Finanza Personale Chiara Ferragni affronta la crisi: Fenice Srl in bilico

Chiara Ferragni affronta la crisi: Fenice Srl in bilico

Fenice Srl, marchio di Chiara Ferragni, affronta perdite milionarie. Nuova governance e aumento di capitale per tentare il rilancio.

28 Giugno 2025 17:30

C’è aria pesante sopra il cielo dorato di Chiara Ferragni. La regina delle influencer, abituata a far brillare tutto ciò che tocca, oggi si trova al centro di una vera e propria tempesta finanziaria che rischia di travolgere non solo il suo nome, ma anche il futuro di un intero impero costruito sulla sua immagine.

Il caso Fenice Srl, la società che gestisce il suo brand, è ormai diventato il simbolo di una crisi finanziaria che si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno, lasciando dietro di sé macerie e interrogativi sul futuro.

Il crollo di Fenice Srl: numeri impietosi e strategie in bilico

Basta scorrere i dati per capire che la situazione è da allarme rosso: il fatturato di Fenice Srl è passato dai fasti dei 14 milioni di euro del 2022 a una previsione sotto i 2 milioni per il 2024. Un tracollo che ha mandato in fumo il patrimonio, ormai praticamente azzerato, e che ha prodotto perdite cumulate per oltre 10 milioni di euro.

Un vero bagno di sangue che ha imposto una rivoluzione ai vertici: via Ferragni e Barletta dalla gestione, spazio a Claudio Calabi, manager dal curriculum d’acciaio specializzato in ristrutturazioni. L’obiettivo? Salvare il salvabile e provare a riscrivere il destino della società.

Pandoro-gate e reputazione in frantumi

Ma il vero spartiacque è stato il famigerato Pandoro-gate, la collaborazione con Balocco che si è trasformata in un boomerang mediatico. La sanzione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per pratiche commerciali scorrette ha colpito duramente la reputazione del marchio, innescando una reazione a catena che ha fatto evaporare la fiducia dei consumatori e dei partner commerciali.

In un batter d’occhio, quello che era il regno dell’influencer si è trasformato in un campo minato, dove ogni passo falso rischia di costare carissimo.

Aumento di capitale e tensioni tra soci

In questo clima incandescente, la scelta di procedere con un aumento del capitale da 6,4 milioni di euro rappresenta una mossa obbligata per tentare il rilancio. Sisterhood Srl, la holding personale di Ferragni, si è fatta carico dell’intera operazione, mentre non sono mancati i malumori: Pasquale Morgese, socio di peso, ha alzato le barricate e minacciato azioni legali, segno che la fiducia interna è tutt’altro che granitica.

Ora la vera sfida sarà dimostrare che il modello Ferragni può sopravvivere allo scandalo, magari puntando su una diversificazione delle attività e su una nuova strategia di riconquista della fiducia del pubblico. Perché se è vero che il vento cambia in fretta, è altrettanto vero che chi sa reinventarsi può ancora scrivere il proprio futuro.

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