SPID a pagamento con InfoCert: le alternative gratis
Dal 28 luglio 2025 InfoCert applica un canone annuo allo SPID. Scopri costi, alternative gratuite e prospettive per le identità digitali in Italia.
Fonte immagine: Finanza.com
La recente svolta verso la fine della gratuità per l’accesso ai servizi digitali ha suscitato un forte interesse tra gli utenti italiani. Da diversi anni, molti cittadini conoscevano la comodità di utilizzare la propria SPID per accedere a vari portali della Pubblica Amministrazione, senza alcun costo aggiuntivo. Tuttavia, ora che InfoCert ha introdotto il canone annuale, sono sorte numerose domande su come questa novità possa trasformare il panorama delle identità digitali nel nostro Paese.
Il nuovo scenario richiama l’attenzione sul tema della sostenibilità economica dei fornitori di servizi e fa da campanello d’allarme per l’intero settore, lasciando presagire possibili cambiamenti futuri anche per altri provider.
Il cambio di rotta nei servizi SPID
L’idea di chiedere un corrispettivo per mantenere attivo il riconoscimento digitale è emersa come una necessità per coprire ingenti costi di sviluppo e mantenimento delle infrastrutture, soprattutto dopo investimenti milionari.
Il passaggio da servizio gratuito a pagamento non è stato automatico: ogni individuo dovrà fornire il proprio consenso esplicito per restare connesso, senza alcun addebito imposto. Molti si domandano se provider strategici, come PosteID, adotteranno la stessa linea e convertiranno in pagamento le attuali offerte. Va ricordato che, in caso di mancata accettazione delle nuove condizioni, è possibile recedere dal servizio e migrare verso altri fornitori che, almeno per il momento, continuano a offrire soluzioni a costo zero.
Possibili scenari futuri
L’effetto domino potrebbe innescarsi se anche i maggiori attori del mercato scegliessero di introdurre un costo fisso per i propri sistemi di autenticazione. Di conseguenza, il concetto di identità digitale gratuita verrebbe seriamente ridimensionato, spingendo gli utenti a rivalutare la validità di soluzioni alternative.
Tra queste compare la Carta d’Identità Elettronica, che il governo promuove per un uso più diffuso. Parallelamente, sta prendendo piede l’idea dell’IT Wallet, il portafoglio europeo che, in prospettiva, potrebbe rivoluzionare il nostro modo di gestire le credenziali, aggregando in un’unica piattaforma documenti e servizi essenziali.
Conseguenze per fornitori e cittadini
La decisione assunta rappresenta un punto di svolta e potrebbe spingere sempre più realtà commerciali a rivedere i propri piani sul digitale. Nel breve termine, la maggiore preoccupazione ricade su chi desidera mantenere la propria identità virtuale senza costi e si interroga su procedure di recesso o alternative tra cui scegliere. Nel lungo periodo, invece, potrebbe aprirsi uno scenario fatto di strategie variegate: se alcuni provider punteranno sui servizi premium, altri potrebbero mantenere la gratuità per accrescere il proprio bacino di utenti.
Ciò che appare chiaro è che, con l’introduzione del canone, i fornitori cercano di ampliare le prospettive di sviluppo tecnologico e di consolidare la propria posizione in un mercato sempre più competitivo e in costante evoluzione.
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