Finanza Personale Buste di plastica: i divieti funzionano, ecco i dati

Buste di plastica: i divieti funzionano, ecco i dati

Studio su 45.000 interventi: divieti sui sacchetti di plastica riducono rifiuti del 47%. Necessario ripensare la produzione globale.

4 Luglio 2025 14:30

Quando si parla di divieti, spesso si pensa a misure di facciata o a provvedimenti che, nella migliore delle ipotesi, producono risultati limitati. Eppure, gli ultimi dati raccolti sulle spiagge statunitensi raccontano una storia ben diversa: dove le restrizioni sono state introdotte con decisione e coerenza, la quantità di rifiuti  e buste di plastica raccolti è crollata fino al 47%. Un risultato che, se letto tra le righe, rivela non solo la concretezza delle scelte amministrative, ma anche la forza di una comunità che, passo dopo passo, sta riscrivendo il proprio rapporto con l’inquinamento della plastica.

Stop alle buste di plastica: numeri che parlano chiaro

Lo studio, pubblicato sulla rivista Science e firmato dalle economiste ambientali Anna Papp e Kimberly Oremus, ha passato al setaccio oltre 45.000 interventi di pulizia sulle coste, esaminando ben 182 normative locali e statali.

Il quadro che emerge è chiaro: dove i sacchetti monouso di plastica sono stati banditi o limitati in modo rigoroso, la riduzione dei rifiuti sulle spiagge è stata significativa. L’impatto, tuttavia, non si limita solo ai numeri: i dati suggeriscono anche una diminuzione degli episodi di fauna marina impigliata nella plastica, segno che il beneficio si estende ben oltre la semplice pulizia delle coste.

Un sistema normativo a due velocità

Non tutto però fila liscio come l’olio. Il panorama legislativo americano è tutt’altro che omogeneo: se un terzo della popolazione vive in aree dove i divieti della plastica sono realtà consolidata, ben 17 stati hanno scelto la strada opposta, impedendo ai governi locali di introdurre nuove restrizioni.

Una contraddizione che, di fatto, crea una spaccatura profonda e rischia di vanificare parte degli sforzi compiuti. E mentre le normative più severe continuano a dimostrare la loro efficacia, altrove la battaglia contro l’inquinamento da plastica resta tutta in salita.

Il futuro: oltre il supermercato, verso una nuova cultura produttiva

Nonostante questi segnali incoraggianti, la partita è ancora tutta da giocare. La produzione globale di plastica non accenna a rallentare e, secondo le stime dell’OCSE, potrebbe addirittura triplicare entro il 2060.

Gli esperti sottolineano come, sebbene i sacchetti monouso siano il simbolo di una svolta necessaria, la vera sfida consista in un ripensamento radicale dei processi produttivi e delle abitudini di consumo.

In vista dei prossimi negoziati ONU sull’inquinamento da plastica, la lezione che arriva dalle spiagge americane è chiara: politiche mirate funzionano, ma serve una coordinazione globale per affrontare il problema alla radice e garantire una riduzione dei rifiuti e della plastica davvero duratura.

Se vuoi aggiornamenti su Finanza Personale inserisci la tua email nel box qui sotto:

Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.