Trump propone una cauzione fino a 15 mila dollari per il visto
Trump propone una cauzione fino a 15.000$ per alcuni visti e il settore turistico teme un calo dei visitatori e ricadute sull'economia.
Fonte immagine: ANSA
Negli ultimi mesi, gli analisti hanno acceso i riflettori su una misura che sta già scuotendo le dinamiche di ingresso negli Stati Uniti: il bond visti per gli Stati Uniti. In particolare, la nuova politica introduce una reale stretta sui visti turistici B-2 e sui visti business B-1, obbligando i richiedenti a depositare una cauzione che potrà oscillare tra 5.000 e 15.000 dollari.
La finalità dichiarata è ridurre gli episodi di overstay e rendere più efficaci i controlli alle frontiere. Questo cambiamento affonda le sue radici nell’ordine firmato dal presidente Trump, ma alimenta già un clima di incertezza economica e istituzionale, con possibili impatti sul settore del turismo negli USA e sul più ampio panorama dell’immigrazione negli Stati Uniti.
Il programma pilota, prevede una vera e propria cauzione dei visti, volta a responsabilizzare i visitatori in fase di ingresso. Per chi proviene da Paesi con alti tassi di irregolarità o da sistemi amministrativi considerati poco affidabili, il versamento cauzionale potrà raggiungere la soglia massima di 15.000 dollari.
Al centro di questo provvedimento vi è l’esigenza di arginare l’interno flusso migratorio e uniformarlo alle indicazioni del cosiddetto Immigration and Nationality Act. Allo stesso tempo, si teme che queste nuove procedure rallentino il complesso motore economico connesso ai viaggi internazionali, in un momento in cui ogni restrizione potrebbe innescare un effetto domino di sfiducia.
Trump e la cauzione per il visto: reazioni internazionali e impatto macroeconomico
A livello globale, l’irrigidimento dei requisiti ha già sollevato numerosi quesiti sull’interpretazione del Visa Waiver Program, che per il momento non subisce modifiche drastiche. Tuttavia, le destinazioni turistiche come Las Vegas hanno registrato un calo a doppia cifra nel numero di visitatori, con 400.000 presenze in meno rispetto all’anno precedente.
Tale inversione di tendenza rischia di creare una scia di perdite per un settore che, negli Stati Uniti, vale oltre 200 miliardi di dollari all’anno e riveste un ruolo centrale per le esportazioni. Gli osservatori più critici mettono in guardia contro un possibile aumento del deficit commerciale, qualora la contrazione dei flussi turistici persista a lungo.
Con la recente introduzione della “visa integrity fee” di 250 dollari, le spese complessive per accedere ai confini americani appaiono in costante rialzo. L’effetto combinato di queste misure potrebbe generare un allontanamento di investimenti e interessi verso mercati emergenti, ritenuti più agevoli da raggiungere.
La stretta sui flussi in ingresso, d’altro canto, trova il sostegno di chi considera prioritario rafforzare controllo e sicurezza. Resta aperto il dibattito su come bilanciare le esigenze di tutela interna con quelle tipicamente legate ai commerci e al libero scambio. L’evoluzione normativa e politica in merito ai visti con cauzione segna dunque un capitolo cruciale per le relazioni tra Stati Uniti e il resto del mondo, ponendo basi nuove per una discussione di lungo respiro sui futuri scenari d’ingresso e di permanenza.
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