Dichiarazione IVA tardiva, oggi ultimo giorno per inviarla
Scopri come presentare la Dichiarazione IVA 2025 in ritardo, usufruire del ravvedimento operoso e ridurre le sanzioni previste dalla normativa.
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Ebbene, siamo giunti in quei giorni cruciali in cui torna protagonista la Dichiarazione IVA per l’anno d’imposta 2024. Nel nostro panorama fiscale, la possibilità di rimediare ai ritardi con il ravvedimento operoso offre un’ancora di salvezza a chi non ha rispettato la scadenza ufficiale del 30 aprile 2025. Non è un mistero, infatti, che le penalità ordinarie possano spingersi fino a somme di tutto rispetto, superando ampiamente i 2.000 euro.
Tuttavia, coloro che scelgono di mettersi in regola entro i 90 giorni successivi, e dunque non oltre il 29 luglio, si vedranno applicare una sanzione ridotta a soli 25 euro, un’agevolazione considerevole se paragonata alle somme imposte dopo questo termine. Sfruttare tale finestra temporale, dunque, risulta strategico per preservare il portafoglio e, al tempo stesso, sanare senza indugi eventuali dimenticanze.
Scadenze e sanzioni
La prima conseguenza per chi non rispetta la data del 29 luglio è assai più gravosa: la dichiarazione viene considerata omessa, con sanzioni amministrative che possono toccare il 120% dell’imposta dovuta, avendo comunque una base minima di 250 euro. Anche laddove si presenti la dichiarazione con ritardo, prima di subire eventuali controlli, la penalità permane elevata, attestandosi intorno al 75% dell’imposta mancante.
In un contesto in cui le verifiche fiscali si fanno sempre più incrociate e tempestive, grazie al potenziamento dei sistemi di tracciamento, è evidente che ogni contribuente deve valutare con cura l’impatto di scorrettezze o dimenticanze formali. Meglio agire subito, approfittando di riduzioni e condizioni agevolanti, piuttosto che subire le conseguenze di un avviso inaspettato.
Come mettersi in regola
Per beneficiare delle sanzioni ridotte, è fondamentale inviare telematicamente la dichiarazione entro il termine di legge e corrispondere la quota dovuta tramite modello F24. A questo proposito, l’utilizzo del codice tributo 8911 risulta essenziale per identificare correttamente il pagamento.
In tal modo, si evita di incorrere nelle verifiche e di rientrare nelle procedure di contenzioso che, come anticipato, possono avere esiti finanziariamente pesanti. Il segreto per uscire indenni da questo meccanismo è ben semplice: muoversi con prontezza, rispettando le istruzioni fornite dalla fattura elettronica e dall’amministrazione fiscale.
Ruolo dell’Amministrazione Fiscale
L’ente di riferimento, l’Agenzia delle Entrate, ha infatti potenziato i controlli incrociati e intensificato l’invio di comunicazioni di anomalia. Nel malaugurato caso in cui si riceva una segnalazione, c’è comunque la possibilità di rimediare entro la data indicata, continuando ad accedere ai vantaggi del ravvedimento.
Per queste ragioni, è caldamente consigliabile non ridursi all’ultimo minuto, ma consultare fin da subito un professionista o rivolgersi direttamente agli sportelli amichevoli. Una pianificazione accurata non solo abbatte i rischi di controlli successivi, ma contribuisce a mantenere in ordine i propri adempimenti, evitando stress e sgradevoli esborsi. Il tutto, con un notevole risparmio di tempo e di energie.
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