Cambiamento climatico e finanza: nuove sfide per assicurazioni e mutui
L’aumento dei disastri climatici mette sotto pressione assicurazioni e mutui: ecco come il settore finanziario si sta adattando ai nuovi rischi.
Fonte immagine: Finanza.com
Da qualche tempo, il cambiamento climatico si è trasformato in un fattore determinante per l’economia globale, generando tensioni trasversali che spaziano dal comparto finanziario a quello immobiliare. Gli studi più recenti registrano un sorprendente incremento del 68% nei eventi meteorologici estremi, accompagnato da un aumento del 45% dei premi assicurazioni e da un preoccupante 30% di immobili a rischio nelle aree costiere.
La crescente instabilità impone alle compagnie di adeguare le proprie strategie, mettendo in luce la complessità nel garantire coperture e finanziamenti sostenibili per privati e imprese. Tuttavia, mentre alcune nazioni lavorano a politiche di prevenzione e riduzione della vulnerabilità, altre mostrano segni di disimpegno, lasciando emergere fragilità strutturali in un mercato che richiede maggiore dinamicità.
Crescente vulnerabilità finanziaria
In questo scenario, le istituzioni bancarie chiedono garanzie solide prima di erogare mutui, poiché è fondamentale che il valore immobiliare resti stabile nel lungo periodo. L’assenza o l’eccessivo costo delle polizze, specialmente in località soggette a disastri climatici, spinge molte famiglie a rinunciare all’acquisto di una casa, causando un effetto domino sui valori di mercato.
Il Financial Stability Board ha espresso preoccupazione sul rischio di insolvenze a catena, temendo un’ondata di svalutazioni immobiliari capace di gettare le basi per una crisi finanziaria simile a quella del 2008. A complicare ulteriormente il quadro, la durata annuale delle polizze non corrisponde alla prospettiva pluridecennale dei prestiti ipotecari, generando incertezza sugli equilibri di lungo periodo.
Strategie di contenimento e resilienza
Per limitare l’esposizione al rischio, le compagnie assicurative tentano di modulare le coperture in modo più selettivo, mentre investitori e proprietari immobiliari avviano iniziative basate su nuove tecnologie costruttive e su politiche di prevenzione. Alcuni analisti evidenziano che l’incremento del valore nel mercato immobiliare, in certe regioni, ha parzialmente compensato le perdite subite dopo calamità naturali.
Tuttavia, la fragilità permane: lo scarto temporale tra le richieste di risarcimento e la rivalutazione delle proprietà genera volatilità, alimentando dubbi sulla sostenibilità di lungo corso. In questo contesto, la cooperazione multilaterale e la revisione delle normative potrebbero offrire un salvagente, purché siano affiancate da una spinta verso la ricerca e l’innovazione ambientale.
Ostacoli e prospettive future
La recente uscita della Federal Reserve dal Network for Greening the Financial System ha suscitato perplessità tra gli operatori, i quali temono un rallentamento nella circolazione di informazioni cruciali. Anche l’atteggiamento meno collaborativo assunto dall’Ufficio Federale delle Assicurazioni contribuisce ad aumentare l’incertezza, poiché senza un’efficace condivisione dati risulta complesso valutare con precisione i rischi emergenti e predisporre strategie tempestive.
Mentre alcuni Paesi continuano a puntare su infrastrutture e interventi di mitigazione, altri rimangono fermi di fronte alle esigenze di un mercato in evoluzione. In definitiva, la sinergia tra enti regolatori, istituti bancari e compagnie assicurative appare l’elemento chiave per gestire al meglio questa transizione, garantendo stabilità finanziaria e salvaguardando la sicurezza economica della collettività.
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