Finanza Personale Offerta shock: Perplexity vuole comprare Chrome

Offerta shock: Perplexity vuole comprare Chrome

La startup AI Perplexity ha annunciato di voler acquisire Chrome da Google, in attesa della sentenza antitrust USA.

13 Agosto 2025 11:29

Nel vivace scenario tecnologico di oggi, l’annuncio di Perplexity di voler acquisire lo storico browser Chrome per 34,5 miliardi di dollari ha generato un’ondata di commenti. L’impresa, specializzata in intelligenza artificiale, ha ufficialmente presentato un’offerta non vincolante ai vertici di Google, dichiarando di poter garantire un solido sostegno finanziario grazie al coinvolgimento di vari fondi.

Mettendo sul piatto questa cifra considerevole, la startup punta a inserirsi in una complessa controversia antitrust che, secondo alcune voci, potrebbe anche portare alla cessione del browser. L’iniziativa fa leva sulla possibilità che un giudice costringa il colosso di Mountain View a separarsi da uno dei suoi prodotti più strategici, dove la vera posta in gioco è la capacità di presidiare le ricerche online e la robusta quota di mercato globale costruita negli anni.

Perplexity e Chrome: l’offerta audace e la strategia dietro di essa

L’idea di investire 34,5 miliardi di dollari in quello che molti considerano un patrimonio fondamentale per Google non è solo una mossa finanziaria, ma un vero e proprio piano tattico. Gli analisti parlano di un tentativo di dimostrare che esiste un acquirente affidabile per Chrome, nel caso in cui il tribunale imponga la vendita.

Dal punto di vista industriale, possedere il browser significherebbe mettere le mani su una infrastruttura che raggiunge oltre 3,5 miliardi di utenti in tutto il mondo. Il supporto a Chromium, la base open source di Chrome, rappresenterebbe un impegno cruciale per favorire la trasparenza del progetto e garantire continui aggiornamenti.

In particolare, Perplexity mira a investire in ricerca, sviluppo e partnership, con l’obiettivo di far evolvere il browser in un ecosistema capace di potenziare le strategie legate alla pubblicità online e all’innovazione di prodotto, senza perdere di vista la stabilità del business.

Il contesto dell’azione dell’antitrust

Il giudice distrettuale incaricato di valutare la presunta posizione monopolistica di Google Chrome potrebbe intervenire con misure drastiche per salvaguardare la concorrenza. L’attenzione degli organi competenti si concentra sul fatto che il motore di ricerca e il browser, combinati, offrono a Google un potere di mercato che va ben oltre la semplice distribuzione di prodotti digitali.

Da qui nascono le pressioni per una scissione, vista da alcuni come estrema, ma giudicata da altri l’unica mossa efficace per evitare l’ulteriore espansione di un gigante già molto radicato. In questo panorama, la proposta economica di Perplexity aspira ad affermarsi come prova che un’alternativa concreta, e con risorse adeguate, esiste davvero.

Nonostante il chiaro rifiuto iniziale, con l’azienda che teme di perdere un asset cruciale per il proprio ecosistema, Google Chrome potrebbe trovarsi costretta a riconsiderare la vendita se il tribunale dovesse imporla. Resta da vedere quale sarà la linea definitiva delle autorità, alle prese con l’equilibrio tra tutela del mercato e rispetto dell’innovazione tecnologica.

Nel frattempo, la mossa di Perplexity si configura come un segnale forte: c’è chi è pronto a investire capitali ingenti per conquistare un browser che non solo presidia le preferenze degli utenti, ma che rappresenta anche il fulcro di un impero digitale in continua trasformazione. L’esito di questa vicenda potrà ridisegnare il futuro dei servizi online, con conseguenze potenzialmente rivoluzionarie in termini di competizione e libertà di scelta.

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