Controlli fiscali, la stretta dell’Agenzia delle Entrate sui conti correnti
L'Agenzia delle Entrate rafforza i controlli bancari contro l'evasione fiscale, con nuove norme, tecnologie e responsabilità per i contribuenti.
Fonte immagine: Finanza.com
Negli ultimi anni, la Agenzia delle Entrate ha decisamente alzato il tiro nella lotta all’evasione fiscale, adottando una strategia che punta tutto su controlli sui conti correnti sempre più serrati e sull’impiego di strumenti tecnologici d’avanguardia.
I contribuenti si trovano di fronte a una nuova realtà in cui la gestione della propria posizione fiscale richiede attenzione quasi maniacale ai dettagli e una documentazione impeccabile di ogni movimento finanziario. La posta in gioco è alta: basta una semplice anomalia per finire nel mirino degli accertamenti, con conseguenze che possono rivelarsi tutt’altro che trascurabili.
Le basi della normativa fiscale: più poteri al Fisco
Il punto di partenza di questa svolta risiede nell’articolo 32 del D.P.R. n. 600/1973, vero e proprio pilastro della normativa fiscale italiana. Grazie a questa disposizione, l’Amministrazione finanziaria può accedere senza particolari ostacoli alle informazioni bancarie dei contribuenti, andando a scandagliare ogni operazione sospetta.
Qui il principio è semplice ma spietato: se un versamento o un prelievo non trova adeguata giustificazione, viene automaticamente considerato come possibile reddito non dichiarato. E non si tratta solo di un controllo formale: l’attenzione si concentra in particolare sui versamenti per tutti i cittadini e sui prelievi per chi svolge attività d’impresa, segno che il Fisco non lascia davvero nulla al caso.
Onere della prova: il contribuente sotto esame
In questo nuovo contesto, si assiste a una vera e propria inversione dell’onere della prova. Una volta che l’Agenzia delle Entrate ha acquisito i dati e rilevato eventuali anomalie, il compito di dimostrare la correttezza delle operazioni passa interamente al contribuente.
È lui che deve fornire spiegazioni puntuali e, soprattutto, documentate per ogni movimento contestato. Un ribaltamento che sposta il baricentro del procedimento, rendendo la posizione del cittadino decisamente più delicata: non basta più dichiarare, bisogna essere pronti a dimostrare tutto, nero su bianco.
Controlli hi-tech e attenzione all’ambito familiare
La tecnologia gioca ormai un ruolo di primo piano. Strumenti come l’Anonimometro e la Superanagrafe dei conti correnti permettono di incrociare dati, individuare incongruenze e portare alla luce movimenti sospetti con una precisione mai vista prima.
Ma non è tutto: la Suprema Corte, con l’ordinanza n. 13761/2025, ha dato il via libera all’estensione delle indagini anche ai conti di familiari, conviventi e soci, qualora emergano elementi che facciano pensare a trasferimenti fittizi o a intestazioni di comodo. Un vero e proprio giro di vite che obbliga i contribuenti a non sottovalutare nulla, curando ogni dettaglio della propria situazione finanziaria per evitare di incorrere in contestazioni difficili da superare.
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