Finanza Personale Quanto costano i centri migranti in Albania?

Quanto costano i centri migranti in Albania?

Analisi dei costi dei centri migranti in Albania: 153.000 euro a posto letto, spese aggiuntive e dubbi sulla sostenibilità della strategia italiana.

1 Agosto 2025 11:00

Nel cuore del dibattito sulle politiche migratorie e sulla gestione dei flussi di persone in cerca di protezione, emerge una realtà controversa che riguarda i centri migranti realizzati in Albania. Stando a un recente rapporto, il progetto finanziato con 600 milioni di euro in cinque anni prometteva di offrire strutture efficienti per l’accoglienza, ma i risultati dipingono uno scenario ben diverso.

Queste sedi, spesso fuori mano e senza un’adeguata pianificazione, ospitano un numero esiguo di persone rispetto alla loro capienza. Ciò genera un dibattito acceso su come conciliare sicurezza e accoglienza, soprattutto quando i dati rivelano una gestione poco trasparente e costi esorbitanti, distanti dal modello di solidarietà auspicato.

Analisi dei costi e discrepanze di investimenti

Secondo l’analisi condotta da ActionAid e dall’Università di Bari, i costi operativi dei centri di Gjadër e di altre strutture similari superano di gran lunga quelli italiani. Basti pensare al caso emblema del centro di Gjadër, per cui sono stati spesi 74,2 milioni di euro per soli 400 posti: una media di oltre 153.000 euro a posto letto, a fronte dei 21.000 euro registrati a Porto Empedocle, in Sicilia. Inoltre, nonostante la spesa giornaliera di 114.000 euro, la struttura ha accolto appena 20 migranti in cinque giorni di attività, un dato che solleva interrogativi sulla reale efficacia di questa strategia.

Dubbi sulla sostenibilità e impatto sociale

All’interno del più ampio protocollo Italia-Albania, il budget complessivo ha toccato 653 milioni di euro, di cui 252 milioni destinati esclusivamente alle trasferte del personale. Tale squilibrio mette in discussione la sostenibilità finanziaria di un piano che sembra più incentrato sulla logistica che sull’assistenza umanitaria. Molti osservatori evidenziano come la disparità tra investimenti effettivi e struttura organizzativa generi una percezione di spreco di risorse, soprattutto se si considera l’esiguo numero di persone effettivamente ospitate in questi centri. Numeri così elevati rischiano di distogliere l’attenzione da soluzioni alternative, capaci di coniugare una gestione trasparente e un’attenzione autentica all’accoglienza.

Riflessioni sul futuro della gestione migratoria

Alla luce di questi dati, ActionAid ha definito l’intera iniziativa come “il più costoso, inumano e inutile strumento” nella storia delle scelte governative in tema di immigrazione. La questione, dunque, non riguarda soltanto la capacità di offrire risposte efficaci ai flussi migratori, ma tocca anche il delicato equilibrio tra efficienza economica e dignità umana. Ridurre al minimo gli sprechi, garantire strutture adeguate e rivedere piani a lungo termine sono passaggi fondamentali per evitare che simili progetti si traducano in iniziative dalla dubbia utilità. In un panorama di crescenti sfide geopolitiche e sociali, la capacità di connettere sicurezza e solidarietà appare cruciale per costruire un futuro più equo. Emerge, in definitiva, la necessità di ripensare in modo più equilibrato le politiche migratorie, ponendo al centro la persona e la responsabilità istituzionale.

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