Lavoro Pensioni Addio pensione a 67 anni: il nuovo calendario che cambia tutto

Addio pensione a 67 anni: il nuovo calendario che cambia tutto

In Italia l'età pensionabile salirà a 70 anni entro il 2067. L'invecchiamento e il calo delle nascite mettono alla prova la sostenibilità del sistema pensionistico.

28 Ottobre 2025 13:00

Da diversi anni, la questione dell’età pensionabile in Italia campeggia al centro del dibattito pubblico, tra chi invoca maggiore flessibilità e chi teme gli effetti di un ritardo sempre più accentuato nel ritiro dal lavoro. Eppure, è innegabile che ci troviamo di fronte a un passaggio cruciale: l’allungamento della vita media e la necessità di mantenere un equilibrio nei conti previdenziali spingono verso un innalzamento graduale degli anni richiesti.

L’obiettivo è arrivare a sfiorare i 70 anni entro il 2067, passando per tappe intermedie che segneranno quote sempre più impegnative per i lavoratori. Da 67 anni attuali, si passerà a 67 e 3 mesi entro il 2027, con una progressione che vedrà il traguardo di 68 anni e 11 mesi già nel 2050.

Istituzioni e proiezioni demografiche

I dati forniti dall’Istat illustrano con estrema chiarezza lo scenario: entro il 2050 l’aspettativa di vita si attesterà sugli 84,3 anni per gli uomini e 87,8 per le donne, segnando un inevitabile invecchiamento della popolazione che richiederà interventi solidi e lungimiranti. Questa tendenza trova conferma anche nell’aumento della percentuale di over 65, destinata a passare dall’attuale 24,3% a un sorprendente 34,6% nel giro di trent’anni.

In un contesto in cui il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati è in costante peggioramento, ci si interroga su quali riforme possano preservare sia la stabilità finanziaria, sia i diritti acquisiti. È evidente, infatti, come la tenuta del sistema dipenda in larga misura dalla capacità di gestire questa trasformazione.

Sfide per la sostenibilità

Al centro delle preoccupazioni si colloca la sostenibilità economica e sociale del comparto previdenziale. L’incremento della longevità, da un lato, comprime le risorse disponibili, mentre dall’altro si deve far fronte all’inevitabile incremento delle spese per la salute e l’assistenza di una popolazione che, progressivamente, va in pensione più tardi.

La crescita dei centenari, aumentati di oltre il 30% nell’ultimo decennio, rende urgente un ripensamento delle politiche di welfare: il sistema deve supportare una platea di pensionati in fase di costante espansione, garantendo al contempo un adeguato ricambio generazionale. Con la dinamica demografica attuale, si punta a soluzioni che possano conciliare risorse limitate con l’esigenza di un equilibrio sostenibile nel lungo periodo.

Prospettive e possibili riforme

Un ulteriore elemento di attenzione deriva dalla riduzione delle nascite, che secondo le stime rischia di segnare un nuovo record negativo nel 2025. A tal proposito, il mondo politico e gli esperti del settore studiano strategie per favorire politiche familiari e forme di incentivazione rivolte ai giovani, nel tentativo di invertire la tendenza al calo demografico. Emergono anche proposte in tema di previdenza complementare, create per offrire ai futuri pensionati un sostegno flessibile, diversificato e capace di adattarsi alle nuove esigenze.

In definitiva, sebbene il percorso verso un innalzamento dell’equità sociale appaia lungo e complesso, numerose iniziative stanno cercando di disegnare soluzioni in grado di assicurare stabilità e inclusione a tutte le generazioni coinvolte in questo delicato passaggio.

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