BTP Italia, raccolta in calo ma investitori più ricchi e selettivi
La prima fase del collocamento BTP Italia si chiude con 6,5 miliardi raccolti tra i retail, in calo rispetto al passato ma con interesse ancora forte.
Nel mondo degli investimenti, ogni emissione obbligazionaria rappresenta un termometro prezioso per tastare il polso dei risparmiatori italiani. L’ultima tornata di BTP Italia non fa eccezione e, come spesso accade, offre più di uno spunto di riflessione. Se da un lato i numeri raccontano una raccolta meno brillante rispetto alle precedenti emissioni, dall’altro emerge un quadro più sofisticato, dove la clientela retail appare sempre più selettiva e orientata verso scelte consapevoli e mirate.
A ben vedere, la partenza era stata col botto: oltre 3,1 miliardi di euro raccolti nella prima giornata, a testimonianza di un interesse ancora vivo verso questo particolare strumento del Tesoro. Tuttavia, come spesso succede nelle corse di resistenza, l’entusiasmo iniziale si è progressivamente affievolito, portando la raccolta totale a fermarsi a quota 6,5 miliardi. Un dato che, se confrontato con gli 8,6 miliardi dell’emissione di marzo 2023 o i 7,3 miliardi delle tornate di novembre e giugno 2022, non può non far riflettere.
Interesse per i BTP Italia in frenata, ma cresce il peso dei grandi risparmiatori
Ma la vera notizia non è solo la contrazione dei volumi. Piuttosto, ciò che colpisce è la trasformazione del profilo degli investitori. L’investimento medio, che sfiora i 34 mila euro, racconta di una platea meno ampia ma decisamente più facoltosa. Non sono mancati ordini monstre, con punte che hanno toccato i 24 milioni di euro, segno che il BTP Italia continua ad esercitare un certo fascino soprattutto sui grandi risparmiatori e su chi si affida a consulenti private.
Il calo nel numero di sottoscrittori, sceso a circa 190 mila rispetto ai 327 mila della precedente emissione, evidenzia come la clientela retail stia diventando sempre più attenta e selettiva. In un contesto di mercato che si sta normalizzando dopo gli scossoni degli ultimi anni, non sorprende che molti piccoli risparmiatori preferiscano attendere tempi migliori o orientarsi verso altre soluzioni.
Del resto, la normalizzazione dell’inflazione sta lentamente smorzando l’appeal degli strumenti indicizzati. Non è un caso che, a fronte di una minore pressione sui prezzi al consumo, anche l’interesse verso titoli come il BTP Italia si sia affievolito. Difficile, quindi, che la raccolta complessiva possa avvicinarsi ai 10 miliardi ipotizzati in partenza, soprattutto se si considera che le ultime emissioni avevano fatto registrare risultati ben più corposi: 10 miliardi a marzo 2023, 12 miliardi a novembre 2022 e 9,4 miliardi a giugno dello stesso anno.
Meno sottoscrizioni ma ticket medi alle stelle: cosa sta cambiando
Eppure, nonostante il clima meno favorevole, il BTP Italia resta un punto di riferimento per chi cerca protezione dall’erosione del potere d’acquisto. La nuova emissione, con durata settennale e scadenza fissata al 4 giugno 2032, offre una cedola minima annua dell’1,85%, un premio fedeltà dell’1% per chi lo detiene fino a scadenza e pagamenti semestrali che includono la rivalutazione del capitale. Tutti elementi che, messi insieme, portano il rendimento effettivo intorno al 3,5%, ben superiore rispetto ai BTP tradizionali di pari durata.
Non bisogna poi dimenticare che, come sempre, dopo la fase di collocamento riservata ai risparmiatori individuali, il 30 maggio 2025 sarà la volta degli investitori istituzionali. Sarà quello il momento in cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze tirerà le somme definitive, comunicando i risultati finali e il tasso di rendimento definitivo. Un appuntamento che gli addetti ai lavori seguono con particolare attenzione, perché spesso è proprio la domanda degli istituzionali a fare la differenza sul successo di un’emissione.
Nel frattempo, le agenzie di rating osservano con attenzione. Non è un mistero che Moody’s e le altre big del settore abbiano più volte sottolineato l’importanza di strumenti come il BTP Italia per la stabilità del debito pubblico italiano, specie in un contesto internazionale ancora segnato da incertezze geopolitiche e tensioni sui mercati. Il fatto che il titolo continui ad attrarre una clientela sempre più sofisticata, in grado di apprezzare i vantaggi di una cedola indicizzata e di un premio fedeltà non trascurabile, rappresenta un segnale positivo per la tenuta del sistema.
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