Finanza Personale Dall’energia ai trasporti: come sta cambiando l’inflazione nel 2025

Dall’energia ai trasporti: come sta cambiando l’inflazione nel 2025

Istat rileva un rallentamento dell’inflazione, ma le famiglie percepiscono ancora rincari su alimentari e trasporti.

29 Agosto 2025 13:30

Quest’anno, il panorama dell’inflazione italiana sembra finalmente tirare un sospiro di sollievo, segnando un deciso calo rispetto all’anno precedente. Se nel 2023 si era toccato il 5,7%, ora le stime puntano a un tasso medio annuo dell’1%, un dato che tanti osservatori considerano un vero cambio di passo.

In dicembre si è visto un incremento annuo dell’1,3%, sostanzialmente in linea con quanto rilevato a novembre, e particolarmente interessante risulta la flessione dell’inflazione di fondo, scesa al 2% contro il 5,1% registrato in passato.

A influenzare questo scenario contribuiscono simultaneamente fattori interni ed esterni, e i dati diffusi da Istat ne restituiscono un quadro in evoluzione. Chiudere l’anno con una prospettiva moderata sui prezzi fa ben sperare, anche se le incognite non sono certo scomparse.

Dati incoraggianti e tendenze differenziate

I principali protagonisti di questa svolta includono i beni energetici, che hanno manifestato curve contrapposte: mentre quelli non regolamentati hanno subito pesanti contrazioni, con picchi di calo intorno all’8,6% ad agosto, quelli regolamentati hanno invece evidenziato incrementi fino al 7,4% a novembre.

Lo stesso discorso vale per i beni di consumo: la loro incidenza sul portafoglio delle famiglie rimane elevata, in particolar modo per ciò che concerne la spesa alimentare. È qui che l’indicatore dei prezzi al consumo diventa cruciale, dato che molto spesso il consumatore percepisce immediatamente le variazioni di costo sui prodotti di uso quotidiano.

Per diversi osservatori, questi segnali di assestamento rappresentano però un indizio di un mercato più equilibrato rispetto ai mesi precedenti.

Pressione sul “carrello” e focus sui servizi

Analisti ed economisti concordano nel dire che il carrello della spesa resta un sorvegliato speciale. Con un incremento del 2,3% a novembre, esercita ancora una certa pressione sui bilanci familiari, riflettendo la volatilità dei prodotti alimentari.

Allo stesso tempo, i servizi mostrano una tendenza variegata: se quelli abitativi sembrano raffreddarsi leggermente (scesi dal 2,7% al 2,5%), i servizi di trasporto hanno segnato un moderato aumento. Questo quadro, per certi versi contraddittorio, testimonia una fase di transizione, in cui i singoli comparti potrebbero imboccare direzioni diverse a seconda delle dinamiche internazionali e dell’andamento dei costi di produzione.

Strategie di investimento e scenari futuri

Di fronte a queste oscillazioni, la parola d’ordine degli esperti resta diversificazione portafoglio. Puntare su comparti capaci di reggere scossoni energetici e alimentari è considerata una mossa prudente, perché permette di attenuare i rischi legati a eventuali rialzi improvvisi o a possibili crolli in specifici settori.

Molti guardano con interesse a settori infrastrutturali e tecnologici, ritenuti in grado di ammortizzare eventuali pressioni sui costi, grazie alla loro capacità di innovazione. Nonostante le incertezze, la maggior parte degli analisti considera l’attuale assetto dei mercati un’opportunità per selezionare titoli solidi e mantenere un equilibrio tra cautela e ottimismo.

Il percorso verso una stabilità più marcata resta complesso, ma i segnali emersi confermano un clima in cui il rallentamento sembra sostituire la corsa incontrollata dei mesi scorsi e, sebbene non si possa cantar vittoria troppo presto, i recenti dati appaiono decisamente più confortanti.

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