Finanza Personale BCE verso il taglio dei tassi: i mutui saranno più bassi ma l’incertezza rimane

BCE verso il taglio dei tassi: i mutui saranno più bassi ma l’incertezza rimane

La BCE prepara nuovi tagli ai tassi per sostenere l'economia, tra impatti dei dazi USA e dibattiti interni sulle politiche monetarie future.

3 Giugno 2025 11:30

In un contesto economico dove l’incertezza sembra essere diventata la nuova normalità, la BCE si prepara a una mossa attesa ma non priva di sfumature: il taglio dei tassi d’interesse, l’ottavo nel giro di un anno.

Il termometro delle aspettative, alimentato dai sondaggi tra economisti e analisti, lascia poco spazio ai dubbi per quanto riguarda la decisione di giovedì: il tasso sui depositi dovrebbe scendere al 2%, con il consiglio direttivo guidato da Christine Lagarde pronto a mettere la firma su una scelta quasi unanime. Tuttavia, se il presente sembra scritto, il futuro resta avvolto da molte incognite che si rincorrono tra le sale di Francoforte e i mercati internazionali.

Taglio dei tassi in arrivo nel prossimo anno

A rendere il quadro ancora più articolato sono le voci discordanti che emergono proprio all’interno dell’istituto centrale. Da un lato, alcuni membri del board invocano una maggiore cautela, puntando il dito contro l’aumento della spesa pubblica nell’Eurozona e in particolare in Germania. Dall’altro, non manca chi sottolinea l’urgenza di mantenere uno stimolo costante per non spegnere i timidi segnali di ripresa che si intravedono all’orizzonte.

È il caso di Martin Van Vliet di Robeco, che mette in guardia: “Qualsiasi ulteriore riduzione dei tassi dovrà essere meno meccanica”. Sulla stessa lunghezza d’onda, Katharine Neiss di PGIM Fixed Income intravede nuovi tagli nel breve periodo, ma ricorda che sarà cruciale mantenere tassi più elevati in prospettiva, coordinando le scelte di politica monetaria con strategie fiscali mirate.

Le conseguenze dei dazi USA

Ma a gettare benzina sul fuoco delle incertezze non sono solo le dinamiche interne alla BCE. Un elemento che rischia di cambiare le carte in tavola arriva da oltreoceano: i dazi USA. Le politiche protezionistiche introdotte dall’amministrazione Trump hanno innestato una spirale di instabilità che si riverbera sui prezzi e sulle dinamiche economiche globali.

Non è un caso che, secondo fonti interne, lo scenario base della banca centrale abbia ora meno del 50% di probabilità di realizzarsi. Gli analisti di Unicredit sottolineano come proprio questa incertezza legata ai dazi USA potrebbe spingere alcuni membri del board a suggerire una pausa nell’allentamento monetario, almeno fino a quando non sarà più chiaro l’impatto effettivo sull’economia europea.

Un futuro incerto con l’inflazione ancora alta

Se da un lato il taglio dei tassi interesse rappresenta una risposta quasi obbligata a una crescita che stenta a decollare, dall’altro le prospettive a medio termine restano quanto mai fluide. Le previsioni degli analisti indicano che i tassi potrebbero scendere fino all’1,75% entro settembre, ma la tempistica e l’entità delle riduzioni dipenderanno da una molteplicità di fattori. Tra questi spiccano l’andamento dell’inflazione, le tensioni legate ai dazi USA e le scelte fiscali dei singoli paesi membri. In particolare, l’inflazione continua a muoversi su livelli che lasciano poco margine di manovra, imponendo alla BCE un equilibrio delicato tra la necessità di stimolare la crescita e il rischio di alimentare nuove pressioni sui prezzi.

Christine Lagarde, pur evitando di sbilanciarsi su una roadmap dettagliata, ha ribadito che ogni decisione sarà presa alla luce dei dati economici disponibili, mantenendo un approccio flessibile e pronto a reagire alle evoluzioni dello scenario globale. Non sono state fornite indicazioni precise sui prossimi passi, ma una cosa appare chiara: la BCE intende sostenere l’economia europea in questa fase di turbolenza, senza perdere di vista la necessità di una politica monetaria che sappia adattarsi rapidamente ai cambiamenti di contesto.

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