il valore delle criptovalute, proprio in virtù della loro volatilità e delle quotazioni di mercato, deve essere valutato con attenzione al momento in cui si verifica l’inadempimento. Un passaggio tutt’altro che secondario per chi si trova a gestire o a investire in criptoattività.
La sentenza della Cassazione si inserisce così in un contesto normativo e giurisprudenziale in rapido mutamento, dove le istituzioni europee e nazionali stanno lavorando per colmare i vuoti regolamentari che per anni hanno caratterizzato il settore delle criptovalute. Oggi, chi opera nel mondo della blockchain e delle criptoattività non può più contare sull’anonimato o sulla presunta incertezza normativa per sottrarsi alle proprie responsabilità. La tutela dei possessori di Bitcoin e la responsabilizzazione dei gestori diventano principi cardine, destinati a orientare le future decisioni dei tribunali e a incidere profondamente sulle pratiche operative di exchange, broker e trader.
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