Canone RAI e nuove regole per B&B e affitti brevi
Dal 2025 obbligo di Codice Identificativo Nazionale (CIN) per B&B e affitti brevi, con sanzioni e controlli fiscali rafforzati. Tutte le novità per i gestori.
Fonte immagine: Finanza.com
Dal 1° gennaio 2025, entra in vigore una serie di nuove disposizioni che detteranno un giro di vite su locazioni turistiche e strutture ricettive. Diventa obbligatorio dotarsi del Codice Identificativo Nazionale, un requisito studiato per garantire una maggiore trasparenza nell’intero comparto degli affitti brevi e dei bed and breakfast.
L’intento del legislatore è quello di regolamentare le attività emergenti e ridurre il rischio di evasione. Per ogni immobile, sarà necessario indicare il codice specifico negli annunci pubblicitari, sia cartacei che digitali, e persino esporlo fisicamente all’esterno. Anche il regime fiscale viene ritoccato, con la cedolare secca che rimarrà invariata al 21% per il primo immobile, mentre sale al 26% per le unità aggiuntive.
Obblighi di registrazione e controlli mirati
L’adesione alla Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive diventa il pilastro portante di questa riforma. Per ottenere il CIN, occorre accedere con SPID o CIE e completare la procedura di registrazione. Una volta ottenuto, il codice dovrà comparire anche nella Certificazione Unica, in modo da incrociare con rapidità i dati fiscali.
L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza metteranno in atto verifiche più stringenti, sfruttando sistemi di monitoraggio avanzati e confrontando le informazioni fornite dai proprietari con quelle raccolte direttamente sul territorio. Oltre alle sanzioni economiche, il mancato rispetto dei requisiti di sicurezza o il superamento del limite di quattro immobili senza Segnalazione Certificata di Inizio Attività aprirà la strada a ulteriori provvedimenti.
Regime fiscale e tassazione progressiva
Sul fronte tributario, il modello della cedolare secca continua a esercitare un ruolo centrale per chi offre affitti di breve periodo. Il passaggio dal 21% al 26% per i successivi immobili è pensato per stimolare una più equa ripartizione del carico fiscale ed evitare eventuali squilibri legati al proliferare di case vacanza.
Con questo meccanismo, il fisco intende colpire chi si affida a strategie elusive, rendendo più complessa qualsiasi forma di evasione. Gli operatori e gli intermediari sono invitati a comunicare in modo tempestivo i dati delle transazioni, al fine di agevolare l’accertamento e salvaguardare un mercato competitivo e virtuoso.
Esposizione del codice e responsabilità dei proprietari
Non meno importante è l’obbligo di mostrare il CIN all’esterno della struttura: una misura che conferisce maggiore chiarezza al turista e semplifica i controlli. Gli immobili in comproprietà richiedono un’attenzione ulteriore: la Certificazione Unica sarà emessa al titolare del codice, garantendo così un monitoraggio univoco.
Chi sceglie di non adeguarsi rischia sanzioni salate, in un range compreso tra 800 e 8.000 euro, con multe aggiuntive per eventuali violazioni riguardanti la mancata esposizione o la regolarità amministrativa. Nel complesso, la riforma mira a coniugare tutela del turista, lotta agli abusi e un’evoluzione del mercato fondata su regole chiare e condivise.
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