Fisco Tasse e imposte Benzina e diesel: quanto costa davvero spostarsi in Italia quest’estate

Benzina e diesel: quanto costa davvero spostarsi in Italia quest’estate

Scopri perché l’Italia ha uno dei carburanti più cari d’Europa e come questo incide su famiglie, vacanze e competitività delle imprese. Dati e analisi di Facile.it.

5 Agosto 2025 09:30

Viaggiare in Italia durante la stagione estiva significa spesso fare i conti con un carburante dai costi decisamente elevati. Secondo un’analisi recente, chi percorre un tragitto di 2.500 km, paragonabile alla distanza tra Milano e Lecce andata e ritorno, sborsa mediamente 285 euro in benzina e 216 euro in diesel.

Numeri che si collocano addirittura al quarto posto in Europa per la benzina e al quinto per il diesel, segnalando rincari del 6% e del 7% rispetto ad altri Paesi. In sostanza, chi decide di viaggiare sulle lunghe tratte all’interno dei confini nazionali deve mettere in preventivo una spesa superiore alla media europea, con ricadute che non risparmiano i bilanci familiari né la sfera aziendale.

Impatto sui consumatori e sulla competitività

I forti rincari non si limitano ai singoli guidatori: anche le famiglie devono rivedere le proprie priorità quando si mettono in viaggio, tagliando spesso altre voci di spesa. Allo stesso modo, le imprese subiscono un incremento dei costi logistici che penalizza la loro capacità di competere sul mercato.

In un confronto con i prezzi europei, emergono differenze incisive: Austria registra fino all’11% in meno, Spagna il 14% e nazioni come Polonia e Romania arrivano al 19% di risparmio. Il picco del risparmio si trova in Bulgaria, con un 30% di costo inferiore, evidenziando quanto il divario possa pesare sui portafogli di chi viaggia per lavoro o per svago.

Percorsi verso la transizione

Paradossalmente, costi alti potrebbero spingere a una più rapida transizione energetica, favorendo l’adozione di veicoli elettrici e ibridi. Tuttavia, il contesto nazionale mostra ancora ritardi evidenti, dovuti sia a una rete di infrastrutture di ricarica non ancora capillare, sia alla carenza di incentivi sostanziosi.

Chi sceglie di investire in una flotta ecologica si trova spesso in difficoltà nel pianificare tragitti a lungo raggio, e molte località non offrono ancora adeguati punti di ricarica, disincentivando la crescita di un mercato fondamentale per ridurre l’impatto ambientale dei trasporti.

Tra prospettive future e scenari di crescita

Nonostante gli ostacoli, il dibattito su come allineare i costi del carburante agli standard continentali è sempre più vivace. Si parla di misure governative mirate, da un lato per sostenere gli utenti con agevolazioni fiscali e dall’altro per incoraggiare investimenti in ricerca e sviluppo di energie pulite.

Migliorare le infrastrutture, ottimizzare i meccanismi di tassazione sui combustibili tradizionali e continuare a promuovere veicoli a basso impatto resta una strada obbligata per limitare le disparità di spesa. Con una visione a lungo termine, puntare su miglioramenti strutturali e su politiche energetiche più audaci può contribuire a diminuire i costi finali, garantendo un futuro più sostenibile e competitivo per tutti.

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