Dazi Usa-Ue, svolta vicina: trattativa per ridurli al 15%
USA-UE trattano dazi reciproci al 15%: rischi per l’export italiano e per i settori strategici si alcune zone e regioni dell'Italia.
Fonte immagine: pexels
La prospettiva di un nuovo assetto commerciale tra USA-UE prende corpo all’orizzonte, con l’obiettivo di concordare dazi che scongiurino l’aumento al 30% previsto per agosto 2025. Il negoziato, svelato da fonti confidenziali a fine luglio, prevede interventi sui dazi e la salvaguardia dell’export italiano, una leva determinante per la competitività del nostro Paese. In questo contesto, il confronto politico e industriale appare sempre più serrato, mentre emergono importanti nodi da sciogliere sul piano strategico.
Il clima di incertezza per i possibili dazi USA-UE solleva preoccupazioni tra gli operatori economici: Confindustria stima una contrazione dell’export verso gli USA pari a 22,6 miliardi di euro nel caso in cui l’intesa non venga ratificata. La possibilità di una svolta in chiave protezionismo, infatti, ricorda le politiche commerciali degli anni ’20, già criticate da diversi settori industriali. Anche Federvini manifesta il rischio di ripercussioni sui comparti ad alto valore aggiunto, mentre le comunità territoriali sottolineano la necessità di soluzioni ponderate.
Impatti settoriali e strategie dei dazi USA-UE
Le filiere più esposte alle incertezze future dei dazi USA-UE includono la meccanica, le bevande alimentari e il tessile, settori che costituiscono il motore di diverse realtà produttive locali. Gli operatori sottolineano l’esigenza di tecnologie innovative e investimenti mirati, così da mantenere competitività in uno scenario globale in rapida evoluzione.
Mentre le istituzioni europee trattano con cautela ogni clausola dell’accordo, le imprese cercano di diversificare la propria presenza sui mercati internazionali. L’armonizzazione delle normative doganali e la ricerca di canali commerciali alternativi restano, al momento, soluzioni centrali per mitigare il rischio di barriere e salvaguardare interessi economici di rilievo.
Nel complesso, i negoziati tra Bruxelles e Washington mirano a definire una soluzione condivisa che promuova una crescita inclusiva e salvaguardi le filiere produttive più vulnerabili. La riduzione dei dazi USA-UE sulle apparecchiature medicali e sui velivoli civili, accennata in sede diplomatica, potrebbe rappresentare un primo passo verso un clima più disteso.
Resta però fondamentale che le istituzioni nazionali e regionali si coordinino per rafforzare la resilienza delle aziende, specialmente nei territori maggiormente orientati all’esportazione. Se l’intesa verrà finalizzata, potrebbe segnare un nuovo corso per gli scambi transatlantici, generando opportunità di sviluppo e riducendo la conflittualità a livello globale.
La prospettiva di agevolazioni doganali, unita a un monitoraggio costante delle tensioni commerciali, offrirà maggiore stabilità alle imprese, incentivando progetti di internazionalizzazione in ambito manifatturiero e nei servizi legati all’innovazione.
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